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Rijat Shala: “Seguo sempre la mia Salernitana. All’Arechi due anni bellissimi”

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Intervista a Rijat Shala, ex centrocampista della Salernitana degli ultimi anni dell’era Aliberti. Un calciatore che, senza ombra di dubbio, è ancora apprezzato nell’ambiente del tifo granata.

Rijat Shala e la Salernitana, un legame indissolubile

A Salerno è rimasto per due stagioni, collezionando 55 presenze e due reti in campionato. Un bottino che ha contribuito in modo determinante alla salvezza sul campo dell’ultima Salernitana nel campionato 2004-’05. Shala è stato uno dei centrocampisti più forti e grintosi degli ultimi anni dell’era Aliberti. Un giocatore che abbinava una grande forza fisica ad un’ottima tecnica individuale e che, soprattutto, ha saputo farsi apprezzare dalla tifoseria granata e dai tecnici che lo hanno allenato. In merito al difficile momento di reclusione forzata per l’emergenza da Coronavirus, gli abbiamo rivolto alcune domande tornando anche, per un attimo, con la mente alla sua esperienza in maglia granata.

Ciao Rijat. Il mondo sta vivendo un momento difficile, forse uno dei peggiori dal dopoguerra ad oggi. Com’è la situazione in Svizzera?

«Il mondo è in una crisi molto profonda e purtroppo i conti li faremo quando tutto questo periodo sarà terminato. Putroppo non possiamo ancora renderci conto che il periodo più difficile e buio dovrà ancora arrivare. Qui in Svizzera sono intervenuti pesantemente a livello economico per andare incontro alle famiglie ed alle varie aziende. Ma, inevitabilmente, la crisi si sentirà molto anche qui».

Prima la vita, ma… in gioco c’è una situazione economica che rischia il collasso a più livelli, non ultima quella del calcio. La UEFA potrebbe chiedere un risarcimento ai vari Paesi? È giusto secondo te in un caso di pandemia? 

«La UEFA con il provvedimento di posticipare l’Europeo di un anno ha fatto la scelta giusta. A parer mio, non c’erano altre soluzioni a riguardo. Per quanto concerne i risarcimenti penso sia molto difficile per la UEFA monetizzare, perché non vedo i presupposti per poterlo fare, in quanto si creerebbero conflitti inutili che sicuramente adesso non farebbero bene al calcio. Dovremmo venirci molto incontro affinché questo momento passi per tutti. In Svizzera, ad esempio, lo Stato ha messo a disposizione 50 milioni di euro alle società per dare un aiuto concreto in questo periodo difficile».

Un giorno, si spera il prima possibile, si tornerà in campo. Sarà difficile, comunque, ricominciare sapendo quanto si è perso ma… “The show must go on”. Secondo te lo Sport, quello pulito, può essere il modo migliore per tornare a vivere?

«Lo sport manca a tutti. Ci sentiamo vuoti perché, innanzitutto, lo sport unisce. Quando accadono situazioni del genere ci rendiamo conto di quanto siamo vulnerabili. Comunque, la vita va avanti. Bisogna sempre guardare avanti con fiducia anche se non sarà facile. Il calcio, da questo punto di vista, può dare una grossa mano».

Segui sempre la Salernitana? 

«Seguo sempre la mia Salernitana, ho passato due anni indimenticabili della mia vita a Salerno. Se si giocherà di nuovo, credo che se la possa giocare con tutti senza problemi. In casa si deve fare la differenza, mancano dieci partite dove tutto potrà ancora accadere. La differenza, come sempre, la farà l’Arechi… ne sono sicuro. Vi faccio i miei più sinceri saluti. Forza Salerno e forza Salernitana sempre».

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Lino Grimaldi Avino
Lino Grimaldi Avino
Lino Grimaldi Avino, giornalista, editore e scrittore. Ha lavorato presso Cronache di Salerno, TuttoSalernitana, Granatissimi ed è direttore di SalernoSport24. Alla radio ha lavorato presso Radio Alfa, e attualmente conduce due programmi sportivi a RCS75 - Radio Castelluccio, Destinazione Sport e Destinazione Arechi. Ha pubblicato due libri: Angusti Corridoi (2012) con la casa editrice Ripostes, e La vita allo specchio - Introspettiva (2020) con la Saggese Editori, con prefazione dello scrittore Amleto de Silva.

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