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In ricordo di Andrea Fortunato: chi vive nel cuore di chi resta, non muore mai

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Il 25 aprile del ’95 fa ci lasciava Andrea Fortunato, giovane promessa salernitana del calcio italiano. Ma nel cuore di chi l’ha conosciuto e in quello di chi gli è stato raccontato, vivrà per sempre.

In ricordo di Andrea Fortunato

Un destino atroce ci portava via Andrea Fortunato, giovane promessa salernitana del calcio italiano. Dai primi calci tirati tra le case del centro storico, giunse sino alla nazionale, con la quale esordì il 22 settembre del 1993 in occasione del match vinto in Estonia per tre a zero contro la nazionale locale. All’epoca, da poco era arrivato il passaggio alla Juventus, trasferimento che lo consacrò definitivamente come uno dei giovani più promettenti del panorama calcistico nazionale.

Nel giorno della sua prematura scomparsa, i bei ricordi sono sempre vividi nel cuore di chi l’ha conosciuto, di tutti gli sportivi italiani e in quello di tutti i salernitani. Chiunque va via lascia in dote qualcosa di se stesso a ciascuno di noi, permettendoci di custodire un pezzo della sua vita nel nostro animo. Questi pezzi, uniti tra loro, ci permettono di rendere presente una persona nella nostra vita ogni qualvolta ne sentiamo il bisogno e in ogni momento della nostra vita.

Chi vive nel cuore di chi resta, non muore mai

E tanti, ogni anno, sono i ricordi che vengono messi insieme e che ci permettono di far rivivere una parte di Andrea. Permettendo anche a chi mai l’ha conosciuto, di farlo. «Riceveva costantemente apprezzamenti e rispetto da calciatori che, successivamente, sono diventati professionisti. Ricordo una finale contro i Fedelissimi, al campo di calcetto a via Mercanti, quando Andrea segnò il gol vittoria con una semirovesciata da centrocampo facendo ‘esplodere’ il pubblico presente» raccontò il fratello Candido, proprio ai nostri microfoni.

Ricordò ancora «Per me, rimarrà indelebile il bagno di folla in occasione della Coppa Andrea Fortunato dell’agosto del ’95 all’Arechi. Vedere 34mila persone sugli spalti fu un’emozione indescrivibile che, successivamente, portò con sé altre emozioni con la realizzazione di numerosi progetti».

Moreno Torricelli visse a stretto contatto con Andrea Fortunato durante la congiunta esperienza alla Juventus: «Era un ragazzo bravissimo, molto umile e determinato, tutti noi lo volevamo bene e quel 25 aprile perdemmo più di un semplice compagno di squadra». Prosegue: «Eravamo in ritiro a Genova […] e lui ci venne a trovare durante la cena anche grazie all’aiuto di Marcello Lippi. Fu una festa grandissima […] la situazione era in ripresa e ci fu un grande abbraccio generico. All’epoca non c’erano social, video-chiamate e quant’altro, ti lascio immaginare come eravamo desiderosi di vederlo sorridere e così fu».

«Andrea era un ragazzo adorabile – ci disse Angelo Di Livioun compagno di squadra esemplare nonché un grandissimo giocatore. […] Nel primo anno alla Juve fece capire a tutti di poter diventare il nuovo Cabrini, era un terzino sinistro formidabile! Un peccato sia per noi ma anche per la nostra Nazionale, avrebbe potuto fare grandissime cose e vivere una carriera di primissimo livello». Proseguì ricordando un particolare e divertente aneddoto su Andrea: «I primi ritiri, li abbiamo trascorsi condividendo la stessa camera da letto e lui aveva un vizio particolare […] intorno la mezzanotte era solito ordinare un toast per saziare quei piccoli attacchi di fame notturna, il tutto mentre io dormivo a letto».

Infine, la testimonianza di chi non l’ha conosciuto di persona ma soltanto attraverso racconti di amici e compagni di squadra. Il dottor Carmine Cuomo (presidente dello Juventus Fun Club Salerno) affermò in una delle nostre interviste: «tramite i racconti del fratello Candido e di molti altri suoi amici e compagni è come se lo avessi conosciuto […] Andrea è un onore per la città di Salerno, un ragazzo bravissimo sia dentro che fuori dal campo ed avrebbe meritato ben altro».

Racconti, ricordi, pezzi, storie che permettono a tutti di poter conoscere Andrea Fortunato.


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Lino Grimaldi Avino
Lino Grimaldi Avino
Lino Grimaldi Avino, giornalista, editore e scrittore. Ha lavorato presso Le Cronache, TuttoSalernitana, Granatissimi e SalernoinWeb ed è direttore di SalernoSport24. Alla radio ha lavorato presso Radio Alfa e RCS75 e attualmente è corrispondete di Radio Punto Nuovo per lo Sport salernitano. Ha pubblicato due libri: Angusti Corridoi (2012) con la casa editrice Ripostes, e La vita allo specchio - Introspettiva (2020) con la Saggese Editori, con prefazione dello scrittore Amleto de Silva.
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