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Salernitana sempre più vicina alla B: il rendimento degli acquisti di gennaio

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Nella stagione nera che si sta apprestando a terminare, la Salernitana dovrà fare i conti con una retrocessione in Serie B che, ormai, è diventata inevitabile. L’arrivo di Walter Sabatini non ha cambiato l’inerzia del campionato granata e i nuovi acquisti del mercato di gennaio non hanno reso come preventivato. Andiamo ad analizzare il rendimento dei volti nuovi del mercato di riparazione.

Salernitana: la delusione dei due grandi colpi

Tra cambi di panchina avventurosi (vedasi l’avvicendamento Inzaghi-Liverani) e acquisti azzardati, la stagione 2023-2024 della Salernitana ha assunto i contorni di un incubo ad occhi aperti.


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Analizzare cosa sia andato storto fino ad ora pare un’impresa ardua. Al termine del girone d’andata, i granata erano ultimi, ma con la salvezza a portata di mano (-5). In un girone di ritorno dove la squadra di Colantuono è ancora a secco di vittorie e che ha visto la zona salvezza allontanarsi a -12 a sei giornate dalla fine del campionato, ci si domanda sull’effettiva efficacia degli acquisti di gennaio.

Si parte dai due colpi più altisonanti del mercato invernale: Kostas Manolas e Jerome Boateng. Che la precaria condizione fisica dei due difensori potesse rivelarsi un’arma a doppio taglio lo si sapeva dal principio (come testimoniato dalle 7 presenze ciascuno), ma persino dal punto di vista del mestiere e dell’esperienza è mancato qualcosa. Lento e impacciato il greco, troppo fragile il tedesco per via del lunghissimo periodo di inattività, non sono riusciti a registrare il reparto difensivo come sperava il DG Sabatini. Anzi, le debacle contro Inter, Cagliari, Bologna e Lazio hanno messo a nudo tutte le difficoltà del caso dei due difensori.

Deludono anche le scommesse

Passando, invece, ai colpi meno altisonanti, la musica non cambia più di tanto. In difesa, il duttile Pierozzi e il talentuoso Zanoli non hanno mostrato tutte le doti riconosciute loro nelle esperienze, rispettivamente, con Reggina e Sampdoria. Anche i due giovani terzini venivano da un lungo periodo in cui hanno giocato pochissimo (Pierozzi alla Fiorentina, Zanoli al Napoli), quindi anche per loro il recupero del ritmo partita ha giocato brutti scherzi. Per il classe 2001 ex Reggina 7 presenze in cui ha mostrato solo grande duttilità e tanti problemi fisici (siamo ben lontani dall’exploit in stile Mazzocchi), mentre per l’ex Napoli 11 presenze e due assist con rendimento altalenante.

Restando sempre nel reparto difensivo, non hanno pagato le scommesse Marco Pellegrino e Triantafyllos Pasalidis. L’argentino ex Milan ha mostrato difficoltà evidenti nell’adattarsi al calcio italiano nelle sue 6 presenze con errori marchiani sia a livello tattico che tecnico (e parliamo di un giocatore nel giro della Nazionale argentina), mentre il greco ex OFI Creta si è rivelato un buco nell’acqua. Certo, 4 presenze possono dire poco e niente, ma da un giocatore di cui si sapeva quasi nulla delle sue gesta in terra ellenica non ci si poteva aspettare molto.

Centrocampo e attacco anche sotto accusa

Passando alla linea mediana, aumentano le dolenti note: Toma Basic e Iron Gomis. Il croato classe ’96 doveva portare qualità ed esperienza in virtù dei suoi trascorsi con Lazio e Bordeaux, ma si è rivelato un giocatore troppo macchinoso e compassato per poter tenere le redini del centrocampo. Per quanto concerne il francese classe ’99, a parte qualche spezzone di partita, nell’unica gara in cui era partito dall’inizio (contro il Sassuolo in casa) sembrava un pesce fuor d’acqua.

Avanzando sulla trequarti, era lecito aspettarsi qualcosa di più da Emanuel Vignato. Certo, il rendimento offerto nella prima parte di stagione a Pisa avrebbe dovuto porre degli interrogativi, ma i lampi di talento mostrati nei pochi scampoli di partita a Salerno restano comunque cristallini. Poteva essere una scommessa vincente per diversi motivi, un gran peccato, anche perché penalizzato dai rendimenti di Tchaouna e Candreva.

Ci si aspettava qualcosina in più anche da un giocatore esperto come Shon Weissman. L’attaccante israeliano, arrivato per risollevare le sorti di un reparto offensivo arido e orfano di Boulaye Dia, aveva illuso tutti con il gol all’esordio contro l’Empoli. Peccato che poi, man mano che gli venivano offerte maggiori possibilità anche dall’inizio, si sia trasformato in un ectoplasma, venendo superato nelle gerarchie sia da Simy che dal redivivo Ikwuemesi.

Facendo un totale rendiconto, i nuovi acquisti di gennaio hanno contribuito con un gol e due assist alla causa-salvezza della Salernitana, con 3 punti conquistati nelle 13 partite disputate nel girone di ritorno. Decisamente troppo poco per dare una sterzata ad una stagione cominciata male e che finirà anche peggio.

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