Come di consueto, insieme al turno di campionato, torna la nostra rubrica riservata all’intervista al collega avversario. Ecco le opinioni del giornalista Giuseppe Palomba in vista della gara di domani all’Arechi tra Salernitana e Pordenone.
Qui Pordenone, intervista al collega avversario Giuseppe Palomba
Tra poche ore, allo stadio Arechi, si affronteranno due compagini dalle aspettative e, soprattutto, dagli umori differenti. Se da una parte troveremo un Pordenone sempre più seconda forza del campionato e a caccia dell’ennesimo risultato positivo della stagione, dall’altra ci sarà una Salernitana che continua a non esprimersi ai massimi livelli. Gli uomini di Ventura, infatti, da oltre due mesi, continuano a far fatica dopo aver perso la verve di inizio campionato. Al momento, per la Salernitana, la zona play-off dista, nonostante tutto, appena due lunghezze. L’obiettivo della Banda Ventura è quello di riagganciare il treno play-off già a partire dalla prossima sfida contro la truppa guidata da Attilio Tesser. I neroverdi, dal canto loro, si presenteranno all’Arechi senza alcun assillo di classifica e, soprattutto, con la voglia di confermarsi ai piani alti della graduatoria. A tal proposito, abbiamo affidato la presentazione del match su sponda neroverde alla penna di Giuseppe Palomba, direttore di Tuttopordenone.com, nonché conduttore di “Sport Nordest” e della trasmissione “Pordenone Sport” in onda su Udinese Tv.
Ciao collega. Questa, come tante altre per il Pordenone di quest’anno, rappresenta una sfida assoluta. È un campionato delle prime volte per i ramarri. I neroverdi hanno le potenzialità di rimanere là dove sono?
«Il Pordenone, considerato il brillante inizio di stagione, è sicuramente la squadra che più ha sorpreso in questa serie BKT, o almeno questo è quello che vede l’Italia. Io, dal canto mio, vedo una società in continua crescita che ha saputo assemblare un roster importante che ben poteva figurare quest’anno, ma non avrei mai pensato di vederlo secondo da 4 turni consecutivi. Vederli giocare è un piacere, e credo che la classifica attuale rispecchi i valori espressi in campo dai neroverdi. Quanto può durare e dove può arrivare questa squadra non lo so, è difficile da pronosticare. Non credo al secondo posto, ma sarei veramente contento di essere smentito…»
La Salernitana non sta facendo il campionato che ci si attendeva, ma forse ora sta ricacciando la testa da sacco. Chi toglieresti ai granata?
«La Salernitana spaventa in ogni reparto. Sicuramente Di Tacchio, Kiyine e Djuric sono giocatori importanti in questa categoria. Per quanto riguarda l’attuale posizione sono concorde e sicuro che nel girone di ritorno la Salernitana risalirà la classifica e potrà stabilizzarsi nelle prime 8 posizioni e, di conseguenza, giocarsi i Play-Off».
Quanto mancherà De Agostini? A proposito: il padre, protagonista in Italia tra gli ’80 e i ’90, si vede spesso allo stadio?
«Sono contento di rispondere a questa domanda perché di questo ragazzo si parla sempre molto poco. Michele, oltre ad essere il capitano, (assieme a Strizzolo) è un friulano doc. La categoria se l’è conquistata sul campo e, nonostante l’età e lo scetticismo iniziale degli addetti ai lavori, dimostra partita dopo partita di essere non solo competitivo ma anche trascinatore di questo gruppo. Sono sicuro che sarà anche lui all’Arechi come un buon capitano deve fare nonostante la squalifica. Per quanto riguarda Gigi, ho avuto modo di vederlo al Bottecchia nella passata stagione in occasione della vittoria della Super Coppa di serie C vinta dai Ramarri. E’ stato bello vederlo emozionato con tutta la sua famiglia per i successi di Michele».
Chi sarà il protagonista del match?
«Per quanto riguarda il Pordenone, non ci sono prime donne ma è il gruppo a fare la differenza. Mi aspetto la solita squadra, ben messa in campo da mister Tesser e capace di giocarsela alla pari contro tutte nonostante, classifica attuale a parte, i valori tra i granata e i neroverdi siano siano a vantaggio dei primi. Mi aspetto il solito Pordenone, quello capace di stupire non solo noi del territorio, ma tutta Italia. Certo, giocare in una piazza importante, in uno stadio di blasone come l’Arechi, con una tifoseria importante come quella granata, non sarà facile. La Salernitana, inoltre, è stata costruita con obiettivi ben diversi dai Ramarri che sono comunque una matricola e hanno l’obbligo di continuare questo percorso ragionando in quanto tale. Bisogna prima cercare di arrivare quanto prima ai 40/42 punti equivalenti alla salvezza e poi, eventualmente, si potrà pensare in grande. Ho fiducia nella squadra, ma credo sia una trasferta impegnativa e difficile. Ci vorrà una grande prestazione per portare via dei punti da Salerno».