L’Atalanta ha rimontato una partita che alla fine del primo tempo vedeva la Salernitana in vantaggio al “Gewiss Stadium”. Cosa ha funzionato e, soprattutto, cosa non ha funzionato nel match che ha visto i granata nuovamente sconfitti a Bergamo.
Salernitana ancora sconfitta: i chiaroscuri di Bergamo
È vero, una sconfitta arrivata subendo quattro gol sembrerebbe una disfatta sotto tutti i punti di vista. Ed è quasi così, vista la classifica che vede i granata all’ultimo posto e a cinque punti dalla salvezza. Ma non è tutto da buttare, per fortuna: a Bergamo si sono viste anche alcune cose positive, specialmente nella prima frazione di gioco. Vediamo, nello specifico, tutti i chiaroscuri del match del “Gewiss Stadium”, una sconfitta con (poche) luci e (tante) ombre.
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Cosa c’è da salvare…
Tra le cose da salvare, va notata l’aggressività che tutta la squadra ha messo in campo nei primi 45 minuti. In particolare, sulle fasce Mazzocchi e Daniliuc hanno messo in difficoltà Zappacosta e Ruggeri, che non sono mai riusciti a rendersi pericolosi: ciò ha portato gli uomini di Gasperini a concentrare il gioco per vie interne. Anche lì, però, la grande prestazione di Coulibaly e Maggiore non ha dato modo alla Dea di sfondare.
In particolare, il maliano sembrava aver ritrovato la forma con un primo tempo strepitoso. Con l’uscita di Maggiore e l’ingresso di Kastanos sul 2-1 per i padroni di casa, e il conseguente passaggio al 4-2-3-1, la Salernitana ha perso quantità in mezzo al campo e l’Atalanta ha dilagato definitivamente. L’ultima nota positiva è la presenza, tra i pali, di Benoit Costil, che non sta facendo rimpiangere affatto Memo Ochoa. Il francese ha effettuato altri interventi importanti tenendo in partita i granata per circa 80 minuti.
… e cosa no
Da horror, invece, la difesa. Record negativo nella storia della Bersagliera nel massimo campionato dopo 16 partite, un rendimento da dimenticare: 34 gol subiti con ancora tre partite da giocare prima della fine del girone di andata. Nel 2021-2022 le reti subite erano state 33, lo scorso anno 26. Ma anche andando indietro nel tempo le statistiche erano migliori: nel 1947-1948 furono 29, mentre con Delio Rossi, nel ’98-’99, 27.
A far preoccupare sono i continui errori grossolani sui gol degli avversari. Sulle palle inattive i granata soffrono e non danno sicurezze, sulla marcatura, ieri, si sono visti tutti i limiti della retroguardia di Inzaghi (che dalla sua ha sbagliato a sostituire Daniliuc e Maggiore, che non stavano sfigurando affatto). In occasione del primo gol nerazzurro, Muriel è stato lasciato completamente solo al limite dell’area. Il colombiano ha avuto, così, il modo di calciare indisturbato trovando il gol del pareggio. Sul secondo gol, invece, è mancato il mordente, è venuta meno l’aggressività e gli attaccanti avversari hanno fatto tutto ciò che volevano, non trovando una decisa opposizione.
Il terzo gol nasce da un erroraccio in fase di possesso di Mazzocchi prima e Gyomber poi, che regala goffamente la palla a Scalvini, che si lancia verso l’area della Salernitana e serve il compagno completamente libero. Vanno notate anche le prestazioni di Tchaouna, che non è mai sembrato entrare in partita, e – come anticipato – di Gyomber, ieri in enorme difficoltà. Lo slovacco sembra il lontano parente del difensore che la scorsa stagione aveva stupito tutti.
Da aggiustare c’è assolutamente il centrocampo a due, che proprio non sembra essere l’abito adatto per questa rosa. Quando schierata a tre in mezzo al campo, la squadra granata sembra essere più sicura ed in controllo. Infine, mancano le idee quando si è in possesso del pallone: gli uomini di Inzaghi sembrano quasi spaventati di mantenere il pallone e provano a costruire azioni troppo rapidamente, sprecando e regalando la sfera agli avversari troppe volte.