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La Salernitana perde, ma convince: la prestazione fa ben sperare

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La Salernitana esce sconfitta dal campo dell’Atalanta, che guadagna tre punti dopo aver incontrato difficoltà non indifferenti. Il passivo di tre gol, infatti, risulta quantomeno immeritato per quel che si è visto in campo.

L’analisi del match tra Atalanta e Salernitana

La Salernitana scende in campo (come preannunciato da Inzaghi in conferenza stampa) con un 4-3-3. Il tridente leggero, composto da Candreva, Dia e Tchaouna, non ha convinto nel corso del primo tempo. Invece, il centrocampo a tre e Costil sono stati le chiavi dell’ottima prima frazione dei Granata.

Gasperini si è affidato al suo classico 3-4-2-1. Ha apportato, però, una variazione importante: a causa delle numerose assenze, il perno del centrocampo, De Roon, è arretrato nel terzetto difensivo.


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Il primo tempo

La solita, intensa, Atalanta riesce a mettere sotto la Salernitana nei primi minuti, non permettendo ai Granata di giocare il pallone nella metà campo offensiva. In una situazione del genere, è evidente l’assenza di una punta centrale fisica, che possa giocare di spalle.

La prima occasione arriva all’8′, su una palla lunga, addomesticata da Lookman e messa al centro per Koopmeiners, che, di testa, trova i pugni di Costil. È la sveglia per la Salernitana, che, meno di 2′ dopo, trova il gol sugli sviluppi di un calcio di punizione: lo schema porta al colpo di testa vincente di Pirola. Per l’Atalanta si tratta della quarta partita casalinga consecutiva finita senza mantenere la porta inviolata. Ad ogni modo, la rete accende la partita, con i bergamaschi che accelerano, ma trovano sempre Ben Costil sulla propria strada.

Nonostante il vantaggio, la Salernitana non riesce ad aprirsi spazi nemmeno in contropiede, né arriva ad infastidire il fraseggio degli avversari. Tuttavia, Inzaghi sembra aver trovato il modo di bloccare gli esterni della Dea, costringendo la squadra del Gasp ad attaccare per vie centrali. L’uscita aggressiva di Mazzocchi e Daniliuc su Zappacosta e Ruggeri, infatti, ha impedito ai laterali neroazzurri di puntare l’uomo nell’uno contro uno.

Il più in palla nelle fila dei bergamaschi sembra essere Ademola Lookman, che, al 22′, impensierisce di nuovo un attento Costil. Tuttavia, nonostante le isolate iniziative individuali, dalla metà del primo tempo, è evidente il calo d’intensità dei padroni di casa. La chiusura degli spazi da parte della difesa granata, quindi, diventa più efficace e i tentativi di ripartenza si fanno più pericolosi.

Intorno al 40′, Gasperini richiama Koopmeiners, abbassandolo quasi sulla linea dei mediani, in modo da permettergli di giocare più palloni. La Salernitana, infatti ha praticamente serrato la trequarti, avvalendosi della solidità assicurata della mediana a tre, guidata da uno strepitoso Coulibaly.

Il secondo tempo

L’Atalanta parte forte, costringendo la Salernitana nella propria metà campo. È Luis Muriel, con un gran destro al volo da fuori area, a pareggiare i conti a due minuti dal fischio d’inizio della seconda frazione. La reazione della Salernitana è immediata: Dia, lanciato da solo in contropiede, va ad un passo dal vantaggio.

La manovra granata resta improntata alla ripartenza, mentre la Dea continua a proporre gioco. Il grande ostacolo resta Costil, che, però, deve capitolare sul piazzato di Pasalic, passato a giocare sulla trequarti in avvio di ripresa. La mossa vincente di Gasperini mette in crisi la retroguardia granata, inerme davanti agli inserimenti del numero 8 avversario.

L’Atalanta si abbassa dopo il gol del vantaggio, concedendo un po’ di campo alla Salernitana, che, tuttavia, non riesce a sfruttarlo. La manovra rimane prevedibile e le idee continuano ad essere poche, mentre i due attaccanti esterni non riescono ad entrare in partita. Intanto, aumenta la pericolosità in contropiede della Dea.

Prima dell’ora di gioco, Inzaghi inserisce Bradaric e Kastanos, al posto di Daniliuc e Tchaouna (mai entrato in partita). Il primo cominciava ad essere in difficoltà, a causa dell’abbassamento della posizione di partenza di Ruggeri, che l’ha reso meno ‘braccabile’. Pochi minuti dopo, con l’ingresso in campo di Ikwuemesi (per Martegani), Inzaghi riesce a dare una nuova arma alla squadra. Con Kastanos (entrato per Maggiore), invece, si passa al 4-2-3-1.

La presenza di un centravanti di ruolo si nota subito (almeno nei movimenti): Ikwuemesi riesce a mettere in difficoltà Carnesecchi partendo sul filo del fuorigioco. Il portiere della Dea, dopo questa grande parata, viene salvato dal palo sul tiro a colpo sicuro di Dia: la Salernitana è in controllo.

Il problema dei Granata è quello di non potersi scoprire: non appena si alza, lascia una quantità esagerata di spazi agli avversari. Il centrocampo a due, evidentemente, non regge; tuttavia, a questo punto della partita, si deve tentare il tutto per tutto.

Il 3-1 dell’Atalanta arriva al minuto 83, su un pallone sanguinoso perso da Gyomber; 6′ dopo, Miranchuk cala il poker e, di fatto, la gara si chiude qui. Si tratta di una punizione fin troppo severa per una Salernitana che ha giocato una buona gara e, a tratti, è parsa capace di pareggiare.

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