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“PalaCoscioni” a ‘picco’: la solita storia degli impianti sportivi salernitani

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Se è vero che lo Sport è uno degli indicatori che descrivono più efficacemente lo stato di salute di una comunità, la provincia di Salerno è messa davvero male. Eterne incompiute e impianti in condizioni a dir poco indegne.

Bello lo Sport di Salerno, ma gli impianti…

Progetti su progetti, bandi di gara, studi di fattibilità e puntuali annunci sui social network: quando si parla di impianti sportivi, la classe dirigente della provincia di Salerno è sempre in prima fila.

Peccato che – alla prova dei fatti – lo stato di palestre e palazzetti non sia degno di un movimento sportivo che, nella stagione 2023-2024, schiererà ben sei squadre nei campionati di vertice.


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La notizia del rinvio di una gara della Coppa Campania di calcio a 5 per infiltrazioni d’acqua dal tetto del “PalaCoscioni” di Nocera Inferiore suscita a un tempo imbarazzo e indignazione. Di grazia: com’è possibile che una struttura rimessa a nuovo nel 2019 per i Giochi universitari estivi sia così vulnerabile alle intemperie? E dire che l’Agenzia regionale per le Universiadi aveva speso 800mila euro per l’ammodernamento.

Quel che è più grave, però, è la pressoché totale mancanza di una visione strategica che riconosca allo sport – peraltro appena entrato nella nostra Costituzione – piena dignità sul piano sociale e culturale. Come se i successi degli ultimi anni fossero stati soltanto un’occasione per risvegliare il nostro orgoglio patrio.

Il rosario delle nostre sventure è lungo da sgranare: il capoluogo di provincia è il simbolo di questo inaccettabile e perdurante stallo. La partita infinita del PalaSalerno, che si trascina in maniera imbarazzante da decenni, è un altro esempio. Fa il paio, infatti, con la situazione critica in cui versano i principali poli dello sport cittadino, a cominciare dal “PalaTulimieri”, che potrebbe peraltro essere abbattuto per fare spazio al nuovo stadio della Salernitana.

Altrettanto delicato è il nodo del “Vestuti”: gli interventi a singhiozzo per riqualificare la pista di atletica e le pedane dei concorsi sono davvero una goccia nel mare, considerate le tantissime attività che animano lo stadio (e le palestre) di piazza Casalbore.

Troppa improvvisazione, progetti con il fiato corto

In provincia non va certo meglio: il “PalaSele” di Eboli non è soltanto la casa della Feldi, ma anche il teatro di concerti e spettacoli di grande seguito. Che possono tuttavia comportare non pochi disagi: i lettori più attenti ricorderanno l’esodo delle Foxes ad Aversa per il turno preliminare di Champions League nell’autunno 2022.

Per carità: non è semplice conciliare i calendari di calcio a 5 con le date di una stagione concertistica che prevede la firma di contratti spesso onerosi per i promoter. Tuttavia, una città campione d’Italia deve fare molto di più per non disperdere un patrimonio (sportivo, ma non solo) che è motivo di vanto per tutta la provincia.

Lo stesso discorso può essere esteso anche ad altre realtà. In questa sede, ne segnaliamo due: Scafati e Sala Consilina. All’inizio della passata stagione, la Givova si è ritrovata senza palasport. Complice l’inerzia del Comune che avrebbe dovuto eseguire i lavori di riqualificazione al “PalaMangano”, indispensabili per ottenere l’omologazione dalla LBA. Solo l’intervento in prima persona del presidente Longobardi ha riportato i gialloblù alla base.

E c’è chi ‘emigra’ per fare Sport

In una piazza importante come Sala Consilina – che esordirà tra pochi giorni nella Serie A di calcio a 5 – manca un palazzo che possa ospitare i tornei nazionali. Una questione ciclicamente dibattuta nel comune del Vallo di Diano, senza risultati concreti. E così, tanto lo Sporting, quanto la Diesel Tecnica – che parteciperà alla B interregionale di basket – traslocheranno anche in questa stagione al “Centro sportivo meridionale” di San Rufo.

I casi di scuola da citare sarebbero tantissimi: per motivi di spazio, ci siamo limitati a segnalare quelli più importanti. Qualcuno obietterà che la coperta è corta, che le priorità di un’amministrazione comunale, provinciale o regionale sono altre. Eppure, fino a quando lo sport sarà una bandiera da sventolare solo in campagna elettorale, sarà impossibile uscire dalla palude.

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Carmine Marino
Carmine Marino
Nato a Battipaglia nel 1986, dal 2004 si è occupato di cronaca, attualità, cultura e sport per «Il settimanale Unico» e «Il Quotidiano della Basilicata». Telecronista di calcio, basket, calcio a cinque e pallavolo per alcune televisioni locali del Basso Salernitano, dal 2016 è speaker di manifestazioni sportive amatoriali di atletica e ciclismo, per le quali cura anche le attività di ufficio stampa. Già collaboratore fisso del «Il Quotidiano del Sud - L'altravoce dei ventenni» e di ventiblog.com, attualmente è caporedattore di SalernoSport24 per gli sport di squadra e le discipline olimpiche. Dal 4 dicembre 2023, è iscritto all'albo dei giornalisti pubblicisti della Campania. Insegnante di italiano e storia nelle scuole superiori, ha pubblicato saggi e recensioni in volumi collettanei e su riviste di storia contemporanea. Dalla primavera del 2023 è socio della Società italiana di storia dello sport.

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