Éderson non dimentica la Salernitana. Il centrocampista brasiliano, talento scovato dall’intuito magistrale di Walter Sabatini, ha rilasciato delle dichiarazioni sul suo momento all’Atalanta e sullo stile di gioco della squadra di Gasperini.
Éderson sulla Salernitana, parole che sanno di dolce e amaro
Éderson, arrivato all’Atalanta lo scorso 6 luglio, ha spiegato ai microfoni del quotidiano l’Eco di Bergamo le prime sensazioni avute nella sua nuova avventura con la maglia della Dea. Tra gli argomenti di discussione anche le pretese tecniche e fisiche che l’allenatore dei nerazzurri, Gian Piero Gasperini, pretende dalla sua squadra. Ecco, di seguito, le sue parole:
“Nella Salernitana avevo più libertà: potevo fare quello che volevo, anche perché arrivai in una situazione più complicata. Qui non è così: il sistema è fisso, ci sono linee da seguire e ogni giocatore deve ricoprire una determinata posizione. Tatticamente c’è molto da fare. Io sono un centrocampista, alla Salernitana giocavo a tre, in Brasile a due; ma avevo libertà maggiori di oggi, perché il mio compagno di reparto era più bloccato”.
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“Prediligo giocare in mezzo, per prendere la palla e guardare sempre avanti. Il ruolo di trequartista? È qualcosa di nuovo per me, perché spesso mi ritrovo di schiena e con gli avversari subito addosso. Questo non significa che non posso giocare in questa posizione, ho solo bisogno di capire alcuni movimenti, soprattutto quando c’è da restare in fase offensiva, oppure quando serve dare occhio alla fase di copertura”.
“A Salerno ero io l’uomo che si sganciava verso l’attacco, e avevo sempre chi mi guardava le spalle. All’Atalanta, invece, a volte ho compagni che possono fare lo stesso movimento: vedi Koopmeiners o De Roon“.