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[VIDEO] – Caetano Calil. L’emozione ha una voce, quella dell’ex bomber granata

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Il brasiliano Caetano Calil racconta il suo amore granata

La chiacchierata con il “principe granata Calil” ci ha portato alla mente una famosa frase di una canzone: “Io non so parlar d’amore, l’emozione non ha voce”. Una poesia d’amore verso qualcuno che è emersa dalla voce commossa ed emozionata del trentaquattrenne brasiliano che ha fatto sognare il popolo granata nella stagione dell’ultima promozione. Un amore vero per i nostri colori che ancora si evince dopo anni.

“Quello vissuto a Salerno è stato un anno bellissimo. Uno dei periodi più belli della mia carriera sportiva e non solo, non posso non amare città e maglia. Anche umanamente mi ha dato tanto.  Salerno è una città che vive di calcio e di Salernitana e lì ho trascorso un anno sereno, felice. Ricordo man mano che arrivavano le vittorie e la possibile conquista della serie B che saliva entusiasmo in me, nel gruppo e fra i tifosi che ci hanno sempre supportato. Eravamo un gruppo fantastico, tutti bravi ragazzi che volevano dare e lasciare un magnifico ricordo. Tutti uniti noi e insieme allo staff e la dirigenza abbiamo raggiunto l’obiettivo che ci eravamo prefissati”.

Ma dopo una festa, colorata di granata, in una giornata con un Arechi pieno e felice, arriva per uno dei principali artefici della promozione, il “dramma sportivo”: la non riconferma.

“Un momento bruttissimo che mi fa ancora male. Provo ancora tanta rabbia mista a tristezza e delusione per come sono andate le cose dopo la promozione. Per la verità ancora oggi non so il perché la mia avventura granata sia finita. So solo che presi una strada diversa dopo che il mio procuratore mi disse che la società aveva preso già altri giocatori e che io non rientravo più nei loro piani. Non so chi ha giocato sporco, del resto non avevo avuto alcun tipo di problema con la società, non si era parlato di nulla, né di cifre né di altro. Certo nessuno mi ha fermato nella decisione che presi ma evidentemente a qualcuno faceva comodo mandarmi altrove”.

E se ti arrivasse ora una chiamata dalla dirigenza granata?

“Sono anni che aspetto questa telefonata ma penso che vista anche l’età non arriverà mai. Certo la speranza è l’ultima a morire, sarei davvero felicissimo di poter indossare ancora quella maglia e rivivere le emozioni che quella curva e quello stadio sanno dare”.

Visto che da grande amante e tifoso segui la Salernitana ti sarai però accorto che quello stadio non è pieno come prima, anzi, molti tifosi non credono ad un futuro oltre la serie B con questa società.

“Veramente non è un problema solo di Salerno, il pubblico si allontana un po’ ovunque. Sicuramente i tifosi granata hanno aspettative alte e non vedendo risultati concreti perdono l’entusiasmo. Ma la serie B è dura, bisogna creare le basi ed essere pazienti. Squadra, società ed ambiente devono ambire insieme allo stesso obiettivo e per quanto concerne i giocatori arrivati in questi anni non mi sembra fossero scadenti. Per me son state formazioni competitive anche se non hanno centrato i play off. Il campo è un’incognita e i fattori che servono per i risultati sono tanti. Non servono grandi nomi, vedi Crotone due anni fa e vedi questo campionato. Per me Palermo e Bari avevano una formazione migliore rispetto a quella del Frosinone eppure non sono riuscite a salire in serie A. Che la società granata non voglia la massima serie penso sia una cavolata, conosco il patron e non credo assolutamente usi la Salernitana come satellite della Lazio, anzi. Bisogna solo aspettare il momento giusto e fare programmi con oculatezza altrimenti si rischia poi di fallire e una piazza come Salerno che merita ben altri palcoscenici non deve e può permettersi altri sbagli”.

Nel frattempo sei nel Centro Tecnico di Coverciano  in ritiro e alle prese, anche, con corso da allenatore.

“Si, sono impegnato da qualche giorno in questa avventura ma, anche se nel calcio non devi aspettarti nulla, io attendo sempre di poter tornare a Salerno, lontano sono davvero triste”.

Tanti nomi si fanno in attacco in queste ore ed anche di calciatori con qualche anno in più di Caetano Calil. Certo dalla loro hanno esperienza ma non manca neanche al brasiliano visto la carriera prima di Salerno e dalla sua ha anche l’amore viscerale per la maglia che nel calcio attuale, privo di bandiere, è un fattore da non sottovalutare.

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