Se il settore giovanile granata non è visto come una fucina di talenti, anche a testimonianza dei risultati non sempre brillanti, c’è chi si è fatto strada cercando di raggiungere il sogno. Un sogno che può intendersi anche come un prestito per fare esperienza. Abbiamo piacevolmente scambiato quattro chiacchiere con l’avvocato e agente FIFA Giulio Tedeschi, una persona che si è dimostrata da subito competente del settore ma soprattutto umanamente disponibile oltre che educato nel rispondere alla nostra intervista nonostante l’orario di relax in palestra.
Giulio Tedeschi: “Antonio è un giovane ma con la mentalità di un professionista”
Educato e rispettoso come il suo giovane assistito, Antonio Granata, difensore della Salernitana in prestito al Rieti. Rieti che durante la finestra del mercato estivo ha visto riempirsi il roster di alcuni giocatori granata provenienti dalla Primavera del club di via Allende. Tra questi Lazzari, Diallo, Sette, Esposito, Marino, Bartolotta, Del Regno, De Sarlo e ovviamente Granata. Proprio quest’ultimo risulta essere l’unico degli under in prestito, segno che la società granata crede nel giocatore. Ecco cosa ne pensa il suo agente Giulio Tedeschi…
Avvocato buon pomeriggio e grazie della disponibilità. Nel corso del mercato estivo la Salernitana ha instaurato un asse di mercato col Rieti facendo approdare all’ombra dello Scopigno alcuni giovani granata. Tra questi spicca Antonio Granata: com’è nata questa trattativa?
“Antonio è un prodotto nel quale crede il direttore Fabiani. Viene da delle scuole importanti, ha fatto un percorso giovanile di rilievo. Data la sua giovane età ma dalle leve importanti anche a livello fisico, si è voluto cercare di farlo valorizzare dandogli un minutaggio congruo per un ragazzo della sua età che deve cercare comunque di crescere da un punto di vista di esperienza di campo non più giovanile. Questa per lui dovrebbbe essere una stagione di non ritorno nel senso che sta assaggiando il professionismo e per come lo sta facendo a livello di prestazioni di un certo livello credo che si potrà andare solo ad attestare e migliorare quello che sta facendo lui”.
Come sta vivendo questa esperienza Antonio?
“Antonio è un ragazzo che mi ha sempre affascinato da quando l’ho conosciuto per la sua mentalità. A volte lo prendo in giro scherzosamente dicendo a lui che ha 30 anni perchè bada molto molto poco a cretinate tipiche della generazione come il telefono di un certo tipo, la scarpa alla moda ecc.. a lui non importa tutto ciò. Quando fa belle prestazioni e viene premiato con i voti su qualche giornale dice “a me non importa anzi non voglio leggere perchè voglio continuare ad allenarmi e a giocare bene” ed è pazzesco perchè rapportato a quello che avrei potuto fare io come calciatore alle prime esperienze non avrei avuto questa lucidità. Sono molto contento per come sta vivendo questa cosa, con serenità ma con la consapevolezza di un ragazzo”.
Nonostante i suoi 19 anni e un fisico importante, quanto ha giovato alla sua crescita l’esperienza con Sampdoria, Racing Roma, Avellino e ovviamente Salernitana?
“Sicuramente avere delle scuole importanti come Salernitana, Sampdoria e Avellino su tutte, sono delle realtà che ti consentono di esprimerti soprattutto a vari livelli in varie regioni d’Italia. Quindi riesci ad assorbire varie culture calcistiche italiane. Se hai la giusta elasticità ti formi come intelligenza calcistica direttamente sul campo. Il fatto che lui abbia giocato fin da quando era bambino come centrale di difesa, centrocampista mediano ed esterno a sinistra, gli ha dato una visione ampia di gioco senza bruciarlo nettamente su un determinato settore in giovane età. Sono delle armi che lui si porterà avanti, così come la società che deciderà di puntare su di lui”.
Antonio è l’unico della compagine granata passata a Rieti con la formula del prestito: segno che la Salernitana crede nel difensore?
“La Salernitana crede nel difensore. Ho parlato con Fabiani telefonicamente e lui è contento dell’operato di Antonio a Rieti. Sicuramente non mi permetto di dire che gli atleti andati a Rieti senza prestito non sono all’altezza di Antonio. Guardando il mio assistito, mandarlo in prestito vuol dire che la Salernitana ha capito che tipo di ragazzo è. Non è tanto per dire in questi casi perchè le prestazioni di Antonio lo stanno confermando, ma avere delle qualità fisiche, atletiche e quindi prestazionali significa che anche le qualità mentali come le metodologie di allenamento in tempi brevi e l’attitudine ad avere un comportamento educato e rispettoso dentro e fuori lo spogliatoio, sono qualità che oggi nel calcio giovanile si stanno perdendo. Questo perchè viziati dai media internazionali con la Ferrari e le scarpe personalizzate con gli sponsor. Antonio da questo punto di vista è una vecchia guardia”.
Inizio in salita ora invece finalmente un pò di continuità con la maglia del Rieti?
“Certamente la giovane età quando si arriva in una realtà nuova non giova mai a favore del ragazzo. Questo perchè l’allenatore deve capire se può affidarsi ad un nuovo arrivato di nemmeno 20 anni. C’è bisogno di testarlo in allenamento, vedere come reagisce con i suoi nuovi compagni e poi una volta convinto chi allena tutti i giorni questi ragazzi ha fatto vedere che è capace a stare lì dove si trova”.
Gli obiettivi nel medio-lungo termine quali sono?
“Io dico che ovviamente l’idea è proprio quella di valorizzare Antonio. Quello che importa di tutto è solo valorizzare Antonio. Mi auspico sempre di trovare delle realtà societarie che favoriscano lo sviluppo del ragazzo. In questo caso mi sento di dire che Fabiani è una garanzia da questo punto di vista perchè è una persona che capisce tanto di calcio. Vogliamo crescere e sperare che Antonio si valorizzi perchè ha tutte le possibilità. Qualora dovesse tornare, l’interesse di tutti, quindi il nostro e quello della società granata, è quello di valorizzare e dare continuità al ragazzo. Non è vero che arrivati a 23 anni il calciatore raggiunge la maturità necessaria. Ci sono calciatori famosi che hanno una maturazione diversa anche a seconda del ruolo in campo come il mediano che diventa centrale. Io sono dell’idea homo faber come nella mia vita. Ognuno ha bisogno di migliorarsi senza mai fermarsi fino a cercare di arrivare ai propri limiti e superarlo”.
E’ corretto dire che per il bene di questo settore, soprattutto nelle giovanili, non bisogna assolutamente pensare all’aspetto economico ma soltanto alla loro crescita?
“Personalmente ti dico che dell’aspetto economico non frega assolutamente nulla. Per quanto riguarda la mia posizione. Voglio cercare di raggiungere nel tempo una gratificazione sempre migliore per Antonio ma questo non significa andare a battere cassa. Significa dare ad Antonio ciò che merita un ragazzo come lui. L’aspetto economico sia l’ultimo che il ragazzo va a guardare. Ovviamente non è che non importi nulla. C’è una mentalità sbagliata in Italia ovvero che il lavoro debba essere pagato solo occasionalmente o a discrezione del lavoro: il lavoro non retribuito è un lavoro non onorato. Mi auguro possa crescere sempre di più e lui non ha avuto mai pretese da me ne io da lui. Mi auguro il suo bene sportivo ma rimanere sempre con i piedi per terra, giocando le sue carte partita dopo partita”.