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Intervista a Pino Porzio: “Momento d’emergenza, serve una reazione straordinaria”

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Abbiamo avuto il piacere d’intervistare Giuseppe ‘PinoPorzio, ex pallanuotista ed ora allenatore di fama mondiale. Il tecnico napoletano, che ha cominciato la carriera ‘fuori dall’acqua’ a Salerno, ci ha parlato del suo presente e del futuro prossimo, post Coronavirus.

Pino Porzio, una carriera fatta di record

Sia dentro che fuori dall’acqua il nome dei fratelli Porzio, Giuseppe e Francesco, è legato ad una serie innumerevole di successi. Giuseppe, per tutti Pino, ha vinto tutto sia da giocatore che da allenatore. Da giocatore, vestendo solamente la calottina del Posillipo, ha vinto otto scudetti, due Eurolega, una Coppa Italia ed una Coppa della Coppe. Tanti trionfi anche in Azzurro grazie alla vittoria di un Mondiale, un Europeo, una Coppa del Mondo ed un oro Olimpico a Barcellona 1992.

Chi è Pino Porzio

Subito dopo il ritiro ha cominciato ad allenare. Una promozione mancata a Salerno nel 2000, due buone esperienze a Bogliasco ed Ortigia, e poi un’altra serie, innumerevole, di trofei. Nel biennio 2003-2005 arriva uno scudetto ed una Eurolega con Posillipo, poi, dal 2005 al 2012, un filotto impensabile alla guida della Pro Recco; con i liguri sono arrivati ben otto scudetti, di cui sette di fila dal 2006 al 2012, sette Coppe Italia, quattro Eurolega e tre Supercoppe Europee.

Dal 2015 è l’allenatore della Nazionale del Canada, con una parentesi nel 2016-2017 in cui ha allenato l’Acquachiara di Napoli, club della sorella Chiara, alla cui presidenza onoraria c’è il fratello Francesco.

La ricetta di Porzio per lasciare il Coronavirus alle spalle

Abbiamo avuto modo di chiedere a mister Porzio come lo Sport potrà uscire da questa situazione di stallo. Di mezzo, anche una breve parentesi legata alla sua esperienza salernitana di ormai venti anni fa.

Buon pomeriggio mister, come sta trascorrendo questa quarantena forzata?

«La sto passando tra le mura domestiche, con la mia famiglia; per fortuna stiamo tutti bene. Durante la Fase 1 ho praticamente evitato di uscire da casa, se non per lo stretto necessario. Da un paio di giorni stiamo iniziando a respirare un po’ in più. Nel frattempo ho modo di seguire, seppur a chilometri di distanza, i ragazzi del Canada, tramite sedute di allenamento in video-conferenza».

Secondo lei, come potrà rialzarsi lo sport?

«Questo è un momento particolare e d’emergenza, da sportivi dobbiamo però rialzarci e reagire in maniera netta. Ognuno vuole tornare al proprio lavoro, che per noi è anche passione, e grazie all’entusiasmo sapremmo tirarci fuori da tutto questo. Ci saranno sicuramente problemi di natura logistica ed economica, non sarà facile lasciarci tutto alle spalle, ma nemmeno impossibile».

Molti campionati si sono fermati, la pallanuoto, così come gli altri sport della FIN, sono ancora in attesa. Secondo lei questa stagione potrà concludersi?

«Molti sport hanno chiuso o hanno indicazioni precise già da tempo, noi, teoricamente, potremmo anche disputare i nostri campionati in estate ed all’aperto. Le prospettive, però, non mi sembrano rosee poiché gli atleti necessitano di tempo per ritrovare la forma e dopo due mesi lontani dall’acqua avranno bisogno di molto tempo. In Italia si vocifera di organizzare una fase finale a 4 o a 6, ma al momento c’è troppa incertezza, dobbiamo aspettare ancora un po’».

Sono ormai passati 20 anni dalla sua esperienza a Salerno, in quell’occasione sfioraste la promozione in A1. La scorsa stagione la Rari Nantes Salerno è riuscita ad essere promossa, la sta seguendo ancora?

«Certamente! A Salerno ho vissuto una bellissima stagione, ho ancora molti amici e sono in contatto con molti di loro. Seguo la Rari Nantes con molto affetto e sono contento che abbiano ben figurato dopo la promozione dello scorso campionato».

Come ricorda quel suo campionato? Fu la sua primissima esperienza in panchina.

«Tantissimi bei ricordi. Porto nel cuore il compianto Peppe Lamberti, una bandiera della Rari Nantes e di Salerno tutta. Un’annata felice, un grandissimo gruppo ed anche per questo continuo a seguire la squadra a distanza di venti anni».

Attualmente è l’allenatore del Canada, speranze di rivederla in Italia? Magari in Nazionale.

«Con la federazione canadese ho, da contratto, la possibilità di poter allenare club italiani e proprio per questo vivo stabilmente in Italia. Nel 2016 ho allenato l’Acquachiara dei miei fratelli e se dovessero esserci presupposti con altri club potrei farci un pensiero. Per quanto riguarda la nazionale italiana continuerò a fare il tifo per loro, Campagna sta facendo un lavoro eccezionale e sono convinto che continuerà a farlo. Penso solo ad allenare i miei».

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Luigi Lodato
Luigi Lodato
Luigi Lodato nasce a Salerno nel 1993. Residente a Roccapiemonte, ridente cittadina dell'Agro, si avvicina al giornalismo ad inizio 2010 sulle onde radio di Radio Blue Star, grazie alla quale ottiene l'iscrizione all'albo dei pubblicisti nel 2012. Fino al 2015 è corrispondente e reporter per la radio e svariate testate giornalistiche dell'Agro. Ritorna a scrivere nel 2017 sul sito tematico Granatissimi e, dal 2018, entra nella famiglia di SalernoSport24 come redattore per divenire, in seguito, caporedattore e responsabile alle interviste. Qualche citazione, tanta imparzialità ed un pizzico d'ironia per invogliare alla lettura, buon viaggio sul nostro giornale!

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