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La parola ad Adriano Arati di Reggio Emilia, “Scafati ha meritato la salvezza. Oggi è una squadra che può sorprendere”

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Domenica 8 ottobre la squadra dello Scafati Basket giocherà in trasferta al “PalaBigi” di Reggio Emilia. In occasione del match, SalernoSport24 intervista un’importante firma del giornalismo reggiano, Adriano Arati.

Scafati basket e Reggio Emilia, la prossima sfida

Per prima cosa, ci sembra giusto introdurre ai nostri lettori la persona che andremo a intervistare. Adriano Arati è un giornalista dalla penna raffinata, approdato a La Gazzetta di Reggio, quotidiano locale di Reggio Emilia, dopo una lunga gavetta che lo ha portato prima alla formazione del periodico informativo dell’Unione dei Comuni dell’Alto Appennino Reggiano e poi come responsabile dell’area comunicazione esterna del Comune di Carpineti. Dal 2013 è membro stabile del giornale del La Gazzetta di Reggio, dove scrive anche e soprattutto della Unahotels Reggio Emilia, che domenica 8 ottobre andrà a ospitare Scafati Basket.

Quella del basket non è una passione che diventa lavoro. Cosa le colpisce di questo sport?

«Per me è una questione personale. Ci sono cresciuto, da piccolo giocatore. Poi ho avuto il privilegio di fare di questa passione un lavoro; è uno sport che è bello da raccontare, che appassiona per la sue dinamiche. A basket si può giocare ovunque, anche con strumenti di fortuna. Per un neofita, rispetto ad altri sport, il basket può regalare emozioni a ogni azione. Cosa da non sottovalutare. È uno sport di grande sforzo atletico e tattico. Forse è per questo che c’è un gran radicamento locale di questo sport»

Lei parla di uno sport radicato sul territorio, eppure non sembrano uscire giocatori validi dai vivai. Come si uniscono questi due dati?

«Parlo da una realtà privilegiata come Reggio Emilia, che avendo un grande vivaio può attirare grandi giocatori. Anche logisticamente, essendo Reggio sulla pianura padana, è più semplice per noi attirare i giovani – e di conseguenza le loro famiglie – dalle periferie. Altrove è più difficile. Nonostante le fortune del passato, comunque anche Reggio sta facendo fatica ad attrarre giovani di talento negli ultimi anni. E in generale fatica tutta la LBA. In serie A, per tante ragioni economiche, è più semplice puntare su un giocatore straniero. Lo si fa anche per una questione pratica: non si vuole avere la pazienza di aspettare che un giovane cresca. Molte volte chi viene dall’estero non è manco detto sia più forte di un nostro ragazzo. Eppure giovani di talento li abbiamo, anche che vengono da campionati inferiori. Per esempio Rossato, che non hanno mai fatto la A, ha dimostrato di essere un valido talento».

Lei ha avuto modo di attraversa e poter scrivere alcuni dei momenti più significativi della storia recente della Unahotels Reggio Emilia. Quali sono i momenti più importanti che le vengono in mente?

«Parlando col cuore, le dico le due finali scudetto. Al di là delle sconfitte. Il momento più indimenticabile è la gara sette in semifinale contro il Venezia. Cinciarini fa il canestro della staffa e il resto è storia. Maxischermi in piazza, una città esultante. Per chi la vive, è un’esperienza unica che ricorderò per sempre».

Lo scorso anno Reggio Emilia e Scafati hanno avuto destini incrociati nella lotta salvezza. Cosa ha salvato entrambe le squadre dal perdere la massima serie?

«Faccio una piccola premessa. Scafati ha guadagnato la salvezza, mentre Reggio è partita per entrare nelle prime otto posizioni del campionato, quindi possiamo dire di aver fatto il minimo indispensabile. Scafati, nel corso della stagione, ha avuto la capacità di fare scelte coraggiose, sostituendo due volte allenatore e rivoluzionando nel corso dell’anno il roster. La dirigenza è stata brava ad andare a prendere Sacripanti, dove ha preso quello che c’era di buono portando a casa la pagnotta. Quest’anno Sacripanti riparte da un’ottima base, da Logan, Gentile e da altri talenti. Scafati è tutta da scoprire».

Estate turbolenta, con ritorni improvvisi e cambio di gestione. Cosa prevede per il nuovo anno per Reggio Emilia e cosa si aspetta dall’incontro con Scafati?

«Reggio Emilia ha una voglia matta di rifarsi. Ha fatto scelte coraggiose in panchina e in ambito dirigenziale. Le ambizioni sono alte. Il roster ha ottime qualità, soprattutto offensive. Logico che la paura sia a questo punto la difesa. Ma possiamo far canestro contro chiunque. Scafati anche avrà una grande voglia di ripartire dopo la sconfitta in casa contro la Virtus, con cui ha visto sfumare il trionfo. Sono due squadre con squadre leggere, dinamiche. Sacripanti farà di tutto per rallentare Reggio, e in questo lui è molto bravo. Mi interessa soprattutto Gentile che, da ala piccola, avrà di fronte Michele Vitali: è un bel duello tra italiani»

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Daniele Alfano
Daniele Alfano
Laureato in Scienze storiche.

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