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La rinascita della Palmese: la fenice di questa Serie D

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Un percorso unico quello attraversato dalla Palmese, prossimo avversario della Gelbison in questa 31ª giornata di Serie D. La squadra di Palma Campania, dopo aver disputato un girone d’andata disastroso, è riuscita, dal mese di gennaio in poi, a collezionare una striscia di risultati utili consecutivi, tali da poter centrare la salvezza. Ecco un focus sulla squadra campana.

L’incredibile salvezza della Palmese

Il campionato di Serie D è oramai agli sgoccioli, eppure, questo girone H ha saputo regalarci emozioni inedite, condite da interessanti capovolgimenti di fronte – tra questi gli sviluppi avvenuti, e ancora in corso, nella zona playoff –  e continui testa coda – come quello tra Altamura e Martina, anche se la squadra di Giacomarro, guidata da una mentalità perfezionista, si è costruita da sé, portando avanti il sogno Lega Pro che manca dalla stagione 1995/96.

Focalizzando, però, la nostra attenzione sul lato destro della classifica, fra i fenomeni più interessanti da osservare nei bassifondi della classifica spiccano, da sempre, le rimonte salvezza: squadre date per spacciare, al giro di boa senza idee e senza identità, ritenute inadeguate, quasi da scartare, che poi, quasi improvvisamente, cambiano volto e risalgono la china. La retorica in questione si sposta perfettamente con la narrazione portata avanti dalla Palmese di quest’anno, che ha consegnato ai posteri un “miracolo sportivo”.


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Partiamo dal preludio: l’intero girone d’andata della Palmese, targata 2023/24, è pura difficoltà espressiva. Dopo aver archiviato, in principio, la parentesi poco redditizia con Savio Sarnataro – due punti in sei partite -, la squadra rossonera si affida alla soluzione “fatta in casa”. Il Pietropinto-bis, un ritorno dai contorni romantici dello “stregone” di Eboli, che con i vesuviani ha costruito un legame indissolubile, non consegna, però, i frutti sperati. Un’impresa, verrebbe da dire, troppo grande, con la società che, direttamente o indirettamente, aveva glissato sulla sterilità della squadra, troppo ingenua per il girone a matrice pugliese.

Senza esperienza e, almeno apparentemente, senza un tasso tecnico sufficiente per alimentare speranze di salvezza, il girone d’andata era trascorso come una continua dimostrazione di inferiorità, con tanto di chiusura in perdita. «Lo spirito palmese, la  squadra con il coltello tra i denti […]», insomma, senza parafrasare, quell’urlo che dovrebbe suonare la carica, marchio di fabbrica dello “stregone”, sembra, piuttosto, un vuoto sussulto, la squadra non riesce ad uscire dal baratro.

Sotto l’albero di Natale c’è DIO…nisio

Così, dopo aver toccato il fondo nella trasferta di Rotonda, conclusasi con la fatale “manita” a favore dei lucani, bisognava solamente iniziare la risalita. Nella sera del 21 dicembre scorso, con le idee ben chiare da parte di patron Mario Rega, si è deciso di chiamare “l’uomo della provvidenza”, colui che, nella vicenda in questione, ha portato al definito cambio di rotta: Nicola Dionisio. Un arrivo improbabile, agli occhi di molti, se si tiene in considerazione la storia e la caratura del direttore sportivo irpino. Invece, Don Nicola mette subito le cose in chiaro: «Alla Palmese nessuno può dire di no – affermò il ds – e questa storia infinita mi attrae. Se mi date carta bianca, vengo». Da lì in poi DIO…nisio inizia la marcia trionfale, si inizia a cucire il nuovo abito a modi Palmese. Palma Campania è come una polveriera… ora non si scherza più.

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Nicola Dionisio | SerieD24

Intanto, però, Dionisio predica calma, questo il messaggio lanciato nella prima conferenza stampa: «Chiedo ai palmesi di stare calmi. Seguano e vengano al campo con il loro calore […]. Ci salviamo assieme, da primo all’ultimo componente. E moriamo insieme se qualcuno sbaglia a lottare».

Senza cincischiare, però, bisognava allestire quasi tutto da capo. Nella mente dell’ex “diesse” del Taranto girovagava, come nuova guida tecnica per il post Pietropinto, il nome di Salvatore Ciullo, oggi al Barletta. Una suggestione, quella. Si decise, piuttosto, di virare su un altro nome, quello di: Salvatore Teore Sossio Grimaldi, capace, lo scorso anno, di salvare il Gladiator nel girone pugliese. Cambia il maestro, lo spartito e, quindi, anche la musica. Sciolto il nodo allenatore, ora, in un’atmosfera di continua trepidazione che lascia trasparire tutto purché tranquillità, spazio alla rivoluzione: dopo Daniele Magliocca, si fa posto ad altri 7 acquisti, tra cui l’attaccante, ex Frosinone, Michele Volpe e Francesco Puntoriere.

“Lasciate cucinare” Teore Grimaldi

La fiducia in Grimaldi era intatta e lui, intanto, era riuscito a cucinare – un modo di dire, questo, nato sui social, affibbiato in special modo a Simone Inzaghi nell’ultimo anno, e legato al concetto “let him cook”, cioè “lasciatelo cucinare” – soluzioni diverse sia nel gioco che nell’identità dei suoi: allenamento, sudore, tattica e lavoro di testa.

«Sono riconoscente ai ragazzi – confessa Grimaldi – mi hanno seguito e hanno dato l’anima dal primo giorno. E grazie tante ai palmesi. Sono insuperabili. Ci fanno sentire grandi in campo. Trasformano lo stadio in un palcoscenico come in Serie A. E lo cantano pure nell’inno. Per loro e anche per noi…oggi la Palmese è Serie A. Cuore, impegno e appartenenza. Valori che ci invidiano tutti».

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Marco Puntoriere | © Corriere dello Sport

Non è un caso che il percorso mostrato dalla Palmese da gennaio in poi sia stato tutto in divenire: un iniziale rodaggio, nel primo mese dell’anno, condito da otto punti in quattro partite, gli avversari sono tutt’altro che scontati: Gravina, Altamura, Fidelis Andria e Casarano. In ben 14 domeniche un bottino inedito di risultati, di gioco e punti (ben 27), perdendo solo contro Paganese e Bitonto; l’unico nodo al fazzoletto, in termini di risultati, è quanto accaduto nel match contro il Manfredonia, dove entrambe le squadre hanno ricevuto un punto di penalizzazione.

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