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Erjon Bogdani: “Stasera all’Arechi a tifare per i granata…”

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Erjon Bogdani si racconta da doppio ex, pronto stasera, dagli spalti dell’Arechi, a tifare per i granata

Era l’anno 2003, quello della Salernitana di Aliberti allenata da mister Stefano Pioli, e quello del ripescaggio in serie cadetta. Ed era l’anno che vide arrivare in granata, dalla Reggina, la torre albanese Erjon Bogdani. Uno che in coppia con Bombardini faceva sognare il pubblico granata. Lui che alla seconda giornata di campionato sbancò al Delle Alpi di Torino ed alla nona regalò ai suoi tifosi la vittoria del derby con l’Avellino. Possiamo dire che le otto reti dell’attaccante di Tirana, dopo ben 15 anni, sono ancora salde nella mente dei tifosi granata. Ma nella sua carriera italiana, costernata da tanti successi e tante maglie, l’attuale tecnico della Nazionale Under 19 albanese ha indossato anche la maglia amaranto del Livorno. Noi di SalernoSport24 lo abbiamo ascoltato in vista della gara che tra qualche ora vedrà impegnate le due formazioni.

Hai indossato le maglie di Livorno e Salernitana, cosa ricordi di quelle esperienze?

“Salernitana e Livorno sono due esperienze diverse calcisticamente, sono stato in entrambe le squadre un solo anno in prestito e una in serie B l’altra in serie A. Quell’anno la Salernitana fu ripescata e ricordo che era un anno con tante squadre di grande livello sportivo e dove militavano tanti giocatori divenuti poi campioni. Fu comunque una annata con mister Pioli abbastanza buona visto, come dicevo, il livello alto di tante formazioni, vedi Fiorentina, Torino, Palermo, Ternana etc, ma credo che se la società a gennaio invece di cedere giocatori importanti avesse rinforzato la squadra alla fine avremmo fatto ancora meglio. A Livorno invece fu un anno terminato con la retrocessione”.

Le due tifoserie a confronto…

“A livello di tifoseria quella della Salernitana ha qualcosa in più, vivono di calcio e la passione per la squadra è più sentita. Io ho avuto un buon legame con i tifosi perché ho sempre dato il massimo in campo, ed i giocatori come me che sudano la maglia sono i più apprezzati. Giocare a Salerno mi servì molto soprattutto perché venivo da un infortunio al ginocchio e ritrovare la continuità ha fatto in modo di continuare in modo positivo la mia carriera. Ricordi? La doppietta al Palermo e non solo”.

Salerno è stata anche una tappa importante dal punto di vista personale.

“Sicuramente. A livello personale mi ha regalato l’amore: mia moglie è salernitana e lo è anche mio figlio. Poi io vivo fra Salerno e Tirana”.

Un calcio italiano allo sbando ed una serie B nel caos ancora oggi. Che ne pensi?

“Mi spiace vedere questo caos in serie B, sicuramente è stato un problema per tante società e tanti giocatori. Sono mesi che va avanti e tutto ciò destabilizza e tende a mantenere meno alta la concentrazione di tutti. Preoccuparsi più di ciò che accade fuori dal campo che del calcio giocato può variare anche gli obiettivi di molti. Un peccato davvero”.

Parlando di obiettivi e calcio giocato, secondo te, quali formazioni possono ambire alla massima serie e dove può arrivare questa Salernitana?

“Sono un allenatore non un mago – ammette sorridendo- ma a parte questo, è una serie B molto strana e lunga, nonostante tre squadre in meno, ed anche abbastanza livellata quest’anno. Qualcosa in più sicuramente lo hanno Benevento, Verona e Palermo ma per ciò che si è visto fino ad oggi tutti devono lottare partita per partita e sudare per vincere. Anche la Salernitana, a parte lo stop con il Benevento, sta ottenendo risultati e la vedo in corsa per fare un ottimo campionato. Sicuramente l’obiettivo principale, per tutti, è sempre mantenere la categoria, ma qualcosa in più la squadra di Colantuono può portarla a casa, i play-off sono alla portata di questa Salernitana. Basta mantenere la continuità nei risultati, come sta facendo, e soprattutto basta che la società si renda conto se manchi qualcosa e magari intervenire nel mercato di gennaio. Però io fino ad ora ho visto una buona squadra, che a parte Benevento, ha avuto poche difficoltà. Poi parlando da tifoso voglio anche io vedere la serie A. Del resto un pubblico ed una tifoseria come quella di Salerno, capace di dare spettacolo con coreografie e cori, merita la massima serie”.

