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Toro scatenato, Salernitana al palo: prima vittoria ancora rimandata

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Il tris del Torino all’Arechi lascia la Salernitana l’amaro in bocca per la prima sconfitta casalinga stagionale e la seconda consecutiva in campionato.

I granata hanno provato a restare a galla grazie alla qualità di Candreva e Cabral, ma quest’ultimo è stato fermato dal palo e dall’arbitro Giua, che non concede un rigore solare.

Nessun alibi, tuttavia, per la compagine allenata da Paulo Sousa, apparsa per larghi tratti della gara in confusione nel gioco e poco efficace in zona realizzativa.

Il trainer portoghese lancia ancora Botheim nell’undici titolare, forse perché si fida poco dell’integrazione in organico di Ikwemesi e anche per mostrare a presidente e DS la qualità della rosa nel reparto offensivo.

I granata certamente pagano tecnicamente e mentalmente la querelle Dia, rientrato a Salerno dopo una lunga telenovela che mediaticamente non non ha dato valore aggiunto al club e ne ha indebolito le fila in campo. L’affetto per un idolo al giorno d’oggi, e in un mondo sportiva senza più “bandiere”, spesso non viene ripagato. Tanti calciatori rincorrono grandi bottini e sogni di gloria, impermeabili all’amore della gente.

Sousa ha ammesso senza ma la sconfitta ma ha ribadito nel post partita la propria motivazione nel guidare la nave in porto, dopo mesi di chiare e dirette invettive sul calciomercato operato dalla società di via Allende. La strategia del club è apparsa lampante fin da subito (da capire se effettivamente condivisa con tecnico). Riscattati Dia e Pirola la società ha sostanzialmente confermato l’organico protagonista della salvezza, escludendo Vilhena e Piatek e aggiungendo delle giovani scommesse.

Il piano non è andato giù evidentemente all’ambizioso trainer, più o meno legittimamente, che ha definito la rosa meno competitiva dello scorso anno. Di conseguenza, la squadra, ha perso evidentemente in fiducia, non ha solo patito certe defezioni importanti come quella del centravanti senegalese e di Lassana Coulibaly.

Al resto hanno pensato gli errori difensivi di singoli, la maggior compattezza e qualità complessiva del Torino e le continue girandole nei ruoli di alcuni elementi. La Salernitana fatica a trovare identità del gioco, solidità difensiva e la via del gol. Certo, al momento anche la Dea bendata si è voltata dall’altra parte, assieme agli arbitri delle ultime due gare.

Questo non assolve certe valutazioni tecniche, nonostante siano trascorse solo quattro giornate del torneo. In massima serie può essere pericoloso affidare il reparto offensivo ad un solo calciatore di spessore, peraltro con la testa proiettata verso altri palcoscenici. Le scommesse possono integrare in intelaiatura già robusta e affidabile, nelle prime scelte e nelle primissime alternative. Coulibaly in mediana è fondamentale e orfano di caratteristiche di pari livello, quantomeno per giocare con un due elementi e far ripartire il gioco. Bohinen e Legowski, per motivi rispettivamente di passo e di esperienza, non sembrano attualmente offrire le dovute garanzie alla causa con lo spartito tattico adottato da Sousa.

Al netto di ciò che la proprietà deve analizzare e dovrà operare per tempo per migliorare l’organico, al fine di tutelare innanzitutto i propri investimenti ed interessi, occorre superare il momento negativo e invertire il trend immediatamente.

La condizione mentale è precaria, l’umore non è dei migliori ma il gruppo ha le potenzialità per venir fuori dal periodo critico e riprendere quota in classifica.

La preoccupazione del popolo granata è naturale e comprensibile ma adesso è il momento di gettare acqua sul fuoco e lasciar lavorare le varie componenti chiamate a risollevare le sorti della Bersagliera.

La tifoseria, semplicemente epica e commovente anche contro il Toro fino al novantesimo, è e resterà vicino alla squadra, come dimostrato ieri. Sostegno incondizionato per tutta la partita, nonostante il triste spettacolo, e applausi di incoraggiamento al triplice fischio finale.

Il tifoso granata sostiene per amore e, memore delle celebri parole di San Matteo non abbandonerà la creatura simbolo della dignità ed appartenenza di una città: “Salerno è mia, io la difendo”.

È bello poter pensare che il Protettore possa mettere la sua mano per affrontare i Ciociari, prossimi avversari del Cavalluccio nel catino dell’Arechi.

Macte animo.

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