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Daniliuc: “Ho scelto la Salernitana per giocare”

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Flavius Daniliuc è diventato, in breve tempo, uno dei pilastri della difesa della Salernitana. Nonostante la giovane età, il difensore austriaco ha già mostrato doti tecniche e carismatiche non indifferenti. In un’intervista fiume rilasciata su SPOX, Daniliuc ha parlato del suo passato e della nuova esperienza che sta vivendo a Salerno.

Daniliuc, un passato tra Real Madrid e Bayern Monaco

Il difensore austriaco classe 2001, prima di intraprendere le avventure di Nizza e Salerno, era stato acquistato giovanissimo dal Real Madrid. All’età di 10 anni, il piccolo Flavius ha lasciato il Rapid Vienna e si è trasferito nella capitale spagnola per giocare nella cantera della “Casa Blanca“:

«In un torneo a Vienna con il Rapid, uno scout si è avvicinato a mio padre e ha detto che dovevo andare a Madrid per allenarmi con il Real. Abbiamo preso il provino come una vacanza in famiglia, ci siamo andati tutti insieme e abbiamo visitato Madrid. Dovevo allenarmi con una squadra giovanile del Real. Infatti, 2000 bambini sono stati invitati a gareggiare tra di loro in un grande torneo. Alla fine ne hanno scelti due e io ero uno di loro. È stata una grande sorpresa».

Ovviamente, i primi tempi da solo per un bambino in un Paese straniero sono stati molto difficili e Daniliuc non ha nascosto le difficoltà vissute in quel periodo:

«Vivere da solo a undici anni non è facile. A Madrid ho vissuto i primi momenti difficili della mia vita. Quando ero giù non c’era nessuno lì a confortarmi. In quel momento ho capito che il calcio non è solo divertimento, ma richiede anche sacrifici. Alla mia età ero l’unico straniero. Gli altri venivano tutti dalla Spagna ed erano con le loro famiglie nel fine settimana. Mi mancavano molto i miei fratelli in quel momento. I miei genitori venivano a trovarmi ogni due o tre settimane e non vedevo l’ora. Poi i miei genitori mi hanno fatto uscire e abbiamo pensato ad altre cose per allontanarmi un po’ dal calcio. È stato difficile».


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A Monaco, dopo il trasferimento al Bayern avvenuto nel 2015, le cose sono migliorate:

«Più tardi al Bayern è andata meglio. Allora ero più grande e riuscivo a separare meglio il calcio dal tempo libero. Al Real c’era solo il calcio: il campo del club è isolato vicino all’aeroporto. Non puoi andartene da lì a undici anni a meno che un giocatore più grande non ti porti in macchina. A Monaco potevo andare in città con i miei amici e staccare la spina, ed ero a Vienna in quattro ore e mezza. Ricordo quando ero a Madrid a un torneo di Natale, la mia famiglia mi mandò le foto della festa. Mi sono venute le lacrime agli occhi. Non per tristezza, ma per solitudine, Queste esperienze mi hanno reso la persona che sono oggi. Hanno anche inventato una storia di bullismo nei miei confronti, volevo sporgere denuncia ma poi abbiamo lasciato perdere».

Nizza e Salerno: gli inizi e le ambizioni

Daniliuc ha vissuto le prime vere e proprie esperienze nel calcio dei big con il Nizza in Francia e quest’anno a Salerno. La scelta della Salernitana è un punto di partenza per le sue ambizioni future:

«Non ho scelto Salerno per il clima. Ovviamente, questo non ha un ruolo nelle mie decisioni di trasferimento. Le idee sportive dei club e la mia prospettiva personale, questo sì che sono tutte decisive. Il tempo di gioco ai massimi livelli è più importante del sole. Naturalmente, il bel tempo ti dà gioia di vivere nella vita di tutti i giorni e quando la mia famiglia mi invia video di come piove o nevica a Vienna, è divertente infastidirli un po’ e rispedire foto del sole anche se mi piacciono gli inverni viennesi».

Da Nizza a Salerno è stato un passo in avanti soprattutto dal punto di vista del minutaggio:

«A Nizza ho fatto passi evolutivi molto importanti, poi ho conquistato subito un posto da titolare alla Salernitana. Questo era esattamente l’obiettivo che avevamo quando sono arrivato e quindi sono già soddisfatto. Ho guadagnato più minuti di quanti probabilmente ne avrei guadagnati nello stesso lasso di tempo a Nizza. Al momento siamo dodicesimi in classifica e abbiamo un buon vantaggio sulla zona retrocessione».

L’ambizione di Flavius, ovviamente, è quella di poter giocare la Champions League, il torneo europeo più ambito:

«Sogno di giocare in Champions League, è un obiettivo molto grande ma sono stato al Bayern e al Real Madrid dove impari a pensare in grande e a fare di tutto per raggiungere i tuoi obiettivi. Questo mi ha plasmato. Sono convinto che con tanti piccoli passi ponderati, con fatica e impegno, posso arrivare in Champions League».

I consigli di Dante e Ribéry e il ruolo della Fede

Per Daniliuc, l’esperienza al Bayern è stata importante per i suoi futuri trasferimenti a Nizza e Salerno, anche perché lì ha ritrovato due vecchie conoscenze prodighe di consigli, Dante e Franck Ribéry:

«Quando mi sono trasferito al Nizza c’era già Dante ed è diventato un giocatore molto importante per me. Continuavo a chiedergli consigli su dove potevo migliorare e mi ha aiutato con incredibile pazienza. Ora ritrovo Ribéry, era persino in campo durante la mia prima sessione da professionista a Monaco. Abbiamo subito legato, è una persona incredibilmente gentile e con i piedi per terra. Dal primo giorno mi ha parlato francese e tedesco. Prima delle partite o all’intervallo mi dà consigli, mi dice spesso che, nonostante la mia giovane età, dovrei uscire da me stesso. Franck vuole che cominci a parlare molto e ad assumere un ruolo di leadership. Mi dà anche consigli specifici sul calcio. Durante la vittoria contro la Lazio mi ha detto all’intervallo: “Ehi Flavi, sono sempre molto concentrati da una parte. Quando prendi la palla, passala subito in diagonale dall’altra parte” e in realtà ha funzionato».

Infine, Daniliuc ha spiegato l’importanza anche alla Fede per la sua routine quotidiana:

«Sono cresciuto in una famiglia religiosa. All’età di 16, 17, 18 anni ho capito che stavo crescendo e ho dovuto decidere da solo se volevo continuare. Mi sono chiesto: vuoi continuare ad andare in chiesa la domenica o preferisci dormire fino a tardi? Ho provato a dormire un paio di volte, ma non mi ha reso felice in quel modo. Trovo più pace e sono una persona migliore quando vivo la mia fede. Cerco di andare in chiesa ogni domenica. Non era un problema a Monaco e a Nizza perché abitavo vicino a una chiesa. A Salerno è più difficile».

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