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Daniele Pasa: “A Salerno mi sono sentito a casa fin dal primo istante”

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Intervista a Daniele Pasa, indimenticato ex centrocampista di Salernitana e Pordenone. Le opinioni dell’ex “allievo” di Zico in vista del match che metterà di fronte il suo passato.

Daniele Pasa… fra passato e presente

“Sai chi è quel giocatore che, assomiglia al mitico Pelè? Pasa…Daniele Pasa…”. Un coro, cantato negli primi anni dell’Arechi, che riecheggia ancora nei cuori e nelle menti dei tifosi granata di vecchia data e che, soprattutto, evidenzia ciò che Daniele Pasa ha rappresentato quando indossava la maglia del Cavalluccio. Era la Salernitana di Peppino Soglia, tornata in Serie B dopo un purgatorio infinito in terza serie durato oltre trent’anni. Era la Salernitana di Gasperini e Ceramicola, Battara e Ferrara e Iuliano e Della Pietra, guidata in panchina dal tecnico della promozione Giancarlo Ansaloni. Ma era anche, e soprattutto, la Salernitana di Daniele Pasa, uno che a vent’anni giocava in Serie A con l’Udinese e studiava classe e tecnica da un maestro d’eccezione, un certo Arthur Antunes Coimbra… in arte Zico. Quest’oggi, sul prato dell’Arechi, si sfideranno due squadre che hanno fatto parte del passato dell’ex “Pelè” granata. In qualità di doppio ex della sfida, ha rivelato le sue opinioni sul presente e futuro delle due compagini… portando la mente, per qualche attimo, ai trascorsi vissuti in maglia granata.

Salve Daniele. Giovedì si affronteranno due squadre che hanno parte del suo passato, Salernitana e Pordenone. Che ricordo ha delle esperienze vissute con la maglia granata e quella neroverde?

«A Salerno ho trascorso i due anni più belli ed emozionanti della mia carriera, nonostante il primo si sia concluso con una brutta retrocessione allo spareggio salvezza contro il Cosenza. Quando arrivai a Pordenone ero già un calciatore maturo, ma devo dire che anche lì sono stato molto bene. Si tratta di due due esperienze completamente diverse. E’ inutile negare che a Salerno mi sono sentito a casa fin da subito, molto probabilmente anche perché nel primo anno in B feci benissimo e, soprattutto, perché ho lasciato molti amici». 

Si aspettava un avvio così sprint da parte del Pordenone?

«A dire la verità no, anche perché, leggendo i giornali nel periodo del precampionato, sembrava una squadra attrezzata per giocarsi la salvezza fino alla fine. Quando l’ho vista giocare di persona, invece, ho subito pensato che potesse essere una squadra che avrebbe potuto far bene. Ha un parco attaccanti adeguato per la categoria: gente che la mette dentro quando serve e che soprattutto lavora tanto per la squadra. Ha una difesa solida e un portiere autentica rivelazione di questa prima parte di stagione, nonché un allenatore esperto per la categoria come Tesser che, tra l’altro, sa far giocare bene le sue squadre. Credo che il secondo posto sia ampiamente meritato».

Come giudica l’organico della Salernitana? Secondo lei è attrezzato per poter ambire a posizioni di vertice o manca qualcosa?

«La Salernitana ha bisogno soltanto di ritrovare un po’ di continuità di risultati. Il campionato di Serie B è molto particolare. Bastano un paio di vittorie di fila per essere di nuovo proiettati verso un campionato di vertice. Se i granata dovessero inanellare un filotto di 3 o 4 vittorie di fila, certamente scoppierebbe l’entusiasmo in città tra i tifosi, e tutto ciò non potrebbe far altro che dare una svolta alla stagione».

Lei che è stato ed è tutt’oggi un idolo qui a Salerno, specie per i tifosi storici, che ricordo ha dei supporter granata?

«Quando firmai per la Salernitana ero già a conoscenza delle potenzialità della piazza, ma non avrei immaginato a quel livello. Credo che la Salernitana meriti di salire in Serie A al più presto. Mi rendo conto che poi è difficile rimanerci, ma se ci riescono squadre come la SPAL a fare due o tre campionati consecutivi di A, non vedo perché non possa riuscirci una piazza come Salerno».

In città, negli ultimi tempi, c’è un’aria tesa e ciò che spaventa è la disaffezione sempre più marcata dei tifosi nei confronti della squadra. Cosa ci vorrebbe per riaccendere la fiammella sopita della passione?

«La fiammella sopita viene riaccessa, in primo luogo, soprattutto dai risultati. Poi, magari, avere in squadra un paio di giocatori che vengono presi a ben volere dai tifosi, certamente potrebbe aiutare. Inoltre, ci vorrebbe una società solida che possa costruire un programma ambizioso per una piazza importante come Salerno».

Quest’anno suo figlio Simone milita proprio tra la fila del Pordenone. Crede abbia trovato la giusta dimensione per il definitivo salto di qualità?

«Ha fatto molto bene negli anni trascorsi a Cittadella, in cui è diventato un calciatore affermato. Quest’anno sta facendo molto bene nelle partite in cui viene impiegato, anche se non sta giocando tantissimo. Chissà che non possa togliersi la soddisfazione di arrivare in A coi Ramarri».

Cosa fa oggi, invece, Daniele Pasa?

«Da quando ho smesso di giocare ho sempre allenato. Ho collaborato un paio d’anni con Luca Gotti, attuale allenatore dell’Udinese e con Dal Canto a Padova. In più, ho allenato parecchio in Serie D. Due anni fa, ad esempio, ho vinto un campionato di Eccellenza a Sandonà di Piave. Ora sono in attesa della chiamata giusta per tornare in sella e, nel frattempo, mi godo i miei figli e la mia famiglia».

La gara tra Salernitana e Pordenone si avvicina. Qual è il suo pronostico?

«Il Pordenone è sulle ali dell’entusiasmo e proprio per questo, attualmente, può mettere in difficoltà chiunque. La Salernitana, dal canto suo, può sfruttare questo match per cambiare le sorti dell’intero campionato. Credo si tratti di una gara pressoché impronosticabile. Se ci fosse ancora la vecchia schedina, questa sarebbe una partita da tripla». 

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Lino Grimaldi Avino
Lino Grimaldi Avino
Lino Grimaldi Avino, giornalista, editore e scrittore. Ha lavorato presso Cronache di Salerno, TuttoSalernitana, Granatissimi ed è direttore di SalernoSport24. Alla radio ha lavorato presso Radio Alfa, e attualmente conduce due programmi sportivi a RCS75 - Radio Castelluccio, Destinazione Sport e Destinazione Arechi. Ha pubblicato due libri: Angusti Corridoi (2012) con la casa editrice Ripostes, e La vita allo specchio - Introspettiva (2020) con la Saggese Editori, con prefazione dello scrittore Amleto de Silva.

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