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Colantuono: “Innamorato di Salerno. Qui grazie al Presidente”

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Stefano Colantuono è un uomo profondamente legato al mare, da San Benedetto del Tronto a Salerno, il connubio vien facile. In mezzo c’è Bergamo che sembra quasi un pesce fuor d’acqua, ma in comune c’è la passione per uno Sport e la vocazione a crescere campioni.

Un’altra vita a Salerno per Stefano Colantuono

Mentre Stefano Colantuono ti parla si percepisce, si tocca quasi, quella voglia di voler fare sempre bene, di cercare il pelo solo per affinare e smussare gli angoli che ti fanno arrivare ad un risultato. Lo ricordo così, quando in un post partita in sala stampa, alla domanda di come vivesse le partite, lui rispose “male!”: un paio di domeniche prima era stato ‘avvistato’ mentre seguiva la gara dal tetto dell’Arechi dopo un cartellino rosso dell’arbitro. L’ansia del risultato accompagna i migliori, quelli senza peli sulla lingua, spesso pragmatici, poche parole e fatti in campo, come quella prestazione in faccia al Napoli che fece esultare Spalletti come poche volte s’è visto.

Dal Centenario all’inverno 2021

Il Cola è così, c’è tanto dentro, c’è molto fuori per occhi che vogliono osservare. Perché anche i punti da lui – e Castori – conquistati in quella collezione autunno-inverno del 2021 sono serviti eccome alla storica salvezza in Serie A, in un clima che definire irreale è puro eufemismo. E la nostra intervista inizia così, da quello stemma sul petto, un’identità, la ‘salernitanità’ che lui stesso percepì in quella festa del centenario in riva al mare ad un torneo di beach soccer.

Una stagione ancora con il Cavalluccio sul petto, la seconda consecutiva alla guida del settore giovanile della Salernitana.

«Cambia il tipo di responsabilità e la tipologia di lavoro: il rapporto quotidiano con gli allenatori, guai interferire. Poi la supervisione e cercare di seguire linee guida dettate dalla società, Iervolino ci tiene molto all’aspetto tecnico ma, soprattutto, all’etica e alla disciplina, oltre i risultati. Siamo un po’ educatori, lavoro diviso con le famiglie, alla base ci deve essere correttezza e rispetto degli altri. Sento di dover ringraziare tutti quelli con i quali lavoro e sono felice dei complimenti che abbiamo ricevuto, sono uno stimolo a voler fare sempre meglio. Il ringraziamento più grande va al Presidente che ci mette nelle condizioni di lavorare al meglio. Oltre i giocatori ci sono staff tecnici e medici, allenatori che si muovono durante tutta una settimana e poi al week-end quando si va fuori. Iervolino ci ha dato l’opportunità di costruire un grande progetto».

Il rapporto con il club. Chi si fa sentire di più?

«Ho un rapporto quotidiano con tutti: il presidente chiama spesso, ed è presente e anche quando non c’è, c’è sempre. Ogni tanto gli mando dei report. Milan è quello al quale sono più vicino, ci vediamo quasi ogni giorno, sono molto presenti nelle attività del settore giovanile. È un rapporto che mi piace molto».

È un settore giovanile che si evolve. Qual è l’obiettivo primario?

«L’intenzione è sfoltire di più le squadre e far sì che qualcuno arrivi in Prima come è successo a Sfait: lo portai io lo scorso anno, questa estate ha fatto tutto il ritiro con la prima squadra, e pochi giorni fa ha firmato il suo primo contratto da prof. Sono soddisfazioni, per il ragazzo sicuramente ma anche per chi ci lavora e li porta ai primi traguardi di carriera. L’obiettivo principale è quello di capire l’importanza del rispetto per la maglia che indossano e, certamente, che si divertano. C’è attenzione al risultato, ci mancherebbe, e ne abbiamo raccolti d’interessanti. Mi sono sentito orgoglioso nelle situazioni in cui mi hanno chiamato per farci i complimenti sull’atteggiamento che hanno avuto i nostri ragazzi nei vari tornei giovanili in giro per l’Italia. Lo scorso anno siamo partiti da zero e siamo andati molto bene con le categorie dai 2008 in su, mentre vogliamo riscattarci con i 2007 e la Primavera per il campionato non brillante dello scorso campionato».

Due Sport nel suo background. C’è un futuro per il futsal alla Salernitana?

«Le cose vanno ben strutturate, non è detto di no, ma dobbiamo andare per step. Le nostre squadre sono aumentate dallo scorso anno. Ci sono anche le ragazze con la squadra di futsal femminile».

Rimaniamo sul futsal. È un campione d’Italia.

«Era un campionato diverso all’epoca, capitava che giocatori di calcio passassero al futsal. Io feci questa scelta poiché mi permetteva di non rimanere fermo, mantenere il mio status di professionista, sotto l’egida di un’altra federazione. Mi divertii molto, ed è molto diverso dal calcio, ha in comune solo che si calcia un pallone con i piedi, ma tutto è diverso a cominciare dalla palla. Là s’impara a dare del “tu” al pallone. Io giocai con atleti fortissimi, ero quasi un comprimario, e fui fortunato a ‘capitare’ in una squadra che vinse poi il campionato».

L’ultima campione d’Italia del futsal arriva da Eboli, la Feldi.

«Gli impegni sono davvero tanti, ma mi piacerebbe vedere una partita. C’è tanto da imparare».

Cos’è Salerno per Stefano Colantuono?

«Ne sono fortemente innamorato. È il posto dove sono stato di più dopo Bergamo. Mi piace molto, mi piacciono i salernitani perché sono anche delle persone schiette. L’impegno che sto mettendo in questa avventura è lo stesso che mettevo quando allenavo».

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Lino Grimaldi Avino
Lino Grimaldi Avino
Lino Grimaldi Avino, giornalista, editore e scrittore. Ha lavorato presso Cronache di Salerno, TuttoSalernitana, Granatissimi ed è direttore di SalernoSport24. Alla radio ha lavorato presso Radio Alfa, e attualmente conduce due programmi sportivi a RCS75 - Radio Castelluccio, Destinazione Sport e Destinazione Arechi. Ha pubblicato due libri: Angusti Corridoi (2012) con la casa editrice Ripostes, e La vita allo specchio - Introspettiva (2020) con la Saggese Editori, con prefazione dello scrittore Amleto de Silva.

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