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Pari in rimonta col Frosinone, Salernitana avanti a marce basse

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Ancora un pareggio per la Salernitana, stavolta maturato tra le mura amiche contro il Frosinone.

Torna però a muoversi la classifica dopo due KO consecutivi.

I granata vanno nuovamente sotto al primo corner e puntualmente beccano gol su colpo di testa.

Decima rete al passivo e deficit difensivo sulle palle aeree da colmare con urgenza. I numeri raccontano indiscutibilmente verità su cui riflettere e apportate contromisure. Oltre ad una carenza di attenzione probabilmente è da rivedere il tipo di marcatura in aerea di rigore a fronte delle caratteristiche degli elementi in rosa.

Manovra spesso lenta e confusionaria, passaggi errati, lampi di qualità non tradotti in occasioni da rete realmente pericolose, al netto dell’ennesimo legno timbrato dal singolo.

È proprio il singolo, Jovane Cabral, la luce nell’oscurità del momento. Sugli sviluppi di corner fulmina il portiere, che salva i Ciociari in diverse altre occasioni. Non basta il tifo incessante dell’Arechi per conquistare l’intera posta in palio, il pareggio finale è dettato parzialmente anche dalla paura di farsi male per entrambe le formazioni.

La scelta del falso nueve da parte di Sousa ha diverse chiavi di lettura. Seppur la soluzione intrighi tecnicamente, al fine di non regalare punti di riferimento alla retroguardia avversaria, non conferisce il giusto peso all’attacco è l’alternativa aerea alla manovra ed alla finalizzazione.

I granata sono stati limitati agli scambi palla a terra ed a cross bassi, i rinvii della difesa, talvolta affrettati, sono stati facili prede per la difesa gialloblù. La sensazione è che un elemento come Cabral incida anche maggiormente agendo sugli esterni, in particolare dalla sinistra e poi accentrandosi per la conclusione a rete. Sacrificandolo nel ruolo di punta si perde imprevedibilità nella costruzione del gioco sulle fasce e nel puntare l’uomo.

Ma l’assenza di Dia ha indotto il trainer ad affidarsi agli elementi più in palla ed affidabili del momento, ricorrendo al centravanti Ikwemesi solo a gara in corso. I nuovi arrivati per gran parte hanno ancora bisogno di tempo per integrarsi nel gruppo, negli schemi, nelle abitudini di vita del nostro Paese.

Probabilmente non meno grave è la perdita di Coulibaly  in mezzo al campo. Il maliano non ha un sostituto di pari caratteristiche nel roster e le soluzioni attuali non consentono di eseguire le due fasi di gioco con la medesima efficacia. Martegani certamente ha qualità e personalità, sebbene tenda a portare a volte troppo palla. Maggiore bene negli inserimenti in area, molto meno in fase di costruzione ed interdizione da mediano. Bohinen sembra non avere il passo giusto nel centrocampo a due, più adatto come regista in una cerniera a tre, supportato quindi da due cursori. Significherebbe stravolgere l’assetto tattico complessivo.

Oltre alle assenze succitate Sousa sta rinunciando anche al miglior Mazzocchi, ancora non brillante come nel 2022. Pako non deve intestardirsi in giocate difficili e lavorare alla ricerca dello smalto necessario allo sprint ed al dribbling in maniera efficace.

Tuttavia, la squadra sembra giocare sbilanciata: si affonda molto di più sull’out destro che su quello mancino. Saranno dettami del tecnico o sfiducia in qualche nei singolo della corsia sinistra? Non è chiaro ma occorrerebbe lavorare equamente con attacchi ponderati su ambo i fronti per avere maggiore imprevedibilità, al netto del caso specifico relativo ad avversari più o meno deboli da affrontare.

Il resoconto dice che la Salernitana ha conquistato tre punti in cinque partite, una media retrocessione che va però letta in considerazione del momento delicato. La querelle Dia e l’assenza di Coulibaly rappresentano tegole importanti a cui la squadra non può rinunciare. D’altro canto occorre far di necessità virtù e cominciare a cambiare passo poiché con alternanza di pareggi e sconfitte non si va da nessuna parte, se non negli inferi della B.

Sousa avrà commesso errori al pari dei suoi ragazzi e mostrato limiti ma non diventi il solo capro espiatorio. L’allenatore era stato chiaro con la dirigenza del club, che deve assumersi responsabilità ed agire per il bene comune.

La Bersagliera, seppur da ritoccare per tempo nell’organico nella finestra di mercato, ha frattanto le carte in regola per risollevarsi dai bassifondi in cui naviga attualmente. Ma, fermata l’emorragia di sconfitte, serve un cambio di rotta immediato e netto, soprattutto di mentalità. Le vittorie aiutano la mente ad acquisire fiducia ed a lavorare meglio. Bisogna mantenersi compatti e puntare l’obiettivo, a partire da Empoli, gara più abbordabile delle successive.

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