Tango, come il pallone della nostra infanzia: dal 22 marzo al 6 aprile, Salerno ospita una rassegna d’autore dedicata al gioco più bello del mondo.
Tango, a Salerno parla l’amore per il calcio
5 appuntamenti per riflettere sull’«ultima religione del nostro tempo»: a Salerno prende il via Tango – Storie di calcio e di passione, un ciclo di incontri e di appuntamenti dedicati al mondo del football, in programma dal 23 marzo al 6 aprile tra il Complesso San Michele di via Bastioni e il Centro sociale del capoluogo.
Il ciclo di dibattiti e incontri – organizzato dall’associazione “19 giugno 1919” con il contributo della Fondazione CARISAL – si aprirà mercoledì 22 marzo con la presentazione del saggio di Fabrizio Gabrielli Messi (66th&2nd). Il rapporto tra tifo e passione sarà l’oggetto dell’incontro di lunedì 27 con il giornalista Pierluigi Spagnolo, autore dei volumi I ribelli degli stadi e Contro il calcio moderno, ambedue pubblicati da Odoya.
Giovedì 30 si discuterà della parabola sportiva e umana di Maurizio Montesi, l’ex centrocampista di Lazio e Avellino a cui il cronista del TgLa7 Guy Chiappaventi ha dedicato il romanzo La scomparsa del giocatore militante. Una storia di politica, pallone e tradimenti (Milieu).
Gli ultimi due incontri si svolgeranno martedì 4 aprile, quando si parlerà del rapporto tra calcio e business a partire dal volume di Marco Bellinazzo Le nuove guerre del calcio (Feltrinelli), e giovedì 6 aprile: in quest’ultima occasione, le scuole calcio della città incontreranno i giocatori della Salernitana presso il Centro sociale di via Vestuti.
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Una mostra abbinata a ciascun incontro
L’associazione presieduta da Alessandro Nisivoccia arricchirà la rassegna con una serie di mostre abbinate ai temi trattati nei primi 4 appuntamenti della rassegna: i campioni del passato, i colori del tifo, le maglie del club granata dalle origini alla “10” di Agostino Di Bartolomei e le divise della Salernitana dagli anni Novanta ai giorni nostri.
Tango attende gli appassionati di calcio senza chiedere in cambio alcunché: l’unico requisito d’accesso, infatti, è la passione per un pallone che rotola e rimbalza. Proprio come in quel gioco che ci fa tornare ogni volta bambini.