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Tra salvezza e play-out: il destino della Gelbison in due partite

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Dopo un avvio complicato, sembrava che la Gelbison avesse trovato la quadra per raggiungere, contro ogni pronostico di inizio stagione, una salvezza tranquilla.

La stagione della Gelbison

Le quattro vittorie consecutive della gestione De Sanzo avevano celato i problemi della formazione di Vallo della Lucania, andando così, inevitabilmente, ad alzare il livello di aspettative attorno al proprio nome.

Il cammino a singhiozzo, qualche pareggio di troppo e la ‘palla’ passa nuovamente nelle mani di Gianluca Esposito, desideroso di riscatto in seguito all’esonero maturato alla 4ª giornata di campionato. Una sola vittoria in otto gare determina, però, la fine dell’era Esposito 2.0: scelta figlia della sconfitta nello scontro salvezza contro la Viterbese, decisa da una rete di Alessandro Marotta, al 95′, su calcio di rigore.

Il ‘testimone’ passa, dunque, nelle mani di Giuseppe Galderisi, chiamato a un insperato tentativo di evitare i play-out. La partenza non è delle migliori: il KO esterno contro il Latina porta a credere che il destino dei rossoblù passi proprio dalla post-season, dove le squadre interessate si giocheranno la conquista del diritto di restare nella terza serie professionistica italiana.


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L’incubo dei play-out

Salvo clamorosi colpi di scena, i cilentani disputeranno i play-out per mantenere un posto in categoria. I prossimi match contro Crotone e Monopoli non lasciano presagire nulla di buono, e il rischio di scivolare ulteriormente di posizione, seppur altamente improbabile, non è da escludere a priori.

Ma nulla è ancora deciso. Un ulteriore dettaglio potrebbe determinare le sorti delle quattro imputate per la retrocessione: se al termine della stagione regolare il distacco in classifica tra la penultima e la quintultima dovesse essere superiore a otto punti, i play-out tra queste due squadre non verranno disputati. In tal caso, la penultima retrocederà direttamente in Serie D, mentre la quintultima resterà in Serie C. Lo stesso discorso è valido anche per la terzultima e la quartultima.

A due giornate dal termine, gli accoppiamenti recitano: Monterosi-Gelbison e Messina-Viterbese. La formazione di Galderisi ottenendo risultati positivi nelle prossime due partite, e sperando nei passi falsi di Messina, Viterbese e Fidelis Andria, potrebbe trovare nella classifica finale un grande alleato. Da questo momento, però, l’obiettivo dovrà essere la ricerca ossessiva di punti, evitando contraccolpi psicologici che vadano a intaccare un ambiente già particolarmente condizionato dalle recenti disfatte.

Gelbison, cosa non è andato?

È giunto il momento di tirare le somme. Il campionato dei salernitani è stato un’autentica montagna russa, con picchi di forma elevati sottolineati dalle vittorie consecutive infilate a cavallo tra settembre e ottobre e dai pareggi significativi di Picerno e Crotone, passando per lo scivolone firmato Monopoli all’esordio stagionale al “Guariglia”, fino alle cocenti sconfitte dell’ultimo periodo negli scontri salvezza contro Turris e Viterbese.

Il problema costante è stato chiaramente la produzione offensiva: con ventiquattro gol fatti, la Gelbison ha attualmente il peggior attacco del Girone C. Senza la meticolosa cura della fase difensiva tanto ricercata da Fabio De Sanzo, probabilmente, i vallesi si troverebbero in posizioni di classifica ben peggiori rispetto a quella attuale.

L’arrivo di Marco Tumminello nel mercato invernale aveva fatto ben sperare i tifosi rossoblù che avevano confidato nelle doti tecniche e nell’esperienza ad alti livelli dell’ex Roma e Crotone. L’attaccante siciliano, però, ha deluso, andando a segno solo nell’incontro del “Pino Zaccheria” di Foggia, con la rete del momentaneo vantaggio. “Spero di fare altri cinque-sei gol”, fu questo l’augurio del nativo di Erice, giunto in Campania con l’intento di riscatto e il desiderio di ritornare ai vecchi albori di un tempo. Per lui, queste ultime due ‘finali’ potrebbero rappresentare quel motivo in più per scrollarsi di dosso il peso delle aspettative e mostrare finalmente il proprio valore.

Due battaglie o forse più: il destino della Gelbison passa dal verdetto del campo, da sempre il giudice più severo.

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Elio Granito
Elio Granito
Sono un ragazzo di 28 anni, laureato in “Scienze delle attività motorie, sportive e dell’educazione psicomotoria”, prossimo a conseguire il secondo titolo, quello specialistico. Creativo, perfezionista, ambizioso. Mi ritengo una persona educata, sensibile, assertiva e altruista. Aspetti risultati sinora determinanti nelle varie relazioni avute all'interno del mondo del giornalismo, con diverse figure di rilievo, e, soprattutto, per comprendere il reale valore, la potenza e il dono di ogni singola parola. Amo il giornalismo pulito, che ha necessità di essere raccontato. Generalmente parlo di calcio, ma ho piacere di spaziare su più fronti. Il mio desidero più grande resta quello di migliorare le mie capacità puntando all’eccellenza. Basi solide, pragmatismo e pensiero creativo: sono le peculiarità sviluppate principalmente in questi anni in cui ho compreso l'amore e la passione per la divulgazione di pensieri, messaggi e valori positivi, utilizzando come strumento lo sport e la mia "penna".

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