La supremazia in regione è il magro premio che è stato distribuito alla fine del derby tra GeVi Napoli e Givova Scafati, ultimo episodio della stagione regolare per entrambe.
La cronaca di GeVi Napoli-Givova Scafati
La Givova Scafati chiude il suo campionato a fari spenti: troppe palle perse (e poca energia) nel faccia a faccia con la GeVi Napoli, che riscatta la sconfitta dell’andata con un largo 102-90. Punteggio finanche troppo generoso con i gialloblù allenati da Matteo Boniciolli, a cui non è bastato un isolato scatto d’orgoglio nel quarto periodo per duellare da pari a pari con la detentrice della Coppa Italia.
Un mesto finale di partita e di stagione per il quintetto dell’Agro, che si è guadagnato con il minimo sforzo la riconferma in LBA per il terzo anno consecutivo, ma senza squilli di tromba. E le ultime partite di campionato sono lo specchio fedele dell’involuzione di un gruppo che – a salvezza acquisita – ha imprudentemente staccato la spina, nonostante le prestazioni di spessore di Robinson e Rossato – i migliori anche al PalaBarbuto e, in definitiva, gli unici a resistere alle lusinghe dell’estate ormai alle porte.
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I gialloblù si animano con un tiro pesante di Robinson e un gioco da 3 punti di Pinkins (3-6 dopo i primi 2’30”). Neppure i problemi di falli dei lunghi rallentano la corsa della Givova, che si spinge addirittura sul +6 grazie a una penetrazione di Robinson e alla prima tripla della serata di Riccardo Rossato: 7-13 e time-out chiamato da Milicic, che non esita ad allargare le rotazioni, schierando in sequenza Zubcic, Mabor Biar ed Ennis.
Poco a poco, la GeVi alza i decibel del suo gioco, forzando le palle perse degli avversari per poi mettere la testa avanti con Mabor Biar (14-13 al 7′). Di qui in avanti, le due squadre si rincorrono fino alla sirena: Rossato e Blakes segnano ancora dall’arco, Ennis punisce in accelerazione, ripetendosi anche a cronometro fermo. Mabor Biar sigilla dalla lunetta il 25-25 in coda al primo quarto di gioco.
I salernitani riprendono brevemente il comando con Gentile e Robinson (29-31) prima che la Generazione Vincente si accenda dalla grande distanza: Zubcic è il direttore artistico di un sontuoso festival di triple nel quale si esibiscono a turno Ennis, Owens, Lever e De Nicolao. Indietro di 8 lunghezze (39-31), la Givova ribatte con un raro canestro e fallo di Gamble e uno spettacolare quanto effimero alley-oop di Pinkins. Non resta che provare a emulare le acrobazie degli avversari: Blakes è decisamente in forma (48-43 al 18′), ma Zubcic ricaccia di nuovo indietro i corregionali con il tiro pesante del 56-46 a metà gara.
Scafati risale fino al -4, ma si arrende sotto i colpi di Pullen
Il ritorno sul parquet promette bene: parziale di 0-5 firmato in cordata da Blakes e Robinson e distacco dimezzato. La difesa, però, concede fin troppo agio agli ispirati tiratori di Milicic: ancora Lever e Sokolowski a segno per il +10 interno (67-57), ulteriormente ritoccato a cronometro fermo dal giocatore polacco in combutta con Ennis. A corto di idee in regia – complice la prestazione lunatica di Alessandro Gentile, peraltro costretto a rientrare in panchina dopo il quarto fallo – Scafati macina punti con il solo Robinson. Troppo poco, evidentemente, per raddrizzare un bilancio pericolosamente in rosso: gli specialisti De Nicolao e Lever fissano il punteggio sull’85-72 in coda alla terza ripresa.
L’ampio vantaggio assopisce l’attacco della GeVi, che concede agli avversari l’opportunità di ravvivare il derby: break di 0-6 aperto da Mouaha e chiuso da Rossato. Per la prima volta nel corso della serata, la Givova difende con l’intensità e la disciplina che sarebbero servite nei quarti centrali per riavvicinarsi ai battistrada. Un’ipotesi che sembra perfino avverarsi quando Mouaha concretizza in contropiede e Gentile mette a segno l’arresto e tiro del -4 (89-85) con 5′ scarsi sul cronometro. Ma questa non è la sera dei miracoli: Ennis affonda il colpo in accelerazione, Pullen punisce dalle retrovie e anticipa la festa biancoazzurra, che si conclude con la tripla cifra sul tabellone. Suona l’ultima sirena: saluti, strette di mano, pacche sulle spalle. Del diman, anche a Scafati, non v’è certezza.