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Salernitana, Iervolino e il piano di rilancio: cessione, soci e fondi

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Annus horribilis per la Salernitana di Danilo Iervolino. Il primo vero momento delicato della gestione granata. Quando vincere non basta e nemmeno glissare il risultato su un netto 3-0, che sia casa o trasferta. Il calcio di oggi, o degli ultimi dieci anni è costellato da “partite” soprattutto fuori dal rettangolo di gioco. Private equity, fondi di venture capital e fondi sovrani. Il calcio europeo ha cambiato totalmente volto rispetto alle classiche famiglie, proprietà unitarie e singoli individui. L’intento, oggi, è diversificare i propri investimenti con un asset a rendimento stabile e con entrate di tutto rispetto soprattutto dopo la pandemia, che ha messo in ginocchio il settore. L’ingresso di questi nuovi spiragli ha portato benefici non solo alla squadra-team-franchigia rilevata ma anche a tutto il comparto locale-nazionale.

Il modello Atalanta tra i primi in Italia

L’overture moderna finanziaria è del Tottenham che nel 2002 avviò il processo di “investimenti aziendali” con ENIC Group specializzata nei settori delle comunicazioni, sport e del real estate. Svilupperà nell’aprile 2019 la costruzione del Tottenham Hotspur Stadium, un avveniristico stadio di proprietà (tra i primi nel campionato inglese) da più di sessantamila spettatori. Costato un miliardo di sterline compresi i costi di riqualificazione dell’intera area su cui sorge. Ed è proprio la riqualificazione delle aree circostanti che permette di avere anche introiti extra. Uno degli ultimi casi è quello dell’ex Stadio Atleti Azzurri d’Italia di Bergamo, ad oggi, Gewiss Stadium, stadio dell’Atalanta. I lavori di riqualificazione sono iniziati ufficialmente il 6 maggio 2019. Nel 2017 la proprietà dello stadio è passata dal Comune di Bergamo alla società Stadio Atalanta S.r.l., controllata e creata appositamente dal club bergamasco. Dal 1º luglio 2019 e per sei stagioni sportive ha assunto il nome attuale dopo un accordo commerciale con l’azienda elettrotecnica Gewiss che ha acquisito i diritti di denominazione del complesso sportivo. Non solo stadio e calcio: lo Stadium comprende anche 4mila metri dedicati a ristorazione e merchandising. Con questo passo la società bergamasca ha attirato la partecipazione di un fondo americano, La Dea s.r.l., con quote di minoranza per Antonio Percassi e maggioranza per Stephen Pagliuca.

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Gewiss Stadium

Sale ed Erno: “lotta” tra sport e politica?

L’ambizione bergamasca è stata da sempre il punto di riferimento di Danilo Iervolino, patron della Salernitana che ai tempi dell’insediamento granata professò parole ambiziose come stadio, centro sportivo, macchinari, strumenti e vetrina di sviluppo. Ad oggi invece ci sono solo due “plastici” di rappresentanza che cozzano con i relativi sviluppatori. La “lotta” a chi presenta per primo la foresteria rispetto al parcheggio, a chi proclama inizio dei lavori in tempi brevi e chi, come più volte sottolineato, manifesta il “A Salerno sta diventando tutto un po’ complicato”. A discapito purtroppo di una tifoseria, una piazza che riempie sempre e comunque ogni gradone di ogni stadio d’Italia, che siano trentamila o due, Salerno e la Salernitana nelle ultime settimane hanno riempito non solo le pagine dedicate alle tifoserie nostrane ma anche e soprattutto al rispetto che gli stessi hanno ricevuto nel corso delle varie epoche, fino ad oggi. Con la speranza che il “giocattolo Salernitana” non diventi il pretesto di un “pallino politico”, la rinascita e l’ambizione dell’Ippocampo al momento è congelata.

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Salernitana: Iervolino e il futuro

Ad oggi non conviene vendere a nessuno, per svariati motivi, personali, etici ed economici. Vendere in Serie B e con un parco giocatori da rifondare, riformulare e rivalutare non farebbe dormire la notte eventuali successori presidenziali. Anche gli introiti, gli accordi di sponsorship e le eventuali ricette future diverrebbero superflue. Rilanciarsi in cadetteria e poi lanciare segnali di eventuali affiliazioni, compartecipate o quote, è la scelta più oculata. Anche una eventuale cessione a qualche fondo. Due, per essere precisi, che sembrano essersi già attenzionati al cavalluccio marino. Oppure decidere di dividersi “la maglia” tra quota di minoranza e quota di maggioranza. Ora tutto tace in un silenzio roboante che fa rumore ma ben sperare. Gli incontri e le call che si fanno per organizzare il tavolo tecnico e i viaggi oltre i confini nazionali per sbloccare quel che sarà della nuova stagione sportiva.

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