Destinazione Sport è il programma trasmesso tutti i lunedì, dalle 12 alle 13 in diretta su Radio Castelluccio. Ospite di questa puntata Gianni Befà, campione italiano e mondiale di kick boxing.
Destinazione Sport su Radio Castelluccio
Il format di SalernoSport24, condotto da Francesco Di Pasquale e Lino Grimaldi Avino dal titolo Destinazione Sport, questa mattina ha ospitato Gianni Befà, campione italiano e mondiale di kick boxing. Ricordiamo che è possibile seguire la trasmissione, in onda tutti i lunedì dalle 12 alle 13, in diretta streaming sulle pagine Facebook di RadioCastelluccio e SalernoSport24, oppure ascoltando la radio sulle frequenze FM 103.2 e 92.8. Questi i punti salienti dell’intervista all’atleta di origini lucane.
Innanzitutto, come sta vivendo lo sport in questo periodo del post lockdown?
«Sto cercando di superare le difficoltà trovando, all’interno di esse, qualcosa di positivo. In periodi così difficili, l’importante è cercare delle nuove opportunità per continuare a migliorarsi».
Lei è stato campione del mondo di kick boxing nel 1987. Cosa si fa per diventarlo?
«Ho iniziato a fare judo quando avevo appena dieci anni perché ero innamorato, sportivamente, di Bruce Lee. Successivamente, sono passato al karate, dopodiché mi sono avvicinato alla boxe, cercando di conciliare le arti marziali tradizionali e la ‘nobile arte’ della boxe».
Dalla karate contact al…
«All’epoca, la kick boxing veniva chiamata karate contact, poi full contact, fino ad arrivare a quella che oggi tutti conoscono come kick boxing. Nel corso degli anni, ho vinto sei titoli italiani in diverse categorie e sono stato per sette anni in Nazionale. Ho avuto l’onore di rappresentarla nella Coppa del Mondo di Budapest nell’87, in cui vinsi la medaglia d’oro».
Sei stato e sei tuttora un imprenditore di rilievo nel mondo del fitness…
«Prendemmo in prestito, se così si può dire, il garage di un amico e lo adibimmo a palestra. Successivamente, ho aperto un club a Potenza, dove iniziai ad inserire i primi attrezzi isotronici e ad aprire dei corsi. L’ho data poi in gestione per cominciare la mia terza vita da life and sport coach, cercando di trasferire le mie esperienze di vita. Tutte le informazioni, senza praticità, rimangono aria».
Quanto è importante trasferire l’esperienza, sportiva e di vita, ai più giovani?
«La crescita si fonda innanzitutto sul concetto di educazione, per far diventare le arti marziali un mezzo per migliorare le proprie capacità fisiche e mentali. Come diceva il grande Muhammad Ali, i campioni non si fanno solo nelle palestre, ma anche con ciò che hanno nel profondo dell’animo. Si fanno con un desiderio, con un sogno e con una visione. Quando si riescono a gestire al meglio sia l’aspetto fisico e sia quello emozionale, si diventa campioni non solo nello sport, ma anche nella vita. In questo modo si dà il giusto valore alle cose e si impara a rispettare tutti, senza voler mai prevaricare sugli altri, ma solo per migliorare sé stessi».
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