Intervista a Michele Franco, ex terzino sinistro di Salernitana e Livorno, oggi al Monza della coppia Berlusconi–Galliani. Viaggio tra i ricordi della promozione in B conquistata in granata nel 2014-’15… con un pizzico di nostalgia.
Intervista all’ex “stantuffo” della corsia sinistra difensiva granata, Michele Franco
Giunto a Salerno nell’estate del 2014, Michele Franco fu uno dei protagonisti della promozione in B dell’era Lotito–Mezzaroma. Sebbene, per le sue caratteristiche, non sia un calciatore che rimbalza alle menti come ad esempio Calil e Gabionetta, il suo contributo fu comunque determinante per la vittoria del campionato. Un difensore arcigno, dotato anche di un buon cross e di una discreta tecnica di base, che diede filo da torcere a tutti gli avversari che transitavano dalle sue parti. Una persona seria, prima che un calciatore, rimasta comunque nel cuore dei tifosi granata. In qualità di doppio ex della sfida di domenica prossima all’Arechi, ha parlato dei momenti più significativi vissuti a Salerno e a Livorno.
Ciao Michele. Domenica si affronteranno due squadre che hanno fatto parte del tuo recente passato. Ti aspettavi un Livorno così giù in classifica?
«Sinceramente no, e mi dispiace. A mio parere ha una rosa che, in teoria, potrebbe permettergli quantomeno di competere per la salvezza».
Quante chanche ha Roberto Breda di portare alla salvezza gli amaranto?
«Dando uno sguardo alla classifica, e soprattutto all’andamento delle ultime gare, la vedo veramente dura. La B è un campionato difficilissimo. Rimontare così tanti punti è un’impresa ardua. Se mai il Livorno dovesse raggiungere la salvezza, sarebbe un avvenimento molto simile ad un miracolo».
La Salernitana, invece, potrà comunque ambire al raggiungimento dei play-off nonostante il pesante infortunio di Lombardi?
«La classifica parla chiaro. La Salernitana, nell’arco del campionato, ha dimostrato di potersela giocare con tutti. Credo che possa farcela, nonostante, obiettivamente, abbia perso un calciatore importante che è stato un fattore determinante soprattutto nell’ultimo periodo».
Quali sono i momenti più significativi vissuti nel corso delle esperienze di Salerno e Livorno?
«Senza dubbio, porterò sempre con me il calore dei tifosi e l’entusiasmo che c’era a Salerno nell’anno della promozione. Vedere l’Arechi pieno ti procurava un emozione indescrivibile. Anche a Livorno, comunque, ho avuto il piacere di vincere un campionato, anche se con molte più difficoltà. Ci fu un cambio di allenatore a causa di un periodo di appannamento che ha rischiato di compromettere la stagione, ma alla fine tutto andò per il meglio. Fu una stagione difficile ma allo stesso tempo bella ed intensa, soprattutto perché, inizialmente, la promozione non era nei piani di società ed ambiente».
Oggi sei al Monza, in una società che ambisce a traguardi molto, molto importanti…
«A Monza c’è una società che ha voglia di crescere e, soprattutto, che ha fame di vittoria. L’obiettivo è quello di arrivare ai piani alti del calcio italiano, e sono convinto che ci riusciranno e anche in tempi brevi. Parliamo di una proprietà che ha fatto la storia del calcio italiano e mondiale come Berlusconi e Galliani, e di certo non lo scopriamo oggi. Hanno una mentalità vincente sotto tutti i punti di vista».
Un pronostico per la gara di domenica?
«Non me ne vogliano a Livorno, ma spero che vinca la Salernitana perché mi sento legato indissolubilmente alla città e ai tifosi. In più, considerando i momenti delle due squadre, credo che la Salernitana abbia maggiori possibilità di portare a casa il bottino pieno».