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Uno sguardo verso il futuro: il progetto Salernitana come “fabbrica del talento”

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Danilo Iervolino ha mostrato fin da subito la volontà di mettere in pratica dei progetti ambiziosi per l’Ippocampo.  Lo stesso patron Iervolino, a più riprese ha manifestato l’intenzione di consolidare la società, soprattutto per quanto riguarda la crescita dei giovani talenti in orbita Salernitana, ai livelli di club rinomati come: Udinese, Sassuolo e Atalanta. Delle società che si sono fatte da sé e che hanno in comune dei punti fondamentali su cui l’Ippocampo dovrà lavorare.

Iervolino ha le idee chiare: il progetto giovani per la Salernitana

La scadenza era la mezzanotte del 31 dicembre 2021: se la Salernitana non avesse avuto un acquirente prima dello scoccare della mezzanotte sarebbe stata esclusa dal campionato di serie a, tutte le partite del girone di ritorno annullate ed i punti delle partite disputate nel girone d’andata cancellati. A salvare la Bersagliera sul campo (per due anni di fila) e fuori, in quella che si potrebbe definire una vera e propria “zona Cesarini“, è Danilo Iervolino, imprenditore di Palma Campania che ha costruito la sua fortuna con l’Università telematica Pegaso.


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A distanza di tempo il progetto ambizioso di Danilo Iervolino, iniziato dapprima dal precursore Walter Sabatini e continuato poi da Morgan De Sanctis,  sta prendendo lentamente forma con l’obiettivo di costruire una  Salernitana di giovani talenti che possa giocare un bel calcio e consolidarsi nel massimo campionato.

Non è quindi un segreto che lo stesso progetto societario della Salernitana sia finalizzato alla valorizzazione dei giovani, una vera e propria rampa di lancio come accaduto con i vari Pirola, Lovato, Daniliuc e Botheim. Tenere conto delle qualità tecniche con un occhio di riguardo anche alla carta d’identità non è impresa da tutti, l’obiettivo resta quindi quello di svezzare e creare il giusto compromesso tra esperienza e prospettiva futura.

La Serie A penultima per minuti concessi agli under 21, ma occhio all’Atalanta

Tre italiane nelle finali di coppe europee è un risultato che non accadeva da 29 anni, da quegli «aurei» anni novanta dove raggiungere simili traguardi risultava quasi essere la norma per certi club. Insomma, il calcio italiano aspramente criticato da molti, in questa annata si è ritagliato nuovamente il posto che si meritava sul palcoscenico continentale. Ma a conti fatti, e secondo un report di Opta Analyst sull’impiego dei giocatori U21, la Serie A è un campionato che da poca fiducia ai giovani talenti.

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La Ligue 1 è stata la competizione, tra i top 5 campionati europei, a premiare i giocatori Under 21 con il maggior numero di minuti in campo | © Opta Analyst

Il campionato italiano si posiziona al penultimo posto tra quelli che hanno concesso più minuti ai calciatori sotto i ventuno anni nel corso di questa stagione: da agosto 2022 a giugno 2023 in Serie A gli under 21 hanno giocato complessivamente 32.194 minuti. Infatti, in Italia l’unica squadra che punta sui giovani è l’Atalanta.

Se ne è parlato tanto, probabilmente sì. Troppo? Secondo me no. La crescita della società bergamasca è da affibbiare, senza ombra di dubbio, alla famiglia Percassi che in un decennio di presidenza ha predisposto una progettualità ben definita e intelligente: talenti che in breve hanno un exploit, investimenti mirati su giocatori dalle grandi potenzialità che sotto la guida di Gasperini attuano un decisivo salto di qualità, le avventure nelle varie competizioni europee.

La portata straordinaria di questo ciclo gasperiniano è soprattutto la quantità di energia positiva, non c’è nulla di episodico e casuale nella gestione-Gasp. Anzi, da un punto di vista tecnico e tattico si è trovato il giusto compromesso, che molti tecnici arrivano quasi ad ambire, tra tempo e capacità. Una condizione che si raggiunge col tempo, alleato fondamentale di ogni allenatore, e un ambiente che crede in quello che si fa, senza condizionamenti compulsivi legati ai risultati. Un contesto, cioè, che non esonera Gasperini dopo soli 3 punti raccolti in cinque giornate nel 2016/2017.

