Il bilancio della Salernitana, riguardante la stagione 2022, si è chiuso con un pesante negativo. È la seconda volta che la società chiude la stagione in rosso, come riportato da Calcio e Finanza.
Salernitana, 2022 chiuso in rosso
Sono circa 17 (per l’esattezza 16,79) i milioni di passivo nel bilancio della Salernitana per quanto riguarda la stagione 2022. È il secondo anno consecutivo che vede la società granata chiudere in rosso, dopo la perdita di 1,6 milioni registrata il 30 giugno 2021. I 16,79 milioni di passivo prendono in considerazione la stagione del ritorno in Serie A, quindi prima sotto la gestione dei trustee, poi sotto quella di Danilo Iervolino, attuale patron del Cavalluccio. Nei 12 mesi di riferimento, i ricavi hanno raggiunto la quota di circa 46 milioni di euro, mentre i costi di 66,1. Calcio e Finanza ha riportato le varie voci.
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Le voci relative ai ricavi
- Ricavi da gara: 6,8 milioni;
- Ricavi da sponsor, pubblicità e commerciali: 5,7 milioni;
- Ricavi da diritti tv: 28,3 milioni;
- Ricavi da gestione calciatori: 0,3 milioni;
- Altri ricavi: 4,7 milioni;
- Totale: 45,8 milioni.
Le voci relative ai costi
- Costi per servizi: 6,5 milioni;
- Costi per il personale: 44,8 milioni (di cui 25 come compensi contrattuali per i calciatori);
- Ammortamenti e svalutazioni: 5,8 milioni (di cui 5,3 per gli ammortamenti dei calciatori);
- Altri costi: 9,0 milioni;
- TOTALE: 66,1 milioni.
Il risultato al netto delle imposte è quello di un negativo di 16,79 milioni. Si legge che “il patrimonio netto al 30 giugno 2022 era positivo per 3,5 milioni di euro, in crescita dai 200mila euro al 30 giugno 2021 dopo interventi da parte del patron Iervolino per 20 milioni di euro“. In totale, la nuova proprietà ha già speso 33,5 milioni nella gestione, così suddivisi:
- 10 milioni di euro per l’acquisto delle quote;
- 20 milioni per versamenti nel corso della stagione 2021/22;
- altri 3,5 milioni nel dicembre 2022 per superare i paletti dell’indice di liquidità.
Al 30 giugno 2022 i debiti complessivi erano di 59,2 milioni di euro, “di cui una larga parte legata ai debiti tributari, pari a 17,7 milioni, per la scelta di differire il pagamento delle tasse come da possibilità concessa dal Governo“. La posizione finanziaria netta, però, registrava un positivo di 5 milioni. Questo perché non vi erano debiti finanziari e, inoltre, andava considerata la liquidità in cassa di 7,2 milioni.