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Mauro Chianese: “La voglia di tornare ad allenare è tantissima. Aspetto il progetto giusto”

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Intervista a mister Mauro Chianese. Tanti i temi affrontati con l’allenatore salernitano: dal progetto giovani alla sua voglia di ritornare ad allenare.

Mauro Chianese: “Giovani fondamentali nel…”

Mauro Chianese, classe 1973, è un allenatore nativo di Salerno. È un allenatore che ha lavorato a stretto giro con numerosi settori giovanili. La sua carriera inizia con la Cavese nel 2008 dove vi rimane fino al 2010. Passa nel settore giovanile della Salernitana dove dove la permanenza dura appena un anno, per poi approdare in quello della Nocerina. Lecce, Salernitana e Napoli le sue ultime esperienze a contatto con le giovani promesse. Nel 2015 inizia la sua carriera da allenatore in prima squadra con l’Aversa Normanna, poi a seguire Portici, Brindisi e Savoia.

La stagione 2021-2022 che non si è chiusa nel migliore dei modi. Cosa secondo lei non ha funzionato al Brindisi?

«È una citta bellissima ed ha una tifoseria importante. Tutti parlano di progetto, ma in Serie D questa parola non esiste. Il progetto è basato solo sui risultati e non sulla crescita dei giovani. Si è partiti con numerosi ragazzi, e alcuni over. Io ho giocato mediamente con 10/11 under a partita contando le sostituzioni con una media di 18 anni e mezzo, molti con le prime esperienze in Serie D. Da una parte siamo stati anche sfortunati perché le prime quattro gare le abbiamo giocate praticamente fuori casa. Quando sono andato via, però, sono stati presi una ventina di giocatori. Questo non deve essere un alibi. Anche se nelle prime sei partite abbiamo incontrato: il Francavilla che ha chiuso secondo, il Bitonto che lottava per il campionato e la Nocerina; sulla carta siamo stati sfortunati perché abbiamo trovato squadre che lottavano per obiettivi diversi dai nostri. Sono contento però che il Brindisi si sia salvato perché la piazza merita altri palcoscenici». 

C’è tanto settore giovanile nella sua carriera, ma anche esperienze con prime squadre. Quali sono i ricordi più belli che porta con sé?

«Esperienze ne ho fatte tante. Lavorare con i giovani è sempre bello. Quando ho allenato il Lecce c’erano calciatori come: Kalombo, Di Mariano, Luperto, Rosafio, Malcore. C’erano tanti calciatori che attualmente nel panorama calcistico stanno facendo bene. Ho allenato Rossetti ora al Piacenza, Martiniello  che ha fatto la differenza a Cava. Allenare i giovani è molto bello perché ti interfacci con giovani che hanno voglia di emergere e di spaccare il mondo. Mi dispiace per tanti giocatori che avevano possibilità di sfondare ma non ci sono riusciti. Ho allenato per dodici anni nei settori giovanili».

Ha qualche rimpianto?

«Un rimpianto è quello della gara scudetto persa con il Novara a Salò con l’Aversa Normanna. Arrivare secondo sui 180 squadre è tanta roba ma si deve vincere. Sono arrivato quarto nel girone del Bari con il Portici è stata una soddisfazione, il rimpianto è che l’anno successivo mi hanno cercato tante squadre anche di Lega Pro ma per una scelta di cuore sono rimasto a Portici. Un altro rimpianto è stato anche andare dal Savoia senza mai perdere. Pareggiammo 5 gare con squadre dal calibro di Vis Artena, Nocerina, Monterosi non proprio le ultime della classe. Credo fortemente nel lavoro del mio staff e quindi bisogna rimanere senza a testa alta. Non dimentichiamoci che noi siamo dei privilegiati insieme ai calciatori».

Cosa pensa delle campane che parteciperanno al prossimo campionato di Serie D?

«La Cavese ambirà sicuramente alla vittoria del campionato vista la delusione dello scorso anno. A Cava c’è un presidente importante ed ha un direttore sportivo di spessore. Aggiungo anche la Casertana che si sta rinforzando, il Nola anche si sta rinforzando prendendo l’ex collaboratore di Cannavaro non l’ultimo arrivato come allenatore. Spero anche la Paganese e il Portici possano risolvere le proprie problematiche. Bisogna ricordare che ci sono aziende dietro a queste società e bisogna portare rispetto. Il Santa Maria, invece è una bellissima realtà, società solida. Le campane alla fine diranno sempre a loro però il campionato di Serie D è estremamente difficile perché vincono solamente 9 squadre su quasi 170 società».

Al momento c’è qualche squadra che ha richiesto mister Chianese? Quanta voglia c’è di rimettersi in gioco?

«La voglia è tanta, anzi tantissima. Non faccio altro, da anni faccio solamente l’allenatore, vivo di calcio. Sono stati fatti tanti errori, sarei un’ipocrita nel dire diversamente. Errori di valutazioni, errori di scelte. Grazie a questi errori si può sempre migliorare. Non si dorme la notte per quanto lo si ami, perché manca il campo, il confronto con la tifoseria e con i calciatori, manca l’odore dell’erba. Ho avuto varie proposte. Ho parlato con tante società però, allo stato attuale non ci sono situazioni congrue per me. C’è bisogno di una società solida alle spalle e di persone che credano nel progetto». 

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Ugo D'Amico
Ugo D'Amico
Classe 1996, giornalista pubblicista dal 2022 e prossimo alla laurea in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali. Nato praticamente con una palla tra i piedi, ma vista la scarsa qualità il sogno ora è di raccontare le mille emozioni che regala quel magico prato verde. Sono cresciuto seguendo le gesta di: Del Piero, Buffon, Ronaldo, Messi e tanti altri. Appassionato di calcio locale, passione che permette di capire a 360° le innumerevoli sfaccettature che sono presenti in questo fantastico mondo.

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