L’attaccante di Mazara del Vallo, Roberto Genco fra Salernitana, Foggia e Delio Rossi…
A soli tredici anni prepara la valigia per rincorrere il suo sogno e diventare un calciatore. Con Fresi e Pisano fa parte del Foggia spettacolo di Zeman prima di approdare, nel novembre del ’93 anche lui alla Salernitana del “Profeta” Delio Rossi. Parliamo di Roberto Genco, l’attaccante siciliano che domenica da doppio ex guarderà la gara dell’Arechi con occhi particolari. Noi di SalernoSport24 lo abbiamo contattato per ricordare il passato e sapere cosa ne pensa di quello che ultimamente accade nelle due piazze che da giovanissimo lo hanno segnato calcisticamente.
Ciao e grazie per la disponibilità. Partiamo dal tuo passato con Foggia e Salernitana e dei ricordi più belli che ti legano a queste piazze.
“Ciao e grazie a voi. Per quanto riguarda Foggia il ricordo più bello è stato la conoscenza di un grandissimo personaggio, Zeman. Ero un bambino e feci un viaggio di dieci ore con lui, anche se non era ancora alla ribalta era un grande e ricorderò quell’esperienza per tutta la vita. In granata il momento più bello è stato il debutto in serie C ed il gol alla Juve Stabia, parlando del personale. Poi la promozione che ha fatto vivere un sogno a tutta la città”.
Prima Foggia e poi Salerno; nel giro di pochi giorni le formazioni, prossime avversarie, si sono trovate a stravolgere i propri piani con il cambio di allenatore. Cosa ne pensi?
“Mi sono meravigliato del cambio in panchina del Foggia. Gianluca Grassadonia non stava facendo così male. Partire con una penalità di otto punti non è facile; dover recuperare e non partire alla pari delle altre mentalmente può pesare nella mente di qualsiasi calciatore. Poi se sommiamo i punti fatti a quelli di partenza la squadra non mi sembrava in grande pericolo. Forse vi erano altri problemi non legati alla classifica. Per quanto riguarda la Salernitana il problema oltre ad essere l’allenatore è l’umore della piazza. Non si può parlare di serie A e dopo 15 giorni buttare giù dal burrone un allenare esperto e preparato come è comunque Colantuono. Mi auguro e spero che prendano uno sconosciuto. A Salerno serve uno che arrivi spensierato e che non vada dietro gli umori della tifoseria perché allenare a Salerno non è facile. Ci vuole uno che da sconosciuto compia le stesse gesta che ha fatto anni fa un certo Delio Rossi”.
Rossi appunto, è il nome che vuole la piazza. Per te potrebbe essere l’uomo giusto?
“I ritorni di solito non sono né belli né fortunati, anche perché sarebbe già la terza. Sarebbe una bella storia perché è amato dal popolo salernitano e non potrebbe essere altrimenti visto ciò che ha fatto per questi colori e questa città in passato. Ma sarebbe anche un parafulmine per la società se in caso i risultati non dovessero arrivare. Possono poi dire alla città “vi abbiamo portato l’allenatore che voi amate”. Rossi è uno degli allenatori più preparati che abbia mai conosciuto. E’ una persona seria, preparata ed è per me uno dei migliori in circolazione senza panchina. Un allenatore come lui però vuole pieno potere quindi bisogna vedere cosa dall’alto lato si vuole. Forse allo stato attuale è la soluzione migliore anche se, ripeto, per me sarebbe meglio un perfetto sconosciuto”.
Cosa pensi di questa serie B? Chi vedi favorita alla conquista della promozione?
“C’è molto equilibrio quest’anno in serie B. Un campionato aperto a tutti, tranne Palermo che alla fine per me farà la differenza e vincerà il campionato tutti gli altri se la possono giocare ai play off. Brescia nel reparto avanzato ha qualcosa in più rispetto agli altri, non scarterei il Benevento perché ha una rosa importante che alla lunga può fare differenza. Lo stesso Verona ha qualche problema… non escludo la Salernitana perché se ritrova equilibrio e ritrova serenità penso che possa tranquillamente fare i play-off”.
Per ottenere risultati contano più giocatori che possano fare differenza o lo spirito di gruppo?
“I giocatori in B che fanno differenza si contano su una mano. Penso però a Donnarumma, a Coda che facevano parte della Salernitana e un po’ di rabbia sale. Importante però è il gruppo. Se vi è un gruppo unito e coeso puoi sopperire a tante difficoltà tattiche e tecniche. Un giocatore da solo non può farti vincere la partita, il gruppo si, specialmente nell’arco di un campionato intero”.
Cosa fa Roberto Genco oggi?
“Oggi faccio l’istruttore all’Assocalcio Terzo Tempo. Una scuola calcio importante che lavora bene a stretto contatto con il Milan. Mettiamo in campo tutta la nostra professionalità per far crescere dei ragazzi e costruire talenti. Oggi le scuole calcio hanno una grossa responsabilità, creare si giocatori ma anche uomini. Allenare i bambini non è facile perché devi essere preparato ma anche essere psicologo ed usare un linguaggio giusto. Un lavoro che mi soddisfa perché veder crescere i bambini è una cosa bella e poi magari in un futuro qualcuno di loro potremmo vederlo in tv”.
Salernitana-Foggia: che partita ti aspetti di vedere domenica all’Arechi?
“In casa la Salernitana ha sempre dimostrato di poter battere chiunque. E’ partita male solo con il Brescia ma evidentemente vi erano già problemi con l’allenatore. L’Arechi è sempre un fortino, lo sappiamo che quando vuole è sempre l’uomo in più. Il Foggia fuori casa ha dimostrato di avere difficoltà ma la vittoria con la Cremonese ha galvanizzato i calciatori. La Salernitana ha avuto una settimana difficile con l’addio di Colantuono ma saprà riprendersi. Una partita da prendere con le molle ma allo stato attuale aperta a qualsiasi risultato per via dei problemi di entrambe. La speranza è che la Salernitana possa vincere e risalire, vista la classifica cortissima, e mettersi alle spalle tutti i problemi degli ultimi giorni”.