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Il buono, il brutto… e la Salernitana: quest’anno il “film” cambia pellicola

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Salernitana, un “film” di un’altra pellicola: bravi tutti, con la speranza di non riavvolgere il nastro guardando le precedenti edizioni.

Il buono, il brutto… e la Salernitana

Era il 1966 quando Sergio Leone lanciava una delle pellicole del genere western più famose: Il buono, il brutto, il cattivo. Il film, entrato nella storia del cinema, è ancora oggi considerato uno dei più celebri del filone “spaghetti western”. In tanti hanno provato a riprenderlo, altri, senza successo hanno addirittura tentano di imitarlo. Il titolo non nacque a caso perchè quella triade era la trama in cui Leone voleva rappresentare proprio tre generi ed episodi narrativi. Ma se per un momento volessimo associare “Il buono, il brutto, il cattivo” alle quindici giornate della Salernitana potremmo mettere in scena un altro film. Sia chiaro, per il “cattivo” non metteremo nessuno (siamo a Natale bisogna essere più buoni) ma una parte sempre la troviamo. Perchè “film” nuovo? Perchè il leitmotiv di cinque anni di Serie B dell’era romana (senza considerare il sesto di questo) alla quindicesima giornata del campionato cadetto, ha visto una Salernitana navigare a vista tra il 18° piazzamento della stagione 2015-16, il 13° l’anno successivo, 7° e 8° poi per concludere al 14° con Ventura. Per vedere un “buon” film da capolista dobbiamo riavvolgere il nastro al 2014-15, campionato di Lega Pro, Girone C con Menichini in panchina.

Salernitana: premio Oscar di dicembre

Alla regia, al posto di Sergio Leone, ci mettiamo Fabrizio Castori, tecnico arrivato nello scetticismo generale sia del passato che del gesto (questo volta brutto) di Salernitana-Trapani. Eppure la sua “regia” sta permettendo un gruppo compatto, solido, grintoso e a tratti sporco con tanta voglia di fare bene. Il trittico di “Il buono, il brutto, il cattivo” (rimarcando l’assenza del cattivo) si può attribuire ai reparti granata: la difesa, il centrocampo e l’attacco. Una difesa solida grazie all’esperienza di Belec-Gyomber e al ritorno di Mantovani. Un centrocampo arcigno con la fantasia di Anderson, la presenza di Di Tacchio, quella di Schiavone… per non parlare dei vari Kupisz, Cicerelli e Capezzi. Infine l’attacco, anche se i candidati ai premi possono essere solo Djuric e Tutino, questo attacco si regge col binomio aspettando gli exploit di Antonucci e Barone.

Dal western alla Salernitana, mentre i tifosi aspettano uno “stallo alla messicana” (termine che indica una situazione nella quale due o più persone, solitamente tre, si tengono sotto tiro a vicenda con delle armi) per via delle note vicende societarie anche se quest’anno l‘amore della dirigenza granata verso la squadra sembra riavvivarsi con una presenza abbastanza costante di patron e co-patron. Che film ci attende? Lo scopriremo solo… guardandolo e tifando.

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