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Del Grosso: “Dovevo andare da Zeman. Darei tutto per Salerno”

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Alessandro Del Grosso si è raccontato ai nostri microfoni. Una chiacchierata con un ex giocatore della Salernitana, che ha avuto più spunti di conversazione. Dal gol da cineteca al Milan, passando per qualche retroscena con la Lazio di Zeman

Del Grosso ancora legato ai colori granata

Da quello che è emerso dalla chiacchierata con Del Grosso si può dire che l’ormai ex giocatore granata abbia lasciato un pezzo di cuore a Salerno. Tante stagioni, per lui, con la maglia della Salernitana, che oltre ad un campionato di Serie B hanno lasciato un segno indelebile in lui.


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Ricordi a tinte rossonere

La chiacchierata inizia con una preview della prossima partita di campionato. La Salernitana si prepara ed è carica ma “anche il Milan arriva alla partita con un buon morale, considerando anche il bottino in Champions. La Salernitana ci sta arrivando gasata e con un pizzico di voglia e di mordente in più, specialmente dopo gli ultimi due risultati. Se, e sottolineo se, dovesse fare risultato pieno sarebbe un ottimo passo avanti per la salvezza. Se dovesse andar male, la Salernitana sta comunque giocando bene e sta cercando di far punti con chiunque e lo si è visto nelle due ultime uscite“.

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Salernitana-Milan | © Carlo Giacomazza

Una voglia mai mancata, secondo Del Grosso, ma che c’era “anche prima, però adesso si vedono un po’ di più la voglia di lottare, di farsi vedere e quella di aiutare il compagno. Questo è un grosso risultato, aldilà che si possa ottenere una vittoria o un pareggio. Si potrebbe anche perdere, per carità, ci possono essere varie situazioni come un passaggio sbagliato o un gol da 30 metri come lo feci io al Milan anni fa. Sta, però, poi alla Salernitana rimettere in sesto la partita“.

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salernitana-milan | © Salernosport24

Il cambio in panchina ha fatto la differenza, visto che ora i granata “hanno un allenatore (Paulo Sousa, ndr) che non cerca di mettere ansia e fretta agli stessi giocatori, differente da Nicola che faceva sentire parecchio la partita ai ragazzi. Lui la fa vivere in un modo differente. Quello con la bacchetta magica non esiste, ma ha trovato dei ragazzi che si sono subito messi a disposizione del nuovo tecnico e sta provando nuove giocate, diverse, con uomini differenti da quelli di Nicola. Ha ritirato fuori giocatori che prima magari non davano e ha lasciato fuori alcuni che magari non gli danno“.

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Stefano Pioli | © Carlo Giacomazza

Un gol da cineteca

Di Del Grosso rimane anche un ricordo indelebile, quello di un gol incredibile nella memoria dei tifosi granata. Lui sul gol ha le idee chiare: “Dico sempre che bisogna provarci per poi avere una risposta. In quelle domeniche ci stavo provando, già con la Roma avevo tentato a distanza e anche al Bologna. In allenamento avevo fatto un paio di gol a Baronissi da quella distanza. Ho visto quel pallone che poi è venuto uno stop un po’ strano, perché con il petto mi si è un po’ alzato, è balzato laterale e ho detto ‘Adesso la chiudo subito verso la porta’ e così è stato”.

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Screenshot

Poi continua: “Diciamo che poi è venuto un bel tiro, la Gialappa’s (ride) mi ha preso per il c*** per tutta la settimana chiamandolo un ‘tiro teso a palombella’. Davano la colpa ad Abbiati, ma secondo me ci poteva far poco e niente. Lui era un paio di metri fuori, era sull’arietta, e il pallone gli è caduto dietro proprio all’incrocio. Magari fosse stato in porta non ci sarebbe arrivato lo stesso. La cosa bella è che ho fatto gol e sono andato verso la panchina, il cuore della squadra. Un bel momento, poi ci siamo abbracciati“.

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Screenshot

Poi qualche soddisfazione, visto che era un periodo d’oro per l’ex portiere rossonero: “Abbiati in quel periodo aveva quasi un record di gol non presi e non se lo aspettava. Quando lo hanno ripreso ha fatto una faccia del tipo ‘Guarda questo che c***o di gol che ha fatto’ perché non se l’aspettava proprio che tiravo da quella distanza. Non si aspettava quel tiro verso la porta, perché non potevo crossare da quella distanza. Un cross non va preparato in quel modo. Un gol con un bell’angolo di gradazione“.

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Screenshot

Granata, per i granata

Da ex difensore, poi, ha voluto spendere qualche parola per Pirola e Lovato: “Spero che abbiano più spazio per farsi trovare sempre pronti. Hanno delle belle doti, una bella corsa e dei buoni inserimenti. Ormai bisogna giocare con tutti i giocatori di movimento, non solo con il portiere, visto che ormai tutti devono difendere e attaccare, chiudere l’azione e iniziare il gioco. Loro sono importanti e potrebbero essere importanti in futuro e avere due giocatori già pronti per la Serie A e per la Salernitana“.

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Lorenza Pirola | © Carlo Giacomazza

Prima di cominciare l’ultima parte del discorso, poi, Del Grosso ha parlato: “Per la Salernitana darei tutto, a me ha dato tutto insieme a Salerno. Ogni volta che posso do e secondo me non ho dato per quanto ho ricevuto“. Dichiarazioni d’amore forti, fortissime, che incorniciano i “ricordi migliori? L’anno della vittoria in Serie B o il mio primo esordio con la Salernitana. Mi ricordo ancora Cannella che mi disse ‘Ti abbiamo preso per giocare, però per giocare a Salerno devi avere la testa perché ha molte distrazioni. È bello, ma è facile perdersi‘”.

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© US Salernitana 1919

Quel retroscena su Zeman…

Prima del suo approdo alla Salernitana, però, a quanto pare sarebbe dovuto andare in un’altra squadra. In Serie A c’era un certo boemo: “Io dovevo andare alla Lazio, poi Zeman disse ‘meglio farlo giocare in B e appoggiarlo alla Salernitana e poi vediamo’. Un’esperienza quella granata, però, che lo ha comunque cambiato: “Volevo, volevo, volevo. Ero già formato e ad ogni allenamento davo tutto, era sempre come se fosse in partita“.

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ph: web

Poi continua: “Giocare a Salerno per gli avversari – tolti i grandi club – è come se fossi contro la Juventus. Anche quest’anno sto vedendo dei numeri impressionanti di tifosi in casa e fuori casa. Giocare per la Salernitana è qualcosa di indescrivibile, specialmente allo stadio. Molte volte mi faceva la gente e la voglia di rispondere al tifo. La gente eri lì per te. Perché tu eri il suo sogno, il suo scopo.

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© Carlo Giacomazza

Termina raccontando di come ha vissuto il granata: “Durante la settimana la gente lavorava e viveva per vederci, noi eravamo la Salernitana e passava tramite noi. La Salernitana passa tramite i giocatori. Molti non ci riescono a stare, perché appena vengono punzecchiati iniziano a volersene andare. Per i tifosi tu sei la squadra, sei un credo. Logicamente si immedesimano in te. Io faccio il mio esempio, sono cristiano e credo in Gesù, e chi si immedesima in Gesù Cristo? Il Papa e se lui sbaglia, a lui dico le cose. Tramite noi, la gente si rivolgeva alla società“.

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