Sicuramente la Salernitana riesce a spuntarla anche senza un ottimo gioco ma per ora è avara di gol soprattutto per quanto concerne il reparto avanzato e per quanto riguarda Milan Djuric che tu conosci.

“Conosco bene Djuric avendo giocato con lui a Cesena, non è un goleador ma è sicuramente un calciatore che in serie B alla lunga può fare differenza. È uno che fisicamente lotta e che di testa è fortissimo, può fare la sponda per attaccanti e centrocampisti, basta che gli siano di rimorchio. Evidentemente fino ad ora non è riuscito ad esprimersi al meglio ma è uno di grande esperienza e riuscirà a sopperire a questo momento. Non sono d’accordo con chi lo fischia ma questo fa parte anche del calcio, tutti in una gara sbagliata possiamo essere fischiati dai tifosi ma importante è avere la forza di uscirne e penso che lui alla fine riesca a dimostrare ai tifosi che anche il suo apporto è necessario. Basta pensare anche a Coda, prima bistrattato e poi apprezzato, lo stesso Bocalon… Bisogna dare tempo e supportare i propri giocatori, cosa che Salerno sa fare molto bene. Poi ricordiamoci che la stagione è lunga e che avere in squadra tanti giocatori forti è importante come importante è far crescere in loro la concorrenza in modo da lavorare al meglio. Poi noi mister li vediamo anche durante gli allenamenti e cerchiamo di mettere in campo quelli che vediamo al meglio fisicamente e mentalmente. Ma ripeto, serve far giocare tutti e mantenerli sulle spine”.

La Nazionale italiana ha passato un brutto momento, tu invece, con la tua Nazionale stai facendo il pieno di esperienza. Come ci si sente ad allenare i migliori giovani della propria nazione?

“Mi spiace che l’Italia calcistica abbia passato un brutto momento ma mi sembra che piano piano sia in ripresa. Per me allenare i giovani della Nazionale Under 19 è una grande emozione ma devo nasconderla con loro. Rispetto ad una squadra di club è più difficile riuscire a trasmettere loro tecnica e gioco perché ci si vede al massimo una settimana ogni tanto. Ma io cerco di insegnare loro soprattutto la passione e le idee che ho imparato negli anni sul campo. Sono felice di questa opportunità, soprattutto dopo aver lavorato con la Nazionale maggiore e dopo l’Europeo in Francia, ma mi sento pronto anche ad altre esperienze. Credo sia arrivato il momento per poter allenare una squadra tutti i giorni, soprattutto per far si che la mia mano da allenatore si veda. Albania o Italia? Bhe, che dire, non è importante per me il luogo ma il progetto.  A me interessa valutare a secondo degli obiettivi che si pone una società, una squadra, ovunque sia, per questo anche mi piace vedere le partite dal vivo ed essere sul posto. Stasera sarò all’Arechi per la partita, poi il 18-20 novembre sarò impegnato con la Nazionale per le amichevoli”.

Visto che sarai sugli spalti, che partita ti aspetti di vedere fra Salernitana e Livorno?

“Sicuramente una partita combattuta. La Salernitana deve mantenere la continuità dei risultato ma anche il Livorno, che ha vinto e gioca bene, deve uscire dal periodo di difficoltà e dai bassifondi della classifica. Guarderò la partita da allenatore obiettivo, chi gioca meglio merita di vincere anche se sicuramente uscirà fuori anche la mia parte da tifoso e quindi spero vincano i granata”.

 

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