Una narrazione” che ha portato come risultati un bilancio incredibile che non si limitano solo ai risultati conseguiti sul rettangolo verde, bensì anche quelli che si estendono nell’ambito economico. È quindi necessario mettere in evidenza come il bilancio della società bergamasca sia legato e condizionato dalle operazioni di mercato, una strategia ragionata nell’ottica di una stabilità tra entrate e spese (un circolo continuo che non può essere interrotto). Ed è proprio grazie a tale modus operandi che in rosa non ci sono giocatori che si possono definire incedibili, a patto, però, che arrivi un’offerta ritenuta alla portata.

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Il futuro sembra roseo per il Lione (o per il suo conto in banca), con 11.153 minuti concessi ai giocatori Under 21 durante la stagione 2022-23 | © Opta Analyst

La società bergamasca è sesta, in tutta Europa, in questa speciale classifica: i giovani talenti della squadra di Gasperini sono stati protagonisti per ben 5.574 minuti nel corso delle 39 giornate di Serie A 2022/23. Tra questi il calciatore dell’Atalanta ad aver accumulato più minuti in campo è stato il difensore Giorgio Scalvini, con 2.344 minuti passati sul terreno di gioco – più di 60 a giornata, in media. Alle sue spalle si posiziona Rasmus Højlund, con 1.832 minuti accumulati nel corso della stagione.

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Wahi ha preso parte a 24 gol in Ligue 1 con il Montpellier in 2.530 minuti nel 2022-23, con 19 gol e cinque assist, spicca il nome di Rasmus Højlundc | © Opta Analyst

L’attaccante danese rappresenta anche il terzo calciatore under 21 in Europa più efficace sottoporta quest’anno. Højlund, infatti, ha segnato nove gol in campionato, al pari di Gabri Veiga del Celta Vigo, tre in meno rispetto a Jamal Musiala del Bayern Monaco e dieci in meno rispetto a Elye Wahi.

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L’U21 ad aver collezionato più minuti in questa stagione di Serie A, tra i top cinque campionati europei, è l’ex Udinese Udogie | © Opta Analyst

Il calciatore della Serie A ad aver collezionato più minuti in questa stagione tra i top cinque campionati europei (nella stagione 2022-2023) non è però dell’Atalanta, ma dell’Udinese. Il terzino azzurro Destiny Udogie, infatti, ha passato quest’anno 2.174 minuti sul terreno di gioco (più di 57 per match), risultando il terzo under 21 più presente tra i top cinque campionati europei: prima di lui ci sono soltanto Castello Lukeba del Lione con 2.985 (quasi 80 a partita) minuti e Arnau Martinez del Girona con 2.735 minuti passati in campo.

Una Serie A con l’età media più alta poi i modelli di Udinese e Sassuolo

Si è parlato di Atalanta, ma anche i bianconeri dell’Udinese hanno una rosa di giovani importanti. Negli ultimi anni a Udine si è vissuto un certo, come piace erroneamente definirlo da alcuni, “snobismo” da parte della proprietà, che tutt’ora gestisce altre due società: il Watford in Inghilterra e il Granada in Spagna. Infatti, proprio negli ultimi otto anni il rischio di una possibile retrocessione si è presentato in più di un’occasione, ma  è stato sempre scongiurato; anzi quello che molti non si aspettano e che la squadra non ha trascorso tante giornate in zona rossa, solo una decina, e mai nel girone di ritorno.

Insomma, l’Udinese resiste e persiste in Serie A da quasi 30 anni (dalla promozione del 1995 con Zaccheroni in panchina) anche grazie ad un processo di aggiornamento compiuto in definitiva con l’arrivo di Sottil come guida tecnica, un twist che ha ridato coerenza al nesso: scouting-campagne acquisti-progetto tecnico. Non è un caso che tra le fila bianconere siano passati giocatori di grande caratura: il portiere del Napoli e neo-vincitore dello scudetto Alex Meret, l’argentino Juan Musso (entrato a pieno regime nel giro della nazionale), così come Rodrigo De Paul e Nahuel Molina dell’Atletico Madrid. Una filosofia che contraddistingue l’Udinese è proprio lo scouting e il coraggio, due fattori che portano ogni anno alla “Dacia Arena“- stadio di proprietàtalenti sconosciuti da ogni parte del mondo.

1) Rodrigo De Paul (centrocampista) ceduto per 35 milioni all’Atletico Madrid comprato per 10 milioni (Valencia, 2016)
2) Marco Amoroso (attaccante) ceduto per 28 milioni al Parma comprato dal Flamengo (1996)
3) Alexis Sanchez (attaccante) ceduto per 26 milioni al Barcellona comprato per 3 milioni (Cobreloa, 2006)
4) Alex Meret (portiere) ceduto per 26 milioni al Napoli cresciuto nel settore giovanile
5) Stefano Fiore (centrocampista) ceduto per 25 milioni alla Lazio comprato per 9,7 milioni (Parma, 1999)
6) Juan Cuadrado  ceduto alla Fiorentina per 20 milioni (+1 di prestito l’anno prima) comprato dall’Independiente Medellin (2009)
7) Juan Musso (portiere) ceduto per 20,5 milioni all’Atalanta comprato per 4 milioni (Racing, 2018)
8) Nahuel Molina (difensore) ceduto per 20 milioni all’Atletico Madrid prelevato a zero (Boca Juniors, 2020)
9) Destiny Udogie (difensore) ceduto per 18 milioni al Tottenham (20 compresi i bonus) comprato per 4 milioni (Verona, 2021)
10) Kwadwo Asamoah (difensore) ceduto per 18 milioni alla Juventus comprato per 1 milione (Bellinzona, 2009)

Una vera e propria “multinazionale” con una rosa che, quest’anno, è composta per circa l’80% di stranieri, con una rete di osservatori che portano almeno un paio di giocatori dalle potenzialità importanti per poter diventare giocatori di livello (ad oggi con un’età media di 26 anni e 183 giorni). Anche il vivaio non scherza, e non è un caso che molti giovani possano seguire la farsa riga di Pafundi, tra i tanti Ebosele, Camara, Vivaldo, Cocetta, Abankwah, Guessand.

Anche il Sassuoloche da anni milita tranquillamente a metà classifica, e che è arrivata a disputare l’Europa League pur rappresentando una cittadina di 40mila abitanti, è in primis, forse il fulcro dell’intero modello delle squadre citate, un’azienda sana: l’ultimo bilancio pubblicato, quello chiuso al 31 dicembre 2022 (i neroverdi, essendo un ramo dell’azienda Mapei non chiudono i bilanci tenendo presente della stagione sportiva, dunque a giugno, ma come una vera e propria azienda lo chiudono alla fine dell’anno solare) è nuovamente un bilancio con un risultato netto positivo, pari a 1,4 milioni. Dopo il -13,8 dello scorso anno.

I neroverdi, inoltre, hanno un rendimento positivo sul calciomercato ed è la miglior squadra di Serie A per sostenibilità della rosa, un parametro costruito dall’osservatorio calcistico CIES sulla base di tre rilevazioni statistiche – età media dei calciatori in organico, incidenza del mercato sulle scelte dell’allenatore, politica contrattuale – che passano dalla mente, e anche braccio, dell’a.d. Carnevali. Si citano Antiste, Flamingo, D’Andrea, Volpato, a seguire Missori e Miranda; rinomati i giocatori come Raspadori, Locatelli, Frattesi. Insomma, neanche il Sassuolo scherza (età media di 26 anni e 212 giorni). Trend opposto per l’Inter, il Milan, Napoli, Roma e Lazio, squadre che puntano poco sugli under 21, conseguenza che si riflettere in un campionato che ha una media di età 26 anni, la più alta degli ultimi decenni.

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Manuel Locatelli e Giacomo Raspadori, i due grandi protagonisti delle scorse stagioni targate Sassuolo; poi convocati dal ct dell’Italia Roberto Mancini | © Tiziana Fabi/Getty Images

Risulterebbe essere riduttivo monopolizzare tutto a un modello di scouting  e ad una scelta del player trading. Di pari passo con la crescita costante della squadra maschile senior si è scelto, da parte dei dirigenti, di differenziare i ricavi e gli investimenti: il settore giovanile è cresciuto notevolmente, fino ad arrivare alla vittoria del Torneo di Viareggio 2017; la squadra femminile, fondata nel 2016, è diventata la terza forza del campionato di Serie A; a giugno 2019 è stato inaugurato il Mapei Football Center, complesso sportivo da 45mila metri quadri con sei campi da gioco; si sono svolti diversi interventi di ristrutturazione del Mapei Stadium, impianto di proprietà acquisito nel 2013. Non è infatti un caso che la stessa società granata si avvii all’acquisto dello zona dove risiederà il cento sportivo. Tutte scelte finalizzate a conseguire la stessa strada con il l’obiettivo di raccogliere gli stessi risultati proficui citati fino ad ora.

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Negli anni post promozione in Serie A i ricavi del club sono cresciuti proporzionalmente in tutti i settori | © sport business management

La scelta strategica su cui si incammina la società granata è ben definita, cioè mirare a trasformare la Salernitana in una fucina di talenti. Ad oggi si cerca tra le altre cose di ringiovanire un organico che, attualmente, è il più anziano della Serie A a pari merito con Roma e Genoa, con un’età media di 26,5 anni.

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