Brutte notizie per il patron della Salernitana Danilo Iervolino. Il PM di Napoli, Henry John Woodcock, al termine della requisitoria ha chiesto 4 anni e mezzo per l’imprenditore di Palma Campania.
Chiesta condanna di 4 anni e mezzo per Iervolino
Non arrivano buone notizie per il patron della Salernitana Danilo Iervolino. Come riporta “Il Fatto Quotidiano”, in seguito alla requisitoria del pubblico ministero di Napoli, Henry John Woodcock, è stata chiesta una condanna di 4 anni e mezzo per concorso in corruzione.
I fatti non sono nuovi, ma risalgono al 2019 (prima che diventasse presidente del club campano) e sono legati al contratto di assunzione in Unipegaso, che all’epoca apparteneva proprio a Iervolino, di Antonio Rossi, figlio del segretario generale del ministero del Lavoro Concetta Ferrari. Anche questi ultimi sono indagati.
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Si legge che il “contratto risale al marzo di quell’anno. Il docente avrebbe lavorato lì per circa tre anni, percependo circa 68.000 euro. La somma è stata sequestrata dalla Guardia di Finanza. L’assunzione è coincisa nel periodo in cui Cavallaro chiese e ottenne il parere favorevole, già negato dal ministero l’anno prima, alla divisione del patronato Encal-Inpal in Encal-Cisal e Inpal conservandone però i vantaggi economici e patrimoniali. Una scissione “parziale” dei due patronati che avrebbe consentito ad entrambi di a ricevere sovvenzioni pubbliche, mantenendo i locali e i patrimoni. Benefici “persi” nel caso la scissione” fosse stata “totale”, secondo le ipotesi degli inquirenti“.
Nel mirino del PM ci sarebbero anche diversi benefici ricevuti: “Nel fascicolo si elencano numerosi favori elargiti da Cavallaro, da solo o attraverso i suoi agganci in Unipegaso, per raggiungere i propri desiderata. L’inchiesta è stata ancorata a Napoli perché lì fu presa la firma dell’assunzione di Rossi in Unipegaso, ma sul processo pesa l’inutilizzabilità delle intercettazioni provenienti da Catanzaro (procuratore dell’epoca Nicola Gratteri, oggi capo dell’ufficio di Napoli), da un’altra inchiesta che toccò il segretario Cisal e che riguardava vicende di criminalità organizzata calabrese. Inutilizzabilità sancita da una decisione della Cassazione a sezioni unite, che ha tenuto fermo il processo per un po’“.
Woodcock ha chiesto cinque anni di condanna per il segretario generale della Cisal Francesco Cavallaro, quattro anni per Mario Rosario Miele, e l’assoluzione per l’avvocato Francesco Fimmanò (gli ultimi due collaboratori di Iervolino), per il quale si ipotizza una derubricazione in traffico di influenze illecite, e una pena di quattro mesi.
Il giudice per l’udienza preliminare deciderà a fine ottobre.