Intervista ad Alessio Pirri, ex fantasista di Salernitana e Cremonese. Un amore mai dissolto, quello dell’ex folletto granata, nei confronti della Salernitana e della sua gente. Viaggio tra i ricordi dei tempi che furono… con un occhio alla prossima gara dello “Zini”.
Alessio Pirri, un talento mai sbocciato
Nato a Cremona, dove ha mosso i primi passi da calciatore professionista, Alessio Pirri era considerato in gioventù uno dei talenti più cristallini del calcio italiano. Indubbie capacità mai sbocciate appieno, e che non gli hanno consentito di affermarsi ad alti livelli. Eppure, l’ex folletto granata ebbe un inizio di carriera eccezionale partendo direttamente dalla Serie A, con indosso la maglia della Cremonese, la squadra della sua città. In maglia grigiorossa collezionò sedici presenze e tre reti, che valsero la chiamata della Juventus all’allora giovane talento, poi girato a farsi le ossa in una piazza prestigiosa, ma esigente, come quella di Salerno. All’ombra dell’Arechi, Alessio Pirri ebbe un inizio brillante. Indimenticabili le sue parabole velenose su calcio di punizione, nonché gli assist illuminanti per i compagni. Un fantasista vecchio stampo, come non se ne trovano più in giro. Nella stagione ’95-’96 arrivò ad un passo da quella promozione in Serie A con la Salernitana che, con ogni probabilità, avrebbe sancito il suo definitivo salto di qualità. Un vero peccato, sia per lui e sia per chi ha avuto la fortuna di vederlo giocare rimanendone, gioco forza, incantato.
Ecco il contenuto della nostra intervista, in cui ha riservato parole d’amore alla Salernitana e ai suoi tifosi:
Ciao Alessio. Domenica si affronteranno due tue ex squadre dove ti sei fatto conoscere dal grande calcio. La Salernitana, a parte qualche infortunio di troppo, è partita bene. Come giudichi il cammino finora effettuato dagli uomini di Ventura?
«La Salernitana sta facendo bene e, per quanto mi riguarda, ha le potenzialità per rimanere tra le prime sei o sette fino al termine della stagione e giocarsi il tutto per tutto».
Credi che, alla fine, possa competere per il raggiungimento di obiettivi importanti?
«Sinceramente parlando, pensando al campionato di Serie B, non noto grosse differenze tra le prime 10 squadre. Ragion per cui, anche la Salernitana può raggiungere un obiettivo importante. Credo che, comunque, i play-off siano a portata di mano. Il campionato cadetto è lungo e imprevedibile. Nulla si decide fino ad aprile».
La Salernitana è una delle squadre più giovani del campionato. In questo primo scorcio di stagione, chi ti ha impressionato di più tra gli under presenti in rosa?
«Mi ha impressionato Maistro che, non a caso, è stato convocato in Under 21. Credo che possieda tutte le qualità necessarie per arrivare a giocare ad alti livelli, anche se non lo conosco sotto il profilo caratteriale. La piazza di Salerno è sempre molto calda ed esigente, e lui deve essere bravo a reggere le pressioni del caso. A volte, quando ti trovi di fronte ad un pubblico straordinario che ti chiede la vittoria, diventa difficile mantenere la tranquillità necessaria per il raggiungimento degli obiettivi».
Attualmente la Cremonese, nonostante la faraonica campagna acquisti estiva, si trova al quint’ultimo posto in classifica. Tu che conosci l’ambiente, ti sei dato una motivazione sul perché di tale situazione?
«I grigiorossi stanno attraversando un brutto momento sotto il profilo tecnico-tattico. Difficile trovare un perché e dispiace quando le cose non girano per il verso giusto. La società, comunque, in settimana è stata vicina alla squadra richiamandola all’ordine, spronando tutti a dare di più. Dall’idea che mi sono fatto guardando le partite, credo che non si sia trovata ancora quella qualità di gioco di cui necessita la squadra. Inoltre, manca un po’ di quella cattiveria agonistica provinciale che anche una squadra con nomi altisonanti come la Cremonese ha l’obbligo di perseguire».
Facciamo un tuffo nel passato. Hai fatto parte, nella prima stagione, della rosa che nel ’95-’96 aprì un nuovo, anche se breve ciclo con Franco Colomba in panchina, arrivando ad un passo dalla promozione in Serie A. Quali fattori, a tuo avviso, non vi consentirono di conquistare la massima serie?
«A condannarci fu la partita di Cesena. Facemmo un ottimo campionato ma, analizzando nel dettaglio, abbiamo avuto un paio di mesi di appannamento tra novembre e dicembre che ci hanno un po’ condizionato. Nel complesso, comunque, fu un’ottima annata, a differenza di quella successiva in cui abbiamo rischiato la retrocessione. Dopo due quinti posti consecutivi, la piazza si aspettava la Serie A, caricandoci di troppe aspettative. Quell’anno però a condizionarci furono anche alcune scelte errate di mercato da cui ne uscimmo ridimensionati. Ricordo che andarono via dei calciatori importanti come Ferrante, Iuliano e Facci e arrivarono i due olandesi, Jansen e Ferrier, che impiegarono sette mesi per imparare una parola di italiano e, purtroppo per loro e per noi, non si espressero al meglio delle loro possibilità. Per fortuna a gennaio, con gli arrivi di Artistico, Dell’Anno e Masinga, riuscimmo a mettere le cose a posto».
Che ricordo hai dei tifosi granata?
«Incredibile. Ancora oggi ho tanta gente che mi telefona o mi contatta tramite Facebook. A Salerno c’è un pubblico straordinario come se ne vedono pochi in giro. Quando venni alla Salernitana da giovanissimo rimasi stupito dai tifosi fin dai primi giorni. Sono unici e sanno di esserlo e, di conseguenza, pretendono sempre il massimo dai calciatori… e fanno bene. Tutti i calciatori che hanno indossato la maglia granata dicono le stesse cose. Salerno è una città che vive di calcio, in cui quando c’è da sostenere la squadra i tifosi rispondono sempre presente. Che dire… Chapeau».
Cremonese-Salernitana si avvicina. Che partita ti aspetti?
«Mi aspetto una gara da dentro o fuori per la Cremonese. Credo che la Salernitana giochi di rimessa lasciando fare la partita ai padroni di casa, in attesa di qualche eventuale errore. Difficile fare un pronostico, ma mi aspetto una gara frizzante, in cui non ci sarà tempo per annoiarsi perché le motivazioni in gioco sono tantissime».