Intervista a Giacomo Tedesco, ex calciatore del Napoli e della Salernitana. Con lui abbiamo parlato del derby imminente tra granata e partenopei.
Tedesco: “Ribéry elemento in più dei granata”
Quando nomini Giacomo Tedesco a Salerno la mente va subito alla storica promozione in Serie A della stagione 1997-1998, cavalcata vissuta insieme a suo fratello Giovanni. Il calciatore originario di Palermo ha vestito per 133 volte la maglia granata segnando anche 13 gol. Per lui anche nove mesi alla corte del Napoli dove ha collezionato solamente 14 presenze. Giacomo Tedesco è anche l’autore del gol decisivo contro la Lazio del primo novembre 1998 che regalò la prima vittoria in campionato dei granata in quell’annata.
Giacomo Tedesco: “Il campionato del 1998? Cavalcata assurda”
Sei stato protagonista della storica promozione del 1998. Ci puoi raccontare qualcosa di quella annata? Secondo l’anno successivo si poteva fare qualcosa in più per conquistare la salvezza in A?
«Il campionato 1997-1998 fu una cavalcata assurdo. Vincemmo il campionato in maniera agevole vista la squadra che avevamo. C’era mister Delio Rossi che era un grande allenatore per la categoria, c’erano i vari Artistico, Luca Fusco, mio fratello, Di Vaio e tanti altri che con la Serie B non avevano nulla da condividere. L’anno successivo avevamo degli avversari fortissimi. Il Piacenza stesso era una squadra forte ai tempi, nulla a che vedere con le squadre attualmente in A. Noi facemmo di tutto per rimanere in A, ma il campionato era veramente difficile. Dopo 23 anni c’è una nuova possibilità e spero che l’epilogo sia diverso da quell’anno».
Hai giocato 9 mesi al Napoli. Cosa ricordi di quella avventura?
«A Napoli mi volle Zeman dalla Salernitana. Il boemo mi voleva a tutti i costi e arrivai all’ombra del Vesuvio con tanto entusiasmo. Ho dato il mio contributo ricordo su tutte la vittoria alla prima giornata contro la Juventus. Poi Zeman venne esonerato e io rimasi un pò fuori dalla società. Mister Mondonico a cui rivolgo il mio pensiero visto che non c’è più durante l’anno mi diede pochissimo spazio. Purtroppo non sono riuscito a dare tanto alla causa Napoli visto che poi all’ultima retrocedemmo in Serie B».
Zeman, che allenatore era?
«Il mister è stato un grandissimo tecnico. Ha tirato fuori dei giocatori eccezionali. Dalla Lazio, dalla Roma, dalla stessa Salernitana sotto la sua guida giocatori fantastici che agli occhi degli altri non era considerati minimamente per un salto di qualità. Era un calcio divertente e super votato all’attacco visto il suo 4-3-3. Le sue squadre non hanno vinto tanto, ma per me è un allenatore che esalta il singolo e il gruppo».
La Salernitana può dire la sua domenica? Come reputi queste prime due uscite con mister Colantuono?
«Il cambio di Colantuono non è andato bene alla prima. Giustamente non è riuscito a dare la scossa alla squadra visto che era arrivato da pochi giorni. Però a Venezia già si è visto qualcosa di diverso. La vittoria al 95° ha fatto capire che la squadra è viva, ha fatto capire che la squadra non molla fino all’ultimo. Poi ovviamente quando sta bene Ribéry tutto è diverso. Ha dato quello che è mancato alla Salernitana ad inizio campionato. Il derby è una partita che si prepara da solo, il Napoli è una grandissima squadra, Spalletti sta facendo un lavoro eccezionale. La Salernitana può dire la sua ma l’Arechi dovrà fare la sua parte».
Il Napoli sta stupendo tutto e tutti. Di chi è il merito?
«Il merito è di tutti. Della società che ha puntato un grande allenatore. Sui ragazzi che seguono il mister, io ogni partita guardo il Napoli è quando vedo chi esce non lo vedo mai arrabbiato, anzi incoraggia il calciatore prossimo ad entrare. La forza del Napoli è il gruppo».