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L’Atalanta porta la Salernitana sull’OTTOvolante, rebus nuovo allenatore

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Sconfitta senza appello per la Salernitana a Bergamo alla penultima giornata del girone d’andata del massimo campionato.

Granata inesistenti, nerazzurri infieriscono senza pietà

Sconfitta senza precedenti, un’umiliazione troppo grande gli otto gol rimediati dalla Bersagliera al Gewiss Stadium.

Al di là del risultato pesantissimo e purtroppo storico, la Salernitana in sostanza non è proprio scesa in campo contro l’undici di Gasperini.

Pronti..via ed è subito vantaggio dei padroni di casa, l’acuto di Dia illude i tanti tifosi ospiti accorsi sulle tribune. In poco più di 20 minuti i nerazzurri chiudono la partita e poi dilagano.

Senza limiti la Gasp Band colpisce a morte l’impalpabile truppa di un Nicola spaesato e tramortito al pari della squadra.

La (non) partita riserva ben poco da commentare dal punto di vista tecnico-tattico. Le problematiche e le lacune sono sempre le stesse registrate negli ultimi mesi. Incapacità di manovrare, limiti nel palleggio, sofferenza atroce in fase difensiva. Il passivo viene parzialmente ridotto da un Ochoa che prova a limitare i danni. La squadra, ridisegnata con un 3-4-2-1, incapace di proporre e di reggere agli urti delle offensive avversarie, è in balia delle onde. Le motivazioni di un’involuzione così netta e profonda sono di varia natura e coinvolgono tutte le componenti chiamate in causa ai fini del risultato sportivo. La società è colpevole di aver investito gran parte delle risorse in rinforzi non adeguati, in doppioni in alcuni ruoli e carenze in altri. Inoltre, non ha probabilmente agito con tempestività nei momenti topici finora registrati in stagione, specialmente nelle diatribe interne allo staff. DS e allenatore non sono esenti da ampie responsabilità, ognuno per la propria competenza, idem per l’organico che va in campo.

L’involuzione inizia dal post Lazio.

La Salernitana ha spento la luce dopo la vittoria dell’Olimpico di fine ottobre scorso. Qualcosa è cambiato, i granata hanno invertito pericolosamente la rotta che conduceva la nave verso i lidi della salvezza andandosi a impelagare in acque tempestose e dando la sensazione di non sapere come uscire indenni dalla burrasca. Ora è tempo che Capitan Iervolino, sostenuto dai più fidati e periti marinai, si ponga al timone e guidi il vascello verso nuovi e più sereni orizzonti.

Il destino nella mani di Iervolino

Per compiere questa impresa occorre tanto impegno e spirito di sacrificio, forse anche un bagno di umiltà. È necessario in primo luogo abbandonare discorsi improduttivi e poco aderenti alla realtà circa traguardi troppo ambiziosi a fronte del materiale umano e tecnico oggi a disposizione. Il secondo step è quello di fare reale e decisa chiarezza nei ruoli delegati e con ferma fiducia. Le cene congiunte e le dichiarazioni di facciata ora lasciano il tempo che trovano, numeri e prestazioni vanno in netta controtendenza rispetto alle chiacchiere ed agli annunci, nonché alle buone intenzioni. È tempo di agire in maniera decisa e convinta, con la consapevolezza delle criticità da risolvere, ben note all’interno del club.

Il dopo Nicola

L’allenatore, a cui vanno tutta la riconoscenza e il ringraziamento per quanto realizzato nella scorsa stagione, andava rimesso in discussione ma assieme al DS con l’analisi dei fatti. Tanti i calciatori arrivati, pochi quelli che hanno inciso, altrettanti quelli utilizzati e realmente valutati tecnicamente. Ignoti finora ufficialmente i motivi, almeno per il popolo granata.

La scelta di non decidere a caldo di una sconfitta così bruciante, contro una rivale storica peraltro, può sembrare saggia e oculata. Lo sarebbe se sullo sfondo la società stesse effettivamente operando una revisione generale del progetto tecnico sviluppato in estate. Dopo l’esonero di Nicola al momento non è dato di sapere cosa stia accadendo nelle segrete stanze, al di là della lista di nomi per la panchina e i rinforzi.

Non si può rinviare a lungo il ricovero in rianimazione di un malato in debito di ossigeno e la cura deve essere opportunamente centrata per non peggiorare le cose. Le prossime ore saranno decisive per una schiarita di idee sul percorso da intraprendere per il futuro granata. Serve una scossa ma serve adeguata al momento delicato. Non decidere sarebbe un suicidio aziendale e sportivo.

Ruolino di marcia da invertire, derby sullo sfondo

La classifica attualmente non fa paura ma è evidente che occorre analizzare le prospettive nel breve-medio termine rispetto al ruolino di marcia iniziato da novembre. Quattro sconfitte ed un pareggio nelle ultime cinque gare sono un campanello d’allarme, lo è ancor di più l’atteggiamento passivo della squadra in campo, a prescindere dagli interpreti schierati.

Sabato all’Arechi è in programma un altro impegno altamente proibitivo: arriva il Napoli, stellare capolista del campionato. Il rischio di restare a mani vuote è molto elevato, i granata chiuderebbero il girone d’andata a quota 18 lunghezze in graduatoria, leggermente al di sotto delle attese in prospettiva 40 punti salvezza da raggiungere al traguardo.

I punti vanno, tuttavia, conquistati principalmente con avversarie di pari livello tecnico, poi tentare di strapparli in ogni altra occasione senza partire sconfitti a priori.

Per fare questo bisogna cambiare mentalità, uscire dal tunnel con tutti i mezzi possibili, virare la rotta ritrovando fiducia e centrando vittorie pesanti.

Il futuro è adesso.

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