Come di consueto, insieme al turno di campionato, torna la nostra rubrica riservata all’intervista al collega avversario. Le opinioni del giornalista Paolo Lora Lamia in vista della gara di lunedì sera tra Chievo e Salernitana al “Bentegodi”.
Qui Chievo, intervista al collega avversario Paolo Lora Lamia
Lunedì prossimo, allo stadio “Bentegodi” di Verona, si affronteranno due squadre dagli obiettivi molto simili, ma dagli umori differenti. Se la Banda Ventura, imbattuta nel 2020, è reduce dalla quarta vittoria interna consecutiva, il Chievo continua a peccare di continuità. La classifica, infatti, non sorride alla compagine veneta, affetta, ormai da tempo, da pareggite acuta. L’ultima gara di Pisa, comunque, ha portato in dote un pizzico di sicurezza in più. Sicurezza e tranquillità che, dopo la pesante sconfitta interna nel derby contro il Venezia, iniziavano pericolosamente a vacillare. Al momento, la zona play-off dista appena due punti. Facile prevedere un Chievo battagliero e quanto mai desideroso di riprendere la scalata verso gli spareggi promozione. L’ultima vittoria casalinga dei clivensi è datata 18 gennaio 2020, quando i gialloblù superarono il Perugia dell’allora tecnico Massimo Oddo. Per scoprire qualcosa in più sulle condizioni e gli umori della Banda Marcolini, il nostro capo redattore Lino Grimaldi Avino ha raggiunto telefonicamente il collega Paolo Lora Lamia, direttore di Tuttochievoverona.it, capo redattore di Mondoprimavera.com, Sport.it, Lanazione.it e Lagiovaneitalia.net.
Ciao collega. Dopo tanto tempo, torna Chievo-Salernitana in Serie B. Qual è il precedente al Bentegodi al quale sei più legato?
«Fin troppo facile citare il precedente a cui sono più legato: 3 giugno 2001, Chievo-Salernitana 2-0. Quella vittoria, firmata da De Cesare e D’Anna, aprì ai gialloblù le porte della Serie A per la prima volta. Una giornata storica e impossibile da dimenticare».
Il Chievo non sta disputando il campionato che tutti si attendevano, ma la classifica è corta. Ci sono le basi per poter rientrare?
«Assolutamente sì. il Chievo ha le qualità per ambire alla promozione diretta. Il secondo posto è alla portata, considerando il Benevento ormai imprendibile. Certamente deve ritrovare autostima, determinazione e capacità di esprimersi al meglio sul terreno di gioco. Doti che avevano contribuito ad inanellare una serie di dieci risultati utili consecutivi ad inizio stagione. Se, invece, dovesse proseguire l’andamento delle ultime settimane, dovrà cominciare a guardarsi alle spalle».
Il lavoro di Marcolini procede tra alti e bassi. A tuo pare, gode ancora della fiducia della società?
«Qualche settimana fa, il direttore dell’area tecnica clivense Pellissier aveva dichiarato: “Marcolini è andato oltre le aspettative e i giocatori lo seguono”, per cui, direi proprio di sì. Certamente ha dovuto fronteggiare varie difficoltà in estate sul piano della costruzione della squadra, tra rinforzi arrivati in ritardo e giocatori rimasti nonostante la loro cessione sembrasse scontata. Detto questo, una mancata svolta sul piano dei risultati e del gioco potrebbe indurre la società a valutare altre soluzioni».
Chi toglieresti ai granata?
«Alla Salernitana toglierei Djuric, un attaccante che per caratteristiche e senso del gol farebbe molto comodo al Chievo. Al momento, a mio pare, non è solo il trascinatore della squadra di Ventura, ma è anche uno dei giocatori più in forma dell’intero campionato».