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In ricordo di Andrea Fortunato, Moreno Torricelli: “Abbiamo condiviso un sogno, peccato le strade si siano interrotte in quel modo”

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In occasione del 25esimo anniversario della scomparsa del calciatore salernitano, Andrea FortunatoSalernoSport24 ha deciso di ricordare il giovane figlio di Salerno strappato troppo in fretta dal calcio e dalla vita. Tramite una serie d’interviste esclusive proveremo a tenere vivo il ricordo di Andrea per tramandarne la sua storia ad i più giovani che non l’hanno potuto conoscere. 

Moreno Torricelli ricorda Andrea Fortunato

Abbiamo avuto il piacere di raccogliere le parole di Moreno Torricelli in occasione del 25esimo anniversario della scomparsa di Andrea Fortunato.

Torricelli, come ci ha raccontato lui stesso, ha trascorso molto tempo con Andrea Fortunato sia dentro che fuori dal campo. I due terzini, infatti, si conobbero già nel 1984 ai tempi del settore giovanile del Como; le loro strade si divisero per poi ritrovarsi dopo ben 8 anni, nel 1992, da avversari in Serie AFortunato al Genoa e Torricelli alla Juve.

In bianconero, dal 1993, hanno ricominciato a condividere spogliatoio e buona parte di vita al di fuori del terreno di gioco. Nonostante il destino si sia messo di traverso, Torricelli porta ancora con sé un ricordo lucido ed affettuoso dell’ex compagno.

La carriera di Moreno Torricelli

La carriera di Moreno Torricelli rappresenta la classica favola a lieto fine, dove impegno e dedizione portano in alto. Torricelli, dopo una lunga trafila nel settore giovanile del Como, iniziò a giocare nel campionato di Promozione lombarda. Dopo alcune buone stagioni approda alla Caratese, di Carate Brianza, in Serie D nel 1990 e dopo 2 anni, nei quali lavora anche in fabbrica come operaio, realizza il sogno nel cassetto. Nel corso di un’amichevole con la Juventus riesce a stupire il Trap e, dopo un periodo positivo di prova, si ritrova, a sorpresa, titolare in Serie A.

Con la maglia bianconera, in 6 stagioni, vincerà di tutto e guadagnerà anche l’Azzurro della Nazionale. Nel 1998 approda alla Fiorentina, dove vincerà un’altra Coppa Italia nel 2001, per poi concludere la sua carriera tra Espanyol e Arezzo.

Il 25 aprile del 1995 ci lasciava Andrea Fortunato, cosa ricorda di quel giorno di 25 anni fa?

«Ho molti ricordi tristi, ma la vita è così, bisogna sempre sapersi rialzare».

Molti non lo ricorderanno, ma lei ha avuto modo di conoscere Fortunato già ai tempi del settore giovanile del Como.

«Ricordo molto bene i primi momenti in cui conobbi Andrea, era il 1984 e lui venne da Salerno che non aveva nemmeno 14 anni. Tutti noi eravamo incuriositi da questo ragazzo anche perché era l’unico che veniva da fuori regione. Abbiamo trascorso poco più di un mese insieme perché io poi andai via in prestito e riuscii ad incontrarlo nuovamente solamente nel 1992. Dopo ben 8 anni ci siamo incontrati in campo, da avversari ed in Serie A, un qualcosa di impensabile. Ci ricordavamo bene l’uno dell’altro e nel corso della partita, giocando sulla stessa fascia, abbiamo rivisto quei due piccoli adolescenti che si sfidavano. Il sogno nel cassetto che diventa realtà!».

L’anno dopo, invece, vi siete ricongiunti alla Juventus.

«Lui venne preso dalla Juve e tutto fu ancora molto più bello perché condiviso. Trascorrevamo tantissimo tempo insieme, sia dentro che fuori dal campo. Sognavamo trofei, esordio in Nazionale e tantissimo altro. Fortunatamente anche le nostre compagne erano molto legate e tra ristoranti, cinema e serate insieme, abbiamo trascorso un anno e mezzo indimenticabile».

Il ricordo più bello che ha di Andrea?

«Ce ne sono tantissimi, però ricordo molto bene l’ultima volta che lo vidi. Eravamo in ritiro a Genova, prima di una sfida con la Sampdoria, e lui ci venne a trovare durante la cena anche grazie all’aiuto di Marcello Lippi. Fu una festa grandissima, lo sentivamo a telefono quotidianamente, la situazione era in ripresa e ci fu un grande abbraccio generico. All’epoca non c’erano social, video-chiamate e quant’altro, ti lascio immaginare come eravamo desiderosi di vederlo sorridere e così fu. Era un ragazzo bravissimo, molto umile e determinato, tutti noi lo volevamo bene e quel 25 aprile perdemmo più di un semplice compagno di squadra».

A detta di molti suoi ex compagni Andrea Fortunato fu una perdita non solo per la Juventus, ma anche per la Nazionale.

«Nel ruolo di terzino sinistro eravamo coperti da un pezzo da 90 come Paolo Maldini, ma Andrea avrebbe potuto dargli del filo da torcere. Per le qualità che aveva, avrebbe fatto, sicuramente, molto comodo alla Juventus per tantissimi anni, ma il fato è stato beffardo».

Per quanto riguarda, invece, questo particolare periodo di quarantena. Come sta e come sta trascorrendo le sue giornate?

«Vivo in Valle d’Aosta e, fortunatamente, stiamo tutti bene. Stiamo trascorrendo le giornate in casa, come spero stia facendo la maggior parte degli italiani, e non vedo l’ora che tutto torni alla normalità. Passo le giornate facendo qualche lavoretto domestico e godendomi un po’ di aria fresca in giardino».

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Luigi Lodato
Luigi Lodato
Luigi Lodato nasce a Salerno nel 1993. Residente a Roccapiemonte, ridente cittadina dell'Agro, si avvicina al giornalismo ad inizio 2010 sulle onde radio di Radio Blue Star, grazie alla quale ottiene l'iscrizione all'albo dei pubblicisti nel 2012. Fino al 2015 è corrispondente e reporter per la radio e svariate testate giornalistiche dell'Agro. Ritorna a scrivere nel 2017 sul sito tematico Granatissimi e, dal 2018, entra nella famiglia di SalernoSport24 come redattore per divenire, in seguito, caporedattore e responsabile alle interviste. Qualche citazione, tanta imparzialità ed un pizzico d'ironia per invogliare alla lettura, buon viaggio sul nostro giornale!

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