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Il calcio in ros… sonero! La storia di Arianna Amodeo e del suo Foggia

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L’addetto stampa del Foggia, Arianna Amodeo

Alla sfida del 22 dicembre che riporterà il Foggia a Salerno manca ancora tanto. Se dietro ad un grande uomo c’è una grande donna, noi di SalernoSport24 abbiamo deciso di passare il microfono dall’altra parte ed intervistare Arianna Amodeo, addetto stampa della società pugliese. Con Arianna, colei che dirige l’immagine Foggia, sono quattro gli addetto stampa al femminile delle società di Serie B… oggi tocca dar voce a lei, la quale ci ha confidato di essere un personaggio piuttosto autoritario quando si tratta d’intervistare tesserati del Foggia.

Ciao, sono Arianna. Quindi il tuo lavoro è…?

“Ciao! Faccio orgogliosamente parte del Foggia e, da sette anni a questa parte, ne sono l’add. stampa. Con me lavorano anche Lino Zingarelli, Alessio Grieco e Federico Antonellis. Sono molto legata a loro e ci sentiamo un tutt’uno”.

Immagino che oggi sia un lavoro che ti diverte prima di tutto. Sei sempre stata appassionata di calcio?

“Assolutamente! E’ un lavoro dove alla base ci deve essere tanta passione altrimenti sarebbe difficile portarlo avanti. E’ molto impegnativo, ti porta a stare spesso fuori casa per le trasferte, gli orari non sono quelli di un comune lavoro, e tutto quello che fai è legato ad esso. So bene che, ad esempio, anche quando esco per un caffè e la gente mi riconosce per strada, devo stare attenta a ciò che dico poiché mi fanno spesso domande. Giustamente la gente vuol sapere perché è mossa, come me, dalla passione per la squadra del cuore. Io sono cresciuta con il Foggia in casa. Il mio papà era uno dei proprietari del club per cui ho avuto un percorso preferenziale; qui poi ho costruito sul campo la mia esperienza. A Foggia si vive di pane e calcio, quindi anche a casa è stato così per noi. Appena conclusi gli studi classici, a diciotto anni, iniziai subito a lavorare per una emittente televisiva per la quale trattavo anche altri argomenti, tipo la cronaca. Poi, man mano, è uscita la mia peculiarità che mi ha portata su questa strada, il calcio. Non era facile, seguivo le partite non solo del Foggia ma anche di Taranto e Lecce, come il Gallopoli quando salì in Serie B, seguendone anche le trasferte”.

Come sei entrata a far parte dell’ufficio stampa del Foggia?

“Mi ero iscritta all’università. Avevo aspettato qualche anno per capire quale fosse l’indirizzo migliore che non mi allontanasse troppo dal mio percorso lavorativo, quindi mi iscrissi a ‘Educazione e formazione’ che allora era alla facoltà di Lettere. La squadra era in Serie D e fui consigliata allo staff del Foggia proprio da mio padre il quale vedeva in me la figura adatta per l’Ufficio Stampa. Avevo 25 anni e volevo completare prima di tutto il mio percorso di studi, sapevo che l’impegno era importante. Insistette molto e oggi devo dire che ho un grande debito di gratitudine nei suoi confronti. Dopo sono riuscita anche a laurearmi: studiare e lavorare non è affatto facile, e oggi posso dire che è un altro di quei tasselli che mi inorgoglisce. Mi sento una figlia d’arte ed è grazie ai suoi consigli morali ed umani che mi sento soddisfatta del mio lavoro in questa società, una proprietà importante che ha sempre lottato per la vittoria in ogni campionato che ha affrontato”.

Quanto è stato difficile entrare in un mondo che per tanto tempo è stato considerato, a torto evidentemente, per soli uomini?

“In Serie B le mie colleghe al femminile sono Iris Travaglione (Benevento, ndr), Veronica Bon (Venezia, ndr) e Valeria Lolli (Ascoli, ndr). Tre splendide persone, ogni qualvolta le nostre squadre s’incrociano è un’occasione buona per incontrarci tra noi. Devo dire però che oggi il calcio non è più un mondo che appartiene ai soli uomini, sono tante le figure al femminile nei quadri dirigenziali dei club. All’inizio per me non fu facile, ero giovane in più ero stata ‘raccomandata’, quindi c’era una certa diffidenza nei miei confronti. Man mano però ho imparato come entrare in questo mondo e devo dire che oggi mi sento molto rispettata. Noi che svolgiamo questo compito abbiamo una grande responsabilità con l’esterno, con i giornalisti, con la piazza e con i tifosi. Bisogna avere empatia, capire a pelle certi momenti… come ad esempio nelle conferenze stampa, quando c’è da decidere chi mandare dietro ai microfoni”.

Hai qualche aneddoto simpatico da raccontare o un momento nel quale più di altri ti sei sentita far parte del team?

“In particolare nessuno. Ho negli occhi i momenti in cui vincemmo il campionato di Serie B, tutto ciò che accadeva in città, tutto il trasporto per questa squadra. So che è così anche a Salerno dove c’è un mio pezzetto di cuore: David Mounard sposò mia cugina e io sono stata testimone di nozze”.

Ecco, come vivi in casa questo rapporto lavorativo?

“E’ molto bello ma spesso porta a fare anche tanti sacrifici. Stando fuori così tanto tempo, quello che rimane lo dedico alla famiglia, faccio la zia di due splendide nipotine, Vittoria che ha quattro anni e Bianca che sei mesi. Poi c’è il fidanzato Giuseppe… una vita piena!”.  

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Lino Grimaldi Avino
Lino Grimaldi Avino
Lino Grimaldi Avino, giornalista, editore e scrittore. Ha lavorato presso Le Cronache, TuttoSalernitana, Granatissimi e SalernoinWeb ed è direttore di SalernoSport24. Alla radio ha lavorato presso Radio Alfa e RCS75 e attualmente è corrispondete di Radio Punto Nuovo per lo Sport salernitano. Ha pubblicato due libri: Angusti Corridoi (2012) con la casa editrice Ripostes, e La vita allo specchio - Introspettiva (2020) con la Saggese Editori, con prefazione dello scrittore Amleto de Silva.
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