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Sousa in conferenza stampa: “Come affrontare l’Inter? Dobbiamo essere fieri di noi stessi”

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Nel turno pre pasquale la Salernitana è chiamata ad una partita più che difficile. I granata apriranno le danze per quella che è la 29ª giornata di campionato, e lo faranno contro un’ospite che punta ad un piazzamento in Champions: l’Inter di Inzaghi.

Sousa in conferenza pre Salernitana-Inter

Domani, venerdì 7 aprile alle ore 17, la Salernitana di Paulo Sousa ospiterà allo stadio “Arechi” l’Inter di Simone Inzaghi. Il Cavalluccio arriva da cinque risultati utili consecutivi (una vittoria e quattro pareggi di fila). Ma questa è un’altra storia, un’altra partita, tutto fuorché semplice. Ci sarà da sudare contro una squadra che arriva da un periodo complicato e che punterà senza dubbio a riscattarsi per proseguire la rincorsa alla zona Champions.

L’Inter occupa, al momento, il quarto posto a pari merito con la Roma (che è anche avanti negli scontri diretti in attesa del ritorno, avendo vinto l’andata per 2-1). I nerazzurri non vincono una partita di campionato da un mese: era il 5 marzo quando superarono tra le mura amiche il Lecce per 2-0. Poi tre sconfitte consecutive, contornate dai due pareggi con Porto (che è valso il passaggio del turno di Champions League) e Juventus in Coppa Italia.

Il tecnico dei granata, Paulo Sousa, presenterà il match in diretta dal Centro Sportivo “Mary Rosy”. Potrete seguire proprio qui la diretta testuale a partire dalle 12:30.

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«Se vedete il mio percorso come allenatore vedrete che mi piace coinvolgere tutti i giocatori, averli freschi. Le idee di gioco sono chiare e devono avere più convinzione. Sono arrivato qui in un momento molto delicato. Abbiamo avuto tre-quattro giorni di lavoro prima della prima partita. Vanno inserite delle idee. Per come vedo io il calcio, rispetto al lavoro fatto da Nicola c’è stato un cambiamento drastico. La prima cosa da fare è puntare all’equilibrio, alla fiducia, motivare tutti per competere. Fondamentale è la qualità dell’allenamento, la competizione interna, che aumenta l’intensità del lavoro, e poi la competizione con le altre squadre. Bonazzoli ha qualità eccezionali, lui sul breve è veramente micidiale. Abbiamo bisogno di questo e di tante altre cose. Può aiutarci tantissimo, ma abbiamo bisogno di tanti altri giocatori per trovare equilibrio».

«Sono un allenatore a cui piace vedere le mie squadre con personalità e con voglia di giocare. Leggevo di altri miei colleghi, in altri paesi, che hanno trovato difficoltà nella continuità di gioco dopo la sosta delle nazionali. Con lo Spezia mi aspettavo una partita molto più piena, con controllo di gioco come accaduto nella prima parte, per poi arrivare alla conclusione, ma ci è mancato il passaggio finale. Abbiamo inserito due giocatori da palleggio. Poi ci sono tante varianti, la competizione con una squadra che lotta per lo stesso obiettivo, il vantaggio sul risultato… Diciamo che siamo ancora più fiduciosi, abbiamo fatto un altro passo in avanti con il quinto risultato utile consecutivo. Ci sono, però, squadre che prendono punti anche quando giocano male. Dobbiamo maturare per fare questo. Come affrontare l’Inter? Dobbiamo essere fieri di noi stessi. Ci sono diversi modi per affrontare ogni squadra. Abbiamo un punto strategico, guardando gli avversari, guardando noi e la nostra idea di gioco, capire gli spazi per comprendere il comportamento degli avversari, capire i comportamenti offensivi dell’Inter. Dobbiamo avere la giusta determinazione, la giusta convinzione, gioia di fare. Per me l’Inter è la migliore rosa individuale in Serie A, senza dubbi. Allora non possiamo andare sull’individualità. Nell’uno contro uno ti saltano e ti mettono difficoltà. Dobbiamo essere intensi e mettere pressione. Voglio vedere le mie squadre che quando non hanno la palla possono pressare alto. In tanti momenti non saremo capaci di farlo, ma contro queste squadre e nella vita in generale hai bisogno anche di fortuna. È questo che voglio vedere nella partita di domani: crederci. Convinzione, determinazione e… anche fortuna (ride, ndr)».

«Il mio passato all’Inter? Non vivo di ricordi. Sono una persona che si basa sul presente. Cerco di lavorare su ciò che posso controllare. Anche quando giocavo, analizzavo per migliorarmi ma non ripetevo quanto accaduto. Non vivo nel passato. Mi sono divertito tantissimo a giocare in nerazzurro. Ero a Dortmund, Moratti riuscì a portarmi all’Inter e c’era Ronaldo, il migliore al mondo. È una piazza importante, storica. Risultati negativi? Non credo che la squadra sia stanca in questo determinato momento, neanche di testa. Ha vinto la Supercoppa, è ai quarti di finale di Champions, è in semifinale di Coppa Italia. È fuori soltanto dal campionato. Ha una rosa ampia, individualmente di qualità e che troverà sempre soluzioni. Metterà in campo soluzioni importanti. Non abbiamo la stessa rosa, quindi dobbiamo competere in modo diverso. Non vedo un’Inter che giocherà con ansia o che sarà stanca. È una squadra creata per vincere in tutte le competizioni».

«Non abbiamo mai parlato delle indagini in corso. Come già detto, mi concentro su quello che posso controllare e quello non lo posso controllare. Non abbiamo parlato di questo con i ragazzi. Siamo tranquilli. Il direttore De Sanctis lo ha accennato con me, ma con la squadra non ne abbiamo parlato».

«Il loro centrocampo è molto alto. È una squadra fisica che contro tutti gli avversari, soprattutto contro chi è tecnicamente inferiore, sfrutta tantissimo le palle inattive. Abbiamo lavorato in un certo modo e abbiamo pensato anche a Fazio. Purtroppo ieri ha avuto un piccolo fastidio. Pensavamo davvero a lui per integrarlo. A La Spezia lo abbiamo inserito con un po’ di anticipo. Piatek è quell’attaccante che ci dà più capacità, soprattutto quando siamo più bassi, di far salire la squadra. Non posso dire che sarà sempre titolare, abbiamo altre idee e possibilità. Ma è un giocatore molto importante. Se non è in campo dobbiamo trovare altre soluzioni».

«Tutti i momenti sono buoni per cimentare queste consapevolezze, i risultati, i punti che ci porteranno alla salvezza. Abbiamo già raggiunto risultati importanti anche con squadre come il Milan. Questi risultati e come sono maturati devono darci consapevolezza per affrontare anche l’Inter. Abbiamo lavorato per rendere orgogliosi i nostri tifosi, sempre. Devono sentirsi sempre rappresentati all’interno della nostra idea di gioco. Dobbiamo essere corti, dare poche chance agli avversari. Dobbiamo essere più capaci di leggere il momento, di avere più possesso palla. Così abbiamo più possibilità di controllare. E dobbiamo arrivare con più uomini in area».

«Stiamo cercando di migliorare diverse cose nelle fasi di gioco. Abbiamo pensato ad un uomo in più a centrocampo. Ma da quelli che abbiamo in campo dobbiamo avere il massimo da loro. Non dobbiamo dimenticarci di dove siamo, rispetto all’Inter. Dobbiamo dare fiducia ai nostri ragazzi».

Pirola viene da un errore non semplice da assimilare. Come ha reagito e come lo ha visto in settimana?

«Sono andato subito a dirgli quello che si deve fare secondo me. A livello difensivo è fortissimo: su marcatura, gioco aereo, sullo spazio. A livello di costruzione ha bisogno di migliorare. Ma non solo lui, tutti i nostri difensori. Dobbiamo metterci meglio con il corpo in alcune situazioni, altrimenti invitiamo gli avversari ad aggredirci. Dobbiamo guardare il campo in avanti. Però capisco che cambiare comportamento è difficilissimo. Dobbiamo avere fiducia. Dopo la partita era triste e si sentiva colpevole. Ma come ho detto, ho cercato subito di parlargli. Cerchiamo di migliorarci».

«Vilhena mi è piaciuto in quel ruolo. Anche in nazionale ha giocato da quinto. Per me però è più mezzala, più palleggiatore. Non è come Coulibaly sui duelli, ma sta lavorando per quello».

Fine conferenza.

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