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Il 2023 della Gelbison: tra cadute, risalite e insegnamenti

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Lo storico 2022 ha lasciato spazio a un 2023 piuttosto complicato per la Gelbison che, nell’arco di dodici mesi, ha visto il baratro, ritrovato la forza di risalire e rinunciato – almeno per ora – ad aggrapparsi al versante che si affaccia alla vetta del Girone H.

Gelbison, fa tutto parte del percorso

Prova ancora. Fallisci ancora. Fallisci meglio: nella novella del 1983 “Worstward Ho”, il premio Nobel Samuel Beckett fa luce sul concetto di fallimento. Il drammaturgo irlandese sottolinea come fallire sia parte essenziale di un percorso, per imparare dai propri errori. Un pensiero che dovrà accompagnare la Gelbison nel corso del 2024, una motivazione continua che aiuti i cilentani a migliorarsi.


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La salvezza sfiorata

Nella sua prima storica partecipazione alla Serie C, la Gelbison apre la stagione con un pareggio nel derby campano contro l’Avellino. In quel momento, gli uomini di De Sanzo occupano la 15ª posizione, piazzamento di gran lunga in linea con le aspettative di inizio anno. Da lì una vittoria, tre pareggi e due sconfitte, tra cui quella interna contro il Messina decisiva per il destino del tecnico di Castrovillari, sollevato dall’incarico di allenatore.

La vittoria all’esordio conquistata nell’era Esposito 2.0 rinvigorisce l’umore ma anche l’illusione di una salvezza tranquilla. Una rondine non fa primavera: difatti si susseguono quattro sconfitte e tre pari che determinano il secondo esonero di Esposito. La formazione di Vallo della Lucania sprofonda e vede sempre più concreto il pericolo della retrocessione.

Subentra Galderisi, in veste di traghettatore, nel tentativo di dare una scossa all’ambiente. Lo sforzo, però, è vano. L’ultimo treno a cui aggrapparsi rimane quello che passa dalla zona play-out. Nella doppia sfida al Messina, i salernitani dimostrano di meritare la permanenza nella terza serie professionistica italiana, ma sono costretti a cedere al minuto 82 della gara dello “Scoglio”. Antonino Ragusa condanna gli uomini di Galderisi alla Serie D.

Su e giù in classifica

A dir poco altalenante il cammino in Serie D della Gelbison. Un percorso iniziato in estate con l’ufficialità di Alessandro Monticciolo in panchina, figura in grado di dare credibilità alla rosa e soprattutto l’idea di continuità nel raggiungimento degli obiettivi. Dopo le prime cinque giornate, infatti, la prima posizione dista soli tre punti e l’impressione è quella di una squadra in grado di poter competere con chiunque. Risalta particolarmente la vittoria di misura col Martina, arrivata grazie alla rete del solito Croce. Nonostante qualche passo falso alternato a significative riprese, i cilentani restano sulla scia della capolista Altamura.

Post Gallipoli, il declino. La sconfitta col Rotonda condanna Monticciolo: una “scelta ragionata da tempo”, dirà il presidente Puglisi. Si apre così il capitolo Erra, un ritorno al passato lontano nove anni dall’ultima volta.

Cambia il pilota, ma la Gelbison resta ferma ai box: quattro sconfitte in altrettante sfide. Un disastroso dicembre da mettere subito alle spalle, nella speranza che nel prossimo gennaio si cambi registro, magari con un importante acuto nella gara interna del “Guariglia”: la rivincita contro Altamura, – a distanza di tempo – ancora primatista del Girone H.

Un 10° posto che non rispecchia il valore del roster. I cilentani dovranno dunque provare a rientrare, già dalle prossime sfide, nelle prime otto. L’auspicio resta quello di risalire la china senza guardare con rabbia al passato, focalizzando l’attenzione, volta per volta, sulle future mete da raggiungere.

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Elio Granito
Elio Granito
Sono un ragazzo di 28 anni, laureato in “Scienze delle attività motorie, sportive e dell’educazione psicomotoria”, prossimo a conseguire il secondo titolo, quello specialistico. Creativo, perfezionista, ambizioso. Mi ritengo una persona educata, sensibile, assertiva e altruista. Aspetti risultati sinora determinanti nelle varie relazioni avute all'interno del mondo del giornalismo, con diverse figure di rilievo, e, soprattutto, per comprendere il reale valore, la potenza e il dono di ogni singola parola. Amo il giornalismo pulito, che ha necessità di essere raccontato. Generalmente parlo di calcio, ma ho piacere di spaziare su più fronti. Il mio desidero più grande resta quello di migliorare le mie capacità puntando all’eccellenza. Basi solide, pragmatismo e pensiero creativo: sono le peculiarità sviluppate principalmente in questi anni in cui ho compreso l'amore e la passione per la divulgazione di pensieri, messaggi e valori positivi, utilizzando come strumento lo sport e la mia "penna".

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