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Crollo anche a Monza, nave granata in balia delle onde

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Salernitana sconfitta nettamente anche a Monza, dove incassa un altro tris mortificante. Squadra sostanzialmente mai in partita, Sousa sulla graticola.

I numeri dopo otto partite parlano chiaro: tre punti racimolati, nessuna vittoria, appena 4 gol fatti e ben 17 incassati. Questa Salernitana dopo otto giornate ha fatto anche peggio di quella di Castori (che aveva 4 punti e 16 gol subiti).

E aumentano i record negativi. Il baby Vignato del Monza (autore del 2-0) è il primo 2004 a segnare in serie A. L’Empoli contro i granata realizza il primo ed unico gol in campionato. Lautaro è il primo giocatore di massima serie a siglare un poker entrando dalla panchina.

Questo è in sintesi il rendimento a dir poco negativo della compagine dell’Ippocampo in questo primo scorcio di campionato. La società medita circa l’esonero di mister Paulo Sousa.

La gara di Monza ha calcisticamente poca storia, se non per il tabellino ricco e la posta in palio finita nella cascina lombarda.

La Salernitana è apparsa senza ne’ capo ne’ coda, schierata a specchio contro una formazione ben collaudata e messa in campo dall’ex Palladino. Distanze sbagliate tra i reparti abissali, zero duelli vinti negli unicorni contro uno, squadra svogliata e senza idee (al netto di un legno di Dia), sempre in ritardo sulle seconde palle, anche la condizione atletica appare deficitaria.

Il tecnico lusitano è in un evidente stato confusionale, lo testimonia l’incapacità di porre rimedio al disastro di centrocampo nel primo tempo, in cui i due mediani sono stati in balia continuamente degli avversari.

Ma il trainer è in buona compagnia di responsabili. Il patron Iervolino, assente personalmente da lungo tempo, al netto di una comparsata in allenamento alcune settimane fa, ha parimenti evidenti responsabilità nella crisi della Salernitana, sebbene gli si riconoscano In particolare il presidente ha inspiegabilmente non garantito un budget tale da garantire a De Sanctis di acquistare giocatori già pronti. Soprattutto, una società di serie A non può in alcun modo subordinare il mercato al riscatto di un giocatore (in tre rate) che è rimasto anche malvolentieri a Salerno a sposare la causa.

Ed ecco che la figura del DS, quella di intermediario fondamentale tra le principali componenti in gioco, assume la sua rilevanza e le conseguenti sanguinose scelte poco illuminate.

C’è ancora margine per recuperare il tempo e il cammino perduto, a partire dalle valutazioni tecniche e dalla coesione del gruppo. È il momento di decidere, di operare senza appello.

La tifoseria resta aggrappata alla stima imprenditoriale ed alla riconoscenza verso il club  del numero uno di Palma Campania.

Errare è umano ma perseverare diabolico.

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