La Salernitana acciuffa i tre punti a tempo scaduto grazie al rigore di Cerri e Breda espone le sue riflessioni in sala stampa. È appena finita la 22ª giornata per i Granata, contrapposti alla Reggiana. Una vittoria che le permette di lasciare l’ultimo posto in classifica.
Breda su Salernitana-Reggiana
«Non era un gara semplice, eravamo costretti a vincere contro un avversario bravo a sfruttare gli errori degli avversari. Siamo un pochino troppo frenetici, arriviamo nella parte di campo in cui si può far male, poi non gestiamo bene. Sono contento del contesto in cui è arrivata la vittoria festeggiata coi tifosi. La strada è lunga ma ci sono i presupposti per far bene. Il patron è carico e anche lui sa che dobbiamo migliorare, è importante che si riescano a far punti anche è prima della prestazione. La voglia di portare a casa il risultato si è vista fino alla fine».
«C’è un piano gara iniziale nella preparazione, che prevede anche dei cambi tattici. Raimondo è bravissimo sotto porta ma anche i compagni devono capire le sue caratteristiche. Ha voglia e sono convinto che ci darà una mano da qui alla fine. Il 3-5-2 credo che sia la soluzione migliore per i giocatori che abbiamo, Reine-Adelaide non era svogliato, ma ha fatto una partita meno brillante rispetto ad altre volte; ho tante alternative e nel più breve tempo possibile devo capire come utilizzarle al meglio. Dobbiamo lavorare e fare punti contestualmente, non deve essere un alibi… abbiamo subito un gol su un errore in un momento in cui preparavamo dei cambi».
«Verde è un giocatore importante e viene da un infortunio. In questo momento i ragazzi devono capire che le scelte in questo momento non sono definitive e possono cambiare. Credo che da qui alla fine ci serviranno più alternative. Non vedo un problema portiere in questo momento, non è facile quando hai tutto contro, anche quando hai una forte personalità, reputo Sepe un portiere forte e non vedo particolari responsabilità sul gol subito».
«Abbiamo giocato un pezzo di gara con due mediani, mi è piaciuta l’intensità di tutti i giocatori, come Lochoshvili che è uscito coi crampi. Siamo in tanti e ognuno deve cercare di mettermi in difficoltà. Non si può lavorare con trenta persone perché poi diventa difficile».