giovedì 16 05 24
spot_img
HomeFrontpageBombardini: "La Roma non è guarita e la Salernitana può approfittarne. Su...
spot_img

Bombardini: “La Roma non è guarita e la Salernitana può approfittarne. Su De Rossi…”

spot_img
spot_img

In occasione del match di campionato tra Salernitana e Roma, è intervenuto ai nostri microfoni il doppio ex Davide Bombardini. Ecco le sue dichiarazioni.

Davide Bombardini: “C’è bisogno di un attaccante”

Davide Bombardini, faentino di nascita, ha mosso i primi passi da calciatore tra i dilettanti dell’Imola, per poi essere acquistato, nel 1993, dal Pisa. Dopo alcune stagioni nelle quali alterna buone prestazioni nelle divisioni inferiori a difficoltà di adattamento alla Serie B, riesce ad imporsi definitivamente in cadetteria. L’ottima annata palermitana del 2001-2002 (8 reti in 35 presenze), infatti, gli vale la chiamata della Roma, che gli permette di esordire in Serie A. Dopo 13 presenze in giallorosso, lascia la capitale per accasarsi a Salerno, dove gioca le due travagliate stagioni di Serie B del 2003-2004 e 2004-2005.


Potrebbe interessarti anche:


Al fallimento della società granata, da svincolato, si accorda con l’Atalanta (52 presenze e 3 gol tra A, B e Coppa Italia). Due anni (ed una promozione in A) dopo, torna in Serie B, a Bologna, aiutando la squadra della quale era tifoso da ragazzo a risalire in massima categoria. Torna nel bergamasco nel gennaio del 2010, ma non tra le fila dei nerazzurri: firma un contratto con l’Albinoleffe, ritirandosi al termine di quest’esperienza.

Quanto può pesare il ritorno di Sabatini sul mercato e a livello morale?

«Visto quello che ha fatto a Salerno e in altre squadre, penso che abbia un gran peso. È un uomo che conosce il calcio, che ha entusiasmo, che conosce la città, che gode dell’affetto di quest’ultima: ha tutto per fare bene. È una garanzia, però non sempre si possono fare miracoli. Tuttavia, tra tutti i direttori in circolazione, penso che lui sia decisamente il più adatto. In passato, ho avuto DS importanti, di personalità. Lui è qualcosa di più: è un dirigente a 360 gradi. Lo vedi svolgere contemporaneamente anche mansioni diverse da quelle di un normale direttore».

Gli addii di Bohinen e Mazzocchi, il caso Dia, la trattativa con Boateng: come si gestiscono tutte queste voci all’interno di uno spogliatoio a metà stagione?

«Oggi il mercato è diverso da prima, è molto più veloce. I giocatori vanno e vengono in pochissimo tempo rispetto al periodo in cui giocavo io: molti durano solo 6 mesi. Non fai in tempo nemmeno ad affezionarti a volte. Però la Salernitana deve fare qualcosa: se la situazione è questa, si deve cambiare (e anche in fretta)».

Come saprà, la Salernitana ha parecchie difficoltà in avanti. Crede che Simy ed Ikwuemesi siano adatti ad essere i centravanti di una squadra di Serie A?

«C’è sicuramente bisogno di un altro attaccante se quelli che ci sono in rosa non si sbloccano, perché senza qualcuno che faccia gol è un casino. Hanno bisogno di prendere qualcuno anche per i ragazzi, per il morale».

Quando una squadra è ultima in classifica a questo punto della stagione come si fa a trovare le motivazioni per risalire la china?

«Non è facile. La partita col Genoa non si doveva sbagliare: si doveva vincere, ma, soprattutto, non si doveva perdere. Questo ragionamento vale in particolar modo quando si lotta per la salvezza. In questi momenti anche un punto può essere utile per muovere la classifica. Mi sono trovato in situazioni simili, nelle quali dovevi fare di tutto per vincere; poi, magari, dopo aver perso ti rendevi conto che anche fare un punto avrebbe potuto rivelarsi importante. In questo momento della stagione tutti i punti iniziano a pesare tanto e almeno uno devi sempre cercare di farlo. Ovviamente, questo non vuol dire che non arriveranno partite da vincere per forza».

La Salernitana affronta la ‘nuova’ Roma di De Rossi, con il quale lei ha giocato. Anche considerando l’esperienza alla SPAL e la prima partita da tecnico giallorosso, lo ritiene già pronto ad allenare ad alti livelli?

«Ma no. non si è pronti nemmeno dopo tante partite. Lui è uomo di calcio, è stato un grande calciatore e conosce l’ambiente. Diciamo che a Roma può essere avvantaggiato, poiché tutto l’ambiente lo rispetta, gli vuole bene ed è con lui (e questo i calciatori lo percepiscono). Ha una grande chance per giocarsi la riconferma e farà di tutto. Però, attenzione: è vero che oggi sono meno rispetto a prima gli allenatori che fanno la gavetta prima di arrivare in una grande. Ma è anche vero che molti di questi tecnici giovani, che partono da squadre importanti, sono finiti a fare gli opinionisti. Quindi, ha una grossa opportunità (che non poteva rifiutare), però…».

Com’era il De Rossi 20enne che ha conosciuto a inizio anni 2000?

«Era ragazzino. Tra l’altro in ritiro era in camera con me. All’inizio dovevo stare con Cafù, però lui ebbe delle settimane di vacanza in più per la vittoria del Mondiale e, quindi, mi ritrovai con De Rossi. Parlavamo molto: mi diceva sempre che se fosse diventato un calciatore avrebbe comprato una Ferrari. Poi, negli anni successivi, ogni volta che c’incontravamo gli chiedevo sempre: “Daniè ma alla fine l’hai comprata?”. Sognava di diventare calciatore (come molti altri ragazzini), ma, probabilmente, non immaginava che avrebbe fatto quella carriera. In campo lo ricordo già molto concentrato e determinato: sapeva ciò che voleva».

Un pronostico per la partita di lunedì?

«Sono molto affezionato ad entrambe le squadre. Vorrei che portasse a casa qualcosa in più la Salernitana, perché ne ha più bisogno. Però dall’altra parte c’è Daniele, che è un amico. Ad oggi ti direi che finirà in parità, però è una partita apertissima. La Roma non è già guarita e la Salernitana potrebbe approfittarne, anche grazie all’aiuto del pubblico. Oltretutto, la Salernitana ha dimostrato di sapersela giocare con le grandi squadre, quando non ha niente da perdere. Il problema arriva contro le dirette concorrenti, quando si deve vincere per forza».

spot_img
spot_img
spot_img

Notizie popolari