Intervista ad Evans Soligo, ex centrocampista, nonché capitano di Salernitana e Venezia, attuale allenatore in seconda della Primavera e collaboratore dei progetti internazionali dei lagunari. Una gara, quella di domani, che per l’ex numero 8 granata non potrebbe mai essere come tutte le altre.
Evans Soligo, un cuore diviso a metà
Sotto la maglia… un’altra maglia, quella di fianco al cuore. Evans Soligo ha scelto di concludere la sua vita calcistica con la maglia arancioneroverde. Un onore per lui, veneto di Marghera, e dunque venezian a tutti gli effetti. La sua carriera, colma di riconoscimenti e grandi soddisfazioni, può paragonarsi alla chiusura di un cerchio: da Venezia a Venezia. In mezzo vent’anni a tirar calci ad un pallone e a trascinar moglie e figli su e giù per lo stivale, da Ferrara a Palermo. Di questi anni, un quarto passati a Salerno, dove ha costruito un’altra vita fatta di cori, amici, colori negli occhi e… la fascia da capitano stretta al braccio.
Ciao Evans. si ripropone una partita che da un anno a questa parte ha accompagnato non poche polemiche e e non a causa dei protagonisti. Anche questa volta, e per ragioni diverse, i problemi non mancano: è notizia di questa mattina che 25 tifosi lagunari avevano già acquistato il biglietto saranno costretti a rimanere a casa. Secondo il tuo punto di vista, meglio stadi aperti o chiusi?
«Ultimamente, le sfide tra Salernitana e Venezia non sono mai banali. Peccato, però, che anche questa volta siano i tifosi a pagare. Penso sia stata fatta della confusione a livello mediatico mettendo troppa paura alla gente. Io terrei gli stadi aperti visto che si tratta di luoghi perlopiù all’aperto, magari anche per dare un segnale positivo in questo momento . In ogni caso, rispetto la decisone presa dallo Stato, che è comunque chiamato a tutelare la salute dei cittadini».
Come arriva il Venezia a questa partita?
«Il Venezia arriva carico e alla ricerca del risultato pieno visto che, purtroppo, anche nell’ultima partita in casa è stato fatto un passaggio a vuoto non riuscendo a vincere la gara. Sappiamo della nostra forza fuori casa e quindi su questo dobbiamo continuare a battere, aspettando che il trend in casa cambi. Sappiamo, comunque, che sarà una partita difficile».
Come è stata accolta la decisione di Tacopina di andare a Cesena?
«Non so se il presidente sia già a Cesena, ma comunque dispiace non vederlo più come eravamo abituati. Queste, però, sono situazioni societarie, e come tutte le belle storie c’è sempre un inizio e una fine. Dobbiamo dire grazie a lui se il calcio a Venezia è potuto ripartire e, soprattuto, per aver raggiunto in pochi anni una categoria importante come la Serie B».
Ci sarai domani sera per salutare ancora una volta i tuoi tifosi?
«Purtroppo domani non ci sarò fisicamente, ma con la testa e con il cuore sarà come se fossi all’Arechi in mezzo a tutti voi».
Grazie Evans. Ti va di mandare un saluto ai supporter granata?
«Ringrazio come sempre tutti i tifosi che ad ogni occasione mi dimostrano il proprio affetto. Un caloroso saluto a tutti coloro che amano i colori granata».