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Salernitana, è buio pesto sotto la Lanterna

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La Salernitana cede di misura anche al Genoa a Marassi, squadra in crisi sempre più profonda.

Altra sconfitta per i granata, la sesta in dieci partite disputate, altra vittoria con il minimo sforzo per l’avversaria di turno.

Bersagliera in balia delle onde rossoblu nel primo tempo, solo Ochoa e i legni della porta tengono a galla i ragazzi di Pippo Inzaghi.

Il solito approccio alle gare in trasferta, insomma, quello di una compagine impaurita e senza idee, succube dell’iniziativa avversaria e incapace di una reazione.

Complice un calo dei padroni di casa, in campo pressoché con la formazione della serie B, Mazzocchi e compagni provano a imbastire qualche trama nella ripresa ma con poca convinzione e anche scarsa fortuna. La confusione è tanta, a partire dai moduli tattici adottati e continuamente cambiati (finanche in corso d’opera), agli interpreti chiamati in causa e non. Il tecnico crede nell’impresa, mette tanta buona volontà e straordinario attaccamento ma finora non è bastato, anzi nel complesso l’applicazione sembra a tratti anche peggiore di prima.

È superfluo analizzare i numeri (4 punti, 6 gol realizzati e 20 subiti) perché già parlano da soli.

La critica si propone di essere sempre costruttiva per il bene della maglia, ma la sesta sconfitta certifica il fallimento del mercato estivo condotto dal DS De Sanctis e avallato dalla complice strategia attendista di Iervolino. Senza investimenti concreti e affidabili è dura essere competitivi in massima serie. Il calcio ai massimi livelli è programmazione a tutti i livelli, non un istituto di formazione online e analisi di improvvisati algoritmi. Occorrono competenza, conoscenza, intuito, talento e passione. Ed anche un pizzico di buona sorte. Ma i risultati non sono causali, sono frutto dell’organizzazione complessiva. Puntare esclusivamente su scommesse, under e prestiti a oltranza non alza il livello dell’organico, lo indebolisce. Non è sufficiente confermare uno zoccolo duro, peraltro formato da elementi fondamentali letteralmente avulsi dalla realtà del Cavalluccio. Creare amalgama con un gruppo di calciatori provenienti da 17 nazionalità  e abitudini diverse non è cosa semplice per un club in via di consolidamento nel campionato di serie A. Certamente l’impegno alquanto mediocre degli attori in campo non aiuta la causa ed è una componente che incide tanto, ma è l’idea di squadra a mancare, la fiducia dei singoli nel gruppo appare ai minimi termini. Si cercano spesso soluzioni singole e improvvisate, non si vede compattezza tra i reparti, la squadra non ha anima battagliera.

Basterebbe mettere la metà della verve che mostrano i tifosi sugli spalti ad ogni occasione. Ed invece, puntualmente arrivano solo immeritate mortificazioni per i sostenitori della Salernitana.

Il campionato è certamente ancora lungo ma da qui al 30 dicembre si alza notevolmente il coefficiente di difficoltà delle partite in calendario. Serviranno almeno 10-11 punti da portare a casa in prospettiva del mercato di gennaio altrimenti sarà pressoché inutile operare una campagna di rafforzamento del roster.

Forse è giunto il momento di cambiare radicalmente registro, non basta aver trovato il capro espiatorio in mister Sousa, colpevole di aver flirtato certamente con società rivali e probabilmente meno motivato della stagione scorsa. Il trainer portoghese, tuttavia, raccontava verità troppo scomode relativamente alle potenzialità tecniche dell’organico allestito e oggi le prestazioni dimostrano che almeno i suoi giudizi erano, purtroppo, trasparenti e veri. Eppure si recitava il copione del romanzo “Moriremo insieme”. Una vergognosa fiction messa in scena sulle spalle della pura passione granata.

Bisogna intervenire in ambito dirigenziale con figure professionali competenti e che possano azzerare l’andazzo negativo attuale, naturale conseguenza di arroganza e scarsa umiltà, rigenerando il gruppo e le residue speranze di risollevarsi dal baratro.

Le chiacchiere stanno ormai a zero, è l’ora di agire, quantomeno per difendere la dignità di Salerno.

pippo-inzaghi
© US Salernitana
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