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ESCLUSIVA Vincenzo Torrente: “Questa squadra ha cazzimma”

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Torrente: “Mi aspettavo questo campionato della Salernitana”

Vincenzo Torrente non è stato fortunato a Salerno, e probabilmente neanche compreso a Cremona. Oggi la Salernitana, sotto l’aspetto delle defezioni, è in un periodo molto simile a quello che il mister cetarese visse nel primo anno di B della coppia Lotito/Mezzaroma, i suoi primi mesi da allenatore dei granata, in pratica un’esperienza che durò appena un girone d’andata. Troppe defezioni minarono il suo credo tattico, ragion per cui la vera bravura di Torrente, ciò che aveva già dimostrato a Gubbio quanto nella difficile condizione di Bari, non poté ripeterle a Salerno. Domenica arriva la Cremonese all’Arechi, e noi di SalernoSport24 abbiamo pensato di contattare proprio Torrente per un breve tuffo nel passato e sapere da lui cosa pensa della Salernitana di oggi.

Buongiorno mister, come stai?

“Ciao, tutto bene!”.

Che stai facendo ora?

“Quello che fanno un po’ tutti gli allenatori in questo periodo. Guardo partite, seguo il lavoro di altri, cerco di farmi trovare pronto quando arriverà la chiamata giusta. C’è stata qualche proposta ma non se n’è fatto nulla. Lo scorso campionato sono stato un mese a Vicenza ma in quella situazione, a quattro giornate dalla fine, era davvero complicato riuscire a salvarsi dalla retrocessione. Forse se fossimo riusciti a vincere con il Verona… però è andata così. Dispiace per una piazza così importane, per il calcio italiano, come Vicenza”.

Ti aspettavi la Salernitana là su?

“A dir la verità sì. C’è una bella rosa e in ogni reparto ci sono nomi che sicuramente non possono discostarsi tanto da squadre che lottano per la promozione diretta. Quando hai una difesa che può annoverare nomi tipo Tuia, Schiavi e Bernardini, un centrocampo con Ricci, Rizzo – davvero ottimo elemento – e un attacco completo e con più soluzioni, penso che una posizione come quella che occupa attualmente la Salernitana, sia il minimo “.

E la Cremonese, invece?

“Anche qui ti dico che mi aspettavo questo tipo di campionato dei lombardi. Hanno una rosa competitiva, e poi c’è Paulinho, il quale aveva bisogno solo di ritrovare il ritmo giusto con il calcio italiano”.

Ci parli della tua esperienza a Cremona? Fosti esonerato con la squadra quarta in classifica…

“Accettai senza remore, ero affascinato dal progetto e dalla storia della Cremonese. Con il senno del poi, avrei potuto pensarci un attimino prima di scendere di categoria poiché in quel periodo venivo da ottime esperienze a Gubbio e a Bari. Quell’anno mi trovai molto bene e avevo un bel rapporto con squadra, città e stavamo facendo anche un bel campionato. L’esonero fu inaspettato, un fulmine al ciel sereno e che venne direttamente dalla società, non da Gigi (Gigi Simoni, all’epoca Direttore Tecnico della Cremonese, ndr). Eravamo quarti, ancora in lotta per la promozione diretta, e venivamo da nove risultati utili consecutivi”.

Il problema infortuni in casa granata è qualcosa che conosci bene. Eppure quest’anno sembra esserci più… cazzimma rispetto alla tua squadra.

“Sì, ricorda molto ciò che ho vissuto io. Forse la differenza tra la mia Salernitana e quella di Bollini è proprio la cazzimma. Ho visto che ora Pucino, che ho allenato a Vicenza, sta facendo il centrale e credo che abbia le doti giuste per essere quello il suo futuro. La Salernitana ha perso molti giocatori e credo che quando torneranno, sarà dura per le altre squadre; non dimentichiamo che ai box c’è un certo Orlando. Bisogna capire la natura reale di questi infortuni, perché se si tratta per lo più di muscolatura… il problema sta sempre là, Salerno ha un grande stadio, un grande pubblico e ha dietro una società competente ma la problematica impiantistica in alcune piazze fa la differenza. In uno dei primi incontri con la società parlai con Marco Mezzaroma, il quale mi disse che c’è un forte  interesse da parte loro per puntare in alto, e che ciò passerà anche attraverso la realizzazione di un impianto sportivo poiché chiaramente, se si passa da una tipologia di campo ad un altro, le gambe ne risentono”.

Nemo propheta in patria. Lotito, al quale piace parlare in latino, ti ha mai detto questa frase?

“No, non me lo disse. Non sono uno che rimugina troppo sul passato però devo dire che allenare la Salernitana era il mio sogno non essendo riuscito a giocarvi da calciatore. Mi dispiacque davvero molto come andò a finire poiché avevo già perso Tuia in Coppa Italia, poi Schiavi si ruppe la gamba subito. Anche Lanzaro non era in forma e Bernardini, che arrivò non al 100% poiché era fermo da tempo, si fece male alla prima partita. Anche Gabionetta, che pure aveva iniziato bene, si fece male e non poteva rendere al massimo. Coda veniva da un infortunio e con me si allenò bene, tanto da esplodere poi  nella seconda metà  del campionato. Lo stesso Donnarumma ebbe non poche difficoltà a passare dalla Lega Pro alla Serie B”.

Ce lo fai un bel saluto?

“Saluto il popolo granata e gli amici di SalernoSport24”.

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Lino Grimaldi Avino
Lino Grimaldi Avino
Lino Grimaldi Avino, giornalista, editore e scrittore. Ha lavorato presso Cronache di Salerno, TuttoSalernitana, Granatissimi ed è direttore di SalernoSport24. Alla radio ha lavorato presso Radio Alfa, e attualmente conduce due programmi sportivi a RCS75 - Radio Castelluccio, Destinazione Sport e Destinazione Arechi. Ha pubblicato due libri: Angusti Corridoi (2012) con la casa editrice Ripostes, e La vita allo specchio - Introspettiva (2020) con la Saggese Editori, con prefazione dello scrittore Amleto de Silva.

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