Al netto di una prestazione non certo positiva della Salernitana nella gara casalinga di domenica contro il Pisa, a tenere banco nelle ore immediatamente successive al big match di giornata in Serie B sono i temi arbitrali con VAR assoluto protagonista di giornata.
Salernitana-Pisa si gioca due ore dopo
Chi avrebbe immaginato e sperato in una grande giornata di Sport all’insegna di quello che a tutti gli effetti sul campo è stato un big match per la cadetteria si sbagliava di grosso: Salernitana-Pisa, ben presto, è passata alla storia come una bruttissima pagina per la classe arbitrale e per il calcio italiano.
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Alle 15 in punto, mentre si aspettava soltanto l‘ingresso in campo degli atleti di Salernitana e Pisa, ecco la notizia: ci sono problemi di connessione internet tra la sala VAR di Lissone e lo stadio “Arechi” di Salerno. La gara, dopo innumerevoli tentativi di ripristino della rete, si è poi giocata oltre due ore dopo il regolare orario stabilito dalla Lega: la scelta è stata quella di installare il VAR on site e convocare due varisti campani che si sono recati allo stadio “Arechi”. Al posto di Gualtieri e Marini nel ruolo di VAR e AVAR della gara l’AIA ‘chiama’ Maresca da Napoli e Miele da Nola.
Calcio moderno Vs spettatori allo stadio
La tecnologia, introdotta per finalizzare un aiuto non indifferente a direttori di gara sempre più in difficoltà, nella giornata di domenica si è trasformata in ostaggio per gli oltre quattordicimila paganti che hanno dovuto assistere a un continua procrastinazione dell’inizio dell’incontro fino a due ore dopo il regolare inizio della gara. In tal ottica i tanti sostenitori provenienti dalla Toscana hanno fatto rientro presso la stazione ferroviaria di Salerno in quanto avevano prenotazioni già in essere per far il viaggio verso Pisa.
Una situazione che non fa bene al nostro calcio e alle tante famiglie presenti allo stadio “Arechi” che non hanno potuto abbandonare nemmeno temporaneamente l’impianto sportivo del capoluogo campano. Davvero un pessimo spot per la classe arbitrale, per la tecnologia e per un calcio italiano ancora una volta ostaggio di situazioni penalizzanti per pubblico, sostenitori e addetti ai lavori.