Matteo Superbi, ds della Virtus Entella
Nel 2002 Superbi, attuale ds della Virtus Entella, fu chiamato da Aliberti quando vestiva ancora i panni del calciatore, insieme a Zoppetti e Giorgetti dal Lecce, nella speranza, vana, di salvare la Salernitana da quella che, già a metà anno, sembrava una retrocessione annunciata. La Virtus Entella è l’ultima squadra che ha affrontato il Cesena, prossimo avversario dei granata, e noi abbiamo contattato Matteo Superbi, ex sia dei romagnoli quanto della Salernitana, per capire come si affronta una squadra aggressiva come il Cesena di mister Castori. E poi abbiamo parlato anche un po’ del passato…
Ciao Matteo, come stai dopo questo inizio settimana convulso in casa Chiavari?
“E’ stata una settimana non facile. E’ sempre un dispiacere quando si è costretti a mandar via un allenatore ma sono cose che fanno parte del mestiere, e chi fa questo lavoro lo sa”.
Ti sta piacendo questo campionato di serie B con tanti gol?
“Le neo-promosse hanno spesso quanto se non più di quelle indicate alla promozione diretta. Questo fa sì che la differenza tra la prima e l’ultima in classifica sia davvero livellata, e sta dando vita ad uno dei campionati di serie B più interessanti degli ultimi anni”.
Ti aspettavi la Salernitana là su?
“La Salernitana ha cambiato parecchi giocatori rispetto allo scorso anno e, probabilmente ha speso meno rispetto ad altre piazze. Eppure la qualità della rosa è rimasta la stessa. Io conosco Bollini che è delle mie parti e ho ritenuto ingiuste le critiche che ha avuto nelle scorse settimane. Ora, che a fronte di difficoltà oggettive i granata sono sono sul lato sinistro della classifica, vengono riconosciuti i suoi meriti, e le sue qualità nell’essere riuscito a tenere unito il gruppo”.
E il Cesena laggiù, invece?
“I romagnoli non hanno più la rosa degli anni passati per cui il campionato del Cesena non può che essere mirato alla salvezza”.
Proprio nell’ultimo turno avete affrontato il Cesena. Come vede la squadra di Castori?
“Abbiamo raccolto un pareggio strano in una partita giocata male. Il Cesena ha in Jallow e Laribi le armi migliori; il primo è venuto fuori con merito ma anche con un po’ di fortuna grazie alle defezioni di altri calciatori, mentre su Laribi bisognava solo cercare la collocazione giusta per far girare bene la squadra. E’ una squadra molto aggressiva sulle ripartenze, bisogna stare attenti su questo. Prima di tutto ‘non prenderle’, poi, quando giocano di palleggio rimangono bassi e vanno in difficoltà. Bisogna approfittare di quei momenti ma mantenendo sempre allerta la difesa perché se riescono a prendere palla riescono a smistarla bene in contropiede”.
So che sei stato un perno importante del Cesena di Benedetti che vinse il campionato di serie C, per cui sei certamente legato alla piazza benché emiliano ma da questa partita cosa ti auguri? A proposito, negli ultimi giorni abbiamo parlato con altri ex Cesena come te: Ceccarelli, Campedelli e Olivi. Domani, invece, Camorani.
“Sì, io sono della parte emiliana. Personalmente quando si incontrano due mie ex squadre mi auguro un pareggio tra di loro così sono tutti più contenti (ride). Certo che, in ottica classifica, un buon risultato della Salernitana sarebbe ben accetto. A Cesena ho fatto tre anni, con me c’era Olivi ad inizio carriera. Con Ceccarelli ci siamo solo incrociati. Mentre mister Campedelli abbiamo fatto insieme un anno in serie B con la maglia dei romagnoli”.
Il campionato vissuto a Salerno fu sgraziato per i colori granata. Quando arrivasti ci fu una mezza rivoluzione, tra gli altri sfiorasti Del Grosso, Olivi che era stato tuo compagno di squadra al Cesena. C’erano anche Camorani, Eddy Baggio, calciatori di qualità.
“Aliberti, il presidente di allora della Salernitana, prese me, Giorgetti e Zoppetti, dal Lecce. Mi disse che stava lavorando sul potenziamento della squadra ma non fu così; in realtà fu una vera e propria rivoluzione”.
Oggi che sei dall’altra parte della barricata, secondo te cosa andò male quell’anno?
“Oggi, potendo parlare dall’altra parte, dico che quel che accadde, in un clima d’incertezza nello spogliatoio, fu decisamente destabilizzante per l’intero ambiente, anche a causa delle vicissitudini finanziarie in cui navigava il club”.
Grazie Matteo. Ce lo fai un bel saluto?
“Un grande saluto al popolo granata e un in bocca al lupo alla Salernitana”.