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Le dichiarazioni di Ferullo e Agovino dopo le pesanti sconfitte esterne

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Settimana negativa per due delle tre salernitane del Girone H di Serie D, ossia il Santa Maria Cilento e la Paganese, entrambe battute nelle trasferte di Palma Campania e di Andria.

Serie D, KO pesanti per Santa Maria e Paganese

Al termine delle sfide contro Fidelis Andria e Palmese, Osvaldo Ferullo e Massimo Agovino hanno commentato quanto visto da loro in campo: una complicata domenica per le due formazioni salernitane.


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Ferullo: “Non siamo entrati in campo, la salvezza dobbiamo costruircela da soli”

«Oggi non siamo entrati in campo, si può spiegare così il risultato, al di là dei meriti e della forza della Fidelis Andria. Se perdi tutti i duelli, non mostri la giusta cattiveria e arrivi secondo su ogni palla, con la qualità dei singoli dell’Andria, il risultato è una conseguenza. Nei due giorni pre-gara i ragazzi si sono allenati con il giusto piglio e con la giusta concentrazione. Ricordiamo che questa squadra deve salvarsi. La salvezza dobbiamo costruirceladasoli, fare corsa su noi stessi. Dobbiamo ricompattare il gruppo e rialzare la testa per preparare al meglio la partita contro l’Altamura».

Agovino: “Mostrato la peggior versione di noi stessi, questa squadra è costruita per la salvezza”

«La Paganese ha tirato fuori la sua peggior versione quest’oggi. Ho fatto una riflessione col mio collaboratore: “la Paganese non è mai stata in grado di vincere questo tipo di partite”. La nostra è una squadra costruita per salvarsi, lo ripeto. Diamo la versione migliore di noi stessi solo quando affrontiamo avversari più forti, in altri casi, invece, la squadra si scioglie».

«Con Palmese, Manfredonia, Rotonda, Gallipoli puoi guadagnare punti, noi invece non li otteniamo mai. Il calcio è diverso, non è una questione di approcci: è questa la forza della nostra squadra. Noi siamo questi, non siamo altro, e non sto mettendo le mani avanti. Alcuni colleghi, vedendo la squadra giocare un grande calcio contro Gelbison, Fidelis e Barletta, pensano che Agovino abbia la Ferrari in mano, ma che non sappia guidarla bene. La verità non la si vuole vedere. Se questa squadra ha dei limiti, certamente è anche colpa mia».

«Abbiamo lavorato tante ore sulle linee difensive e pensavo di aver trovato la quadra, ero sereno. La squadra, infatti, era riuscita a subire soltanto quattro gol in sette sfide. Oggi prendiamo dei gol dove bisognerebbe mettersi a piangere (amareggiato n. d. r.). Per quanto riguarda il primo, come si fa a prendere un gol del genere? Il secondo? Una roba imbarazzante».

«Io ci metto la faccia. La Palmese l’ha preparata per non farci giocare, ha fatto bene. Hanno chiuso gli spazi e noi non riuscivamo a giocare dentro, ma solo sulle ali. Ci hanno costretto a giocare un calcio che la squadra riconosce poco. Salvo solo Ianniello e il 2005, gli altri, compreso me, non sono venuti a Palma Campania per giocarsela».

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Elio Granito
Elio Granito
Sono un ragazzo di 28 anni, laureato in “Scienze delle attività motorie, sportive e dell’educazione psicomotoria”, prossimo a conseguire il secondo titolo, quello specialistico. Creativo, perfezionista, ambizioso. Mi ritengo una persona educata, sensibile, assertiva e altruista. Aspetti risultati sinora determinanti nelle varie relazioni avute all'interno del mondo del giornalismo, con diverse figure di rilievo, e, soprattutto, per comprendere il reale valore, la potenza e il dono di ogni singola parola. Amo il giornalismo pulito, che ha necessità di essere raccontato. Generalmente parlo di calcio, ma ho piacere di spaziare su più fronti. Il mio desidero più grande resta quello di migliorare le mie capacità puntando all’eccellenza. Basi solide, pragmatismo e pensiero creativo: sono le peculiarità sviluppate principalmente in questi anni in cui ho compreso l'amore e la passione per la divulgazione di pensieri, messaggi e valori positivi, utilizzando come strumento lo sport e la mia "penna".

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