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ESCLUSIVA Francesco Galeoto: “Salerno mai una seconda scelta”

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Galeoto: “Squadre B? Un errore solo si desse troppo spazio agli stranieri”

Ciccio Galeoto è un ragazzo che parla con il cuore, innamorato di Salerno come tutti quelli che, per più di un decennio, dal ’94 al 2005, hanno vestito la maglia della Salernitana. La passione che si percepisce nell’ascoltare la sua voce quando parla della città di Salerno prima, e dei suoi tifosi poi, è qualcosa che riempie gl’occhi di immagini che corrono indietro al quel meraviglioso maggio del 1998, quando l’armata Rossi piegò un interno campionato a suo piacimento. Noi di SalernoSport24 lo abbiamo contattato in vista del match Salernitana-Palermo di venerdì sera.

Ciao Ciccio. Come stai?

“Ciao sto benissimo, grazie. Peccato più tosto per la Salernitana, con quella squadra credo che almeno i play-off avrebbe potuto disputarli”.

Abbiamo dato un’occhiata alla Suola Calcio Ciccio Galeoto, c’è da che esserne fieri, vero?

“Assolutamente. Grandi soddisfazioni! Quest’anno le nostre formazioni giovanili hanno fatto dei campionati eccellenti”.

A distanza di certo non riuscirai a seguire la diatriba che si è innescata tra parte della tifoseria granata e Lotito. I tifosi vorrebbero poter sognare la Serie A, dall’altra parte Lotito – essendo già proprietario della Lazio – ai fatti non può avere due club nella medesima categoria. Tu che conosci la piazza, cosa ne pensi? I tifosi dovrebbero davvero accontentarsi di abulici campionati cadetti?

“Ho visto Lotito andare sotto la curva dei tifosi, forse si aspettava gli applausi. Salerno non vuole questo, vuole sognare. Qual è il problema?! Non può tenere due squadre nella stessa categoria?! Non ci vuole molto a scegliere se sai cosa hai in mano, Salerno non può mai essere una seconda scelta. Forse il suo progetto voleva essere quello di portare i ragazzi dalla Lazio alla Salernitana ma non lo sta facendo, perché? Perché Salerno è una piazza che ha sete di grande calcio”.

 Cosa pensi delle squadre B?

“Secondo me potrebbe essere un grosso sbaglio. Mi spiego meglio: sarebbe ottimo se si trattasse di soli calciatori italiani ma se si iniziano a formare squadre per far crescere gli stranieri ci ritroveremmo di nuovo con il problema di non avere i giusti ricambi per le nazionali, non è un problema di razzismo quanto dell’opportunità reale di far crescere il movimento del calcio italiano. In giro ce ne sono tanti di ragazzi bravi ma che non giocano a causa delle restrizioni vigenti che privilegiano gli under”.

Un po’ di amarcord: il momento più intenso che hai vissuto quando vestivi il granata.

“Tutto, e ripeto, tutto il campionato 1997-1998! Tutte le partite! Eravamo imbattibili! Ad ogni partita la curva era uno spettacolo, e le coreografie poi come quelle con Foggia e Perugia. A pensarci mi vengono i brividi ancora, anche dopo vent’anni! La città era bellissima, tutta colorata di granata, a Mariconda fecero le nostre sagome, facevamo ogni settimana delle feste, in una ci facevano girare su delle Ferrari come se fossimo delle star. E poi la festa composta nel giorno della promozione con il Venezia, anche quell’atteggiamento di rispetto verso la tragedia dell’alluvione di pochi giorni prima, Salerno è una città che merita rispetto”.

Ce lo lasci un saluto speciale?
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Lino Grimaldi Avino
Lino Grimaldi Avino
Lino Grimaldi Avino, giornalista, editore e scrittore. Ha lavorato presso Cronache di Salerno, TuttoSalernitana, Granatissimi ed è direttore di SalernoSport24. Alla radio ha lavorato presso Radio Alfa, e attualmente conduce due programmi sportivi a RCS75 - Radio Castelluccio, Destinazione Sport e Destinazione Arechi. Ha pubblicato due libri: Angusti Corridoi (2012) con la casa editrice Ripostes, e La vita allo specchio - Introspettiva (2020) con la Saggese Editori, con prefazione dello scrittore Amleto de Silva.